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Infermiere aggredito al Pronto Soccorso di Asti: la SIIET chiede un cambio di passo

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 03/11/2025

Cronache sanitariePiemonte

La Società Italiana degli Infermieri di Emergenza interviene dopo l’ennesimo episodio di violenza: "Senza sicurezza non c’è cura. Servono misure urgenti e un presidio stabile nei Pronto Soccorso".

Asti, 31/10/2025 – Ancora violenza contro chi lavora per curare. Un’infermiera è stata colpita con un pugno in pieno volto mentre era in servizio al Pronto Soccorso; il giorno successivo, lo stesso aggressore, già allontanato dalle forze dell’ordine, è tornato nella struttura minacciando di morte gli operatori.
Un fatto gravissimo che si aggiunge a una lunga e inaccettabile sequenza di aggressioni, verbali e fisiche, che ogni giorno avvengono nei Pronto Soccorso del Paese. Luoghi nati per accogliere e curare stanno diventando troppo spesso teatri di rabbia e inciviltà, con pesanti ricadute sulla sicurezza dei professionisti e dei cittadini bisognosi di assistenza.

«Non è più tollerabile – sottolinea la Società Italiana degli Infermieri di Emergenza (SIIET) – che chi si prende cura delle persone venga insultato, minacciato o colpito mentre svolge il proprio lavoro».
Pur riconoscendo l’impegno delle Direzioni sanitarie nel rafforzare le misure di protezione, la SIIET denuncia che permangono gravi criticità: posti di polizia non sempre presidiati, vigilanza privata con livelli formativi disomogenei e un diffuso senso di vulnerabilità tra chi opera in prima linea.

Nelle ultime ore si è verificato un nuovo episodio, riconducibile al medesimo aggressore che, durante una colluttazione con una guardia giurata prontamente intervenuta, è riuscito a colpire nuovamente un infermiere al volto.
"Non è accettabile – prosegue la SIIET – che individui pericolosi, spesso già noti alle autorità, possano reiterare condotte violente prima che vengano adottate misure restrittive efficaci".

Le leggi ci sono, ma vanno applicate

Il Decreto-legge 1 ottobre 2024, n. 137, convertito in legge, ha introdotto misure urgenti per contrastare la violenza ai danni dei professionisti sanitari e per la tutela dei beni destinati all’assistenza.
La norma prevede l’arresto obbligatorio in flagranza o in flagranza differita per le lesioni personali contro il personale sanitario e per il danneggiamento di beni sanitari. Tuttavia, i fatti di Asti mostrano quanto l’applicazione delle leggi resti disomogenea e insufficiente.

È necessario – sottolinea la SIIET – che i Pronto Soccorso, soprattutto quelli ad alta affluenza e rischio, siano riconosciuti come luoghi sensibili e presidiati stabilmente dalle forze dell’ordine, ricorrendo, ove necessario, anche al supporto dell’esercito.

L’appello di Marco Pappalardo (SIIET)

"Senza sicurezza non c’è cura. Non possiamo aspettare la tragedia con morti tra gli operatori per intervenire: servono misure immediate, coordinate e realmente operative", dichiara Marco Pappalardo, responsabile SIIET per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
"Chi si prende cura di tutti merita rispetto e protezione, ogni giorno e in ogni turno".

La SIIET chiede ora l’istituzione urgente di un tavolo nazionale di confronto con le istituzioni per definire criteri chiari e vincolanti a tutela degli operatori sanitari e dei cittadini.

"È il momento – conclude Pappalardo – di un cambio di passo deciso e coraggioso: la sicurezza deve diventare una priorità assoluta, perché senza sicurezza, la cura non è possibile."