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Obesità riconosciuta per legge come malattia cronica: ecco cosa cambia, articolo per articolo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/10/2025

AttualitàGovernoParlamento

 

8 ottobre 2025 – L’obesità è ufficialmente una malattia cronica. Non più solo una condizione da monitorare, ma una patologia riconosciuta per legge, da prevenire, diagnosticare e curare con strumenti strutturati. Con l’approvazione definitiva del disegno di legge n. 1483, l’Italia compie un passo nel campo della salute pubblica. Ma cosa cambia davvero? Ecco cosa prevede la nuova normativa, articolo per articolo.

Articolo 1 – L’obesità entra nel quadro delle malattie croniche

La legge definisce l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante. Non è più solo una questione di stile di vita: viene riconosciuto il suo impatto sanitario e sociale, aprendo la strada a percorsi assistenziali dedicati e continui. È un cambiamento radicale di approccio.

Articolo 2 – Prestazioni sanitarie nei LEA: l’obesità entra nel Servizio Sanitario Nazionale

I pazienti con obesità rientrano ora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questo significa che potranno accedere a prestazioni specifiche – visite, esami, trattamenti – a carico del SSN, con possibilità di esenzione dalla spesa. Un punto chiave per garantire equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.

Articolo 3 – Piano nazionale con fondi dedicati e prevenzione a 360 gradi

Viene istituito un programma nazionale finanziato per la prevenzione e la cura dell’obesità:

  • 700.000 euro nel 2025,

  • 800.000 nel 2026,

  • 1,2 milioni annui dal 2027,
    più 400.000 euro annui per la formazione sanitaria.

Obiettivo: agire su più fronti. Dalla promozione dell’allattamento al seno, all’educazione alimentare nelle scuole, alla sensibilizzazione dei genitori e alla diffusione di stili di vita sani. Coinvolti anche medici di base, pediatri, farmacie e istituzioni scolastiche.

Non solo: vengono previste campagne di prevenzione, percorsi di inclusione scolastica e lavorativa, e l’integrazione delle persone con obesità in ambito sportivo e ricreativo. Un cambio di passo concreto.

Articolo 4 – Nasce l’Osservatorio per lo Studio dell’Obesità (OSO)

Presso il Ministero della Salute viene creato l’OSO, con il compito di monitorare, analizzare, studiare e valutare le politiche contro l’obesità. Nessun costo aggiuntivo per lo Stato: il personale sarà interno.
L’Osservatorio dovrà anche redigere una relazione annuale al Parlamento, con dati aggiornati e nuove conoscenze scientifiche.

Articolo 5 – Informazione e sensibilizzazione, anche sul territorio

Il Ministero avrà il compito di promuovere campagne informative permanenti su:

  • corretta alimentazione,

  • attività fisica,

  • lotta alla sedentarietà.

Strumenti: mass media, scuole, farmacie, reti socio-sanitarie. Stanziati 100.000 euro annui per questa attività.
L’informazione diventa parte integrante della strategia di salute pubblica.

Articolo 6 – Copertura economica già individuata

La legge prevede uno schema di finanziamento preciso, attingendo da fondi già esistenti. Nessun aumento di spesa pubblica, ma una ricollocazione mirata delle risorse. Un segnale importante per la sostenibilità delle politiche sanitarie.

Un cambio di paradigma, anche per la professione infermieristica

Per la comunità infermieristica questa legge segna un nuovo inizio. Gli infermieri saranno coinvolti nei percorsi di prevenzione, presa in carico, educazione e continuità assistenziale.
Il modello cambia: da prestazioni isolate a presa in carico integrata, multidisciplinare e sul territorio.

Cosa aspettarsi ora

La legge è un primo, fondamentale passo. Ma perché diventi realtà, serviranno:

  • l’aggiornamento concreto dei LEA,

  • la creazione delle reti territoriali per la presa in carico,

  • la formazione del personale,

  • la lotta allo stigma che ancora colpisce le persone con obesità.

La norma c’è. Ora tocca alla politica, alle Regioni e agli operatori sanitari renderla operativa.