Europa senza infermieri: l’OMS prepara la controffensiva 2026-2030
La carenza di personale infermieristico rappresenta oggi una delle maggiori sfide per i sistemi sanitari di tutta Europa, inclusa l'Italia, dove il problema è particolarmente grave e strutturale. Il progressivo invecchiamento della popolazione, la difficoltà di attrarre nuove leve e le condizioni lavorative spesso difficili mettono a rischio l’efficacia e la sostenibilità dei servizi di cura.
A livello continentale, si stima che manchino circa 1,2 milioni di infermieri, con forti disparità tra i paesi. Il quadro è aggravato dal fatto che una buona fetta del personale è prossima alla pensione, mentre la proporzione di giovaniche scelgono la professione infermieristica è bassa. Paesi come Bulgaria e altri dell’Europa orientale hanno perso oltre il 10% del personale infermieristico negli ultimi dieci anni, una perdita che compromette la capacità di rispondere ai bisogni sanitari in crescita. Le cause principali includono stipendi insufficienti rispetto alla media europea, carichi di lavoro elevati, condizioni lavorative stressanti e una percezione negativa della professione che limita l’attrattività.
In Italia, la carenza infermieristica è una vera emergenza. Secondo dati recenti, mancano oltre 65.000 infermieri e la proiezione prevede un deficit che potrebbe raggiungere tra 60.000 e 100.000 unità entro il 2030. Il corpo infermieristico italiano è particolarmente invecchiato: il 50% degli infermieri ha più di 50 anni e solo il 3,16% ha meno di 25 anni, con un ricambio generazionale quasi assente. In più, il numero di laureati in infermieristica è troppo basso per compensare l’emorragia di personale: nel 2022 si sono laureati solo 16,4 infermieri ogni 100.000 abitanti, contro una media OCSE di 44,9, sintomo di scarsa attrattività della professione. A ciò si aggiunge una variegata distribuzione territoriale delle risorse: regioni come Molise, Campania e Calabria soffrono di maggiori carenze, anche a causa di stipendi più bassi rispetto al resto d’Italia, con una media annua infermieristica di circa 32.400 euro contro i 39.800 della media OCSE.
La carenza infermieristica mette a rischio la qualità dell’assistenza, aumenta il carico di lavoro sui professionisti rimasti e mina l’equità nell’accesso alle cure, specialmente per una popolazione sempre più anziana e complessa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le istituzioni europee hanno risposto con il nuovo Piano 2026-2030, che punta a rafforzare i sistemi sanitari attraverso investimenti maggiori nella formazione, nel miglioramento delle condizioni di lavoro e in politiche di retention per gli infermieri.
Il Piano si articola in cinque pilastri concreti volti a trasformare e rafforzare il personale sanitario nei paesi europei, con un focus particolare sul miglioramento delle condizioni di lavoro, l'efficienza del personale, la formazione, la pianificazione e gli investimenti.
Pilastri e misure principali:
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Mantenere e reclutare: questo pilastro è al centro del piano e prevede azioni politiche per migliorare le condizioni lavorative degli infermieri e altri operatori sanitari, come la riduzione del carico e degli orari di lavoro, la maggiore flessibilità contrattuale e la garanzia di una retribuzione equa. Questi interventi mirano a migliorare la salute mentale e il benessere degli operatori e a rendere la professione più attrattiva, anche nelle zone rurali.
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Ottimizzare le prestazioni: con azioni che aumentano l’efficienza del personale disponibile, si intende ridefinire i team sanitari, il mix di competenze e riconfigurare i servizi attraverso tecnologie digitali per massimizzare l’impatto delle risorse umane limitate.
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Costruire l’offerta: si punta alla modernizzazione dell’istruzione e della formazione infermieristica, con l’introduzione di competenze contemporanee come la sanità digitale, per preparare una forza lavoro adeguataai bisogni attuali e futuri.
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Pianificare: migliorare la capacità dei ministeri della salute e degli enti sanitari di prevedere e pianificare il fabbisogno di personale, attraverso sistemi informativi avanzati e gestione dati sulle risorse umane per la salute.
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Investire: aumentare e ottimizzare gli investimenti nel personale sanitario per migliorare istruzione, condizioni di lavoro e innovazione, con attenzione al valore aggiunto delle singole risorse.
Sono previste ulteriori azioni chiave indicate dall’OMS per la crisi infermieristica quali:
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Lotta alla violenza e molestie nei luoghi di cura
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Turni più prevedibili e flessibili per tutelare la salute mentale
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Gestione equa degli straordinari e rispetto dei tempi di riposo
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Formazione specifica per leader e dirigenti sulla tutela del benessere psicologico
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Supporto psicologico accessibile e monitoring continuo del benessere del personale
Questo approccio integrato è un vero e proprio “appello politico” che riconosce come il benessere degli infermierisia essenziale per la sicurezza e la qualità dell’assistenza, e che la crisi del personale sanitario costituisce allo stesso tempo una grande opportunità per rinnovare e migliorare i sistemi sanitari europei.
Andrea Tirotto
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