NurSind Genova: “Senza assunzioni gli aumenti di posti letto sono un bluff”
Negli ultimi giorni, l’area metropolitana genovese ha risposto all’iperafflusso nei Pronto Soccorso con un potenziamento dei posti letto negli ospedali, destinati principalmente a pazienti anziani e pluripatologici affetti da insufficienza respiratoria legata all’abbassamento delle temperature e all’inizio della stagione influenzale. Il Gruppo Operativo Metropolitano per l’Emergenza (GOME) ha deciso di attivare immediatamente 30 posti letto aggiuntivi, con un progressivo aumento fino a 120 nelle prossime settimane. Questa misura ha l’obiettivo di facilitare il deflusso dei pazienti in attesa di ricovero e garantire continuità assistenziale anche in momenti di maggiore pressione sui servizi.
Tuttavia, quanto previsto a livello organizzativo incontra una criticità significativa di natura assistenziale: l’aumento dei posti letto non sarebbe stato accompagnato da un parallelo incremento del personale infermieristico. Come in altre regioni del nord Italia anche la Liguria ha registrato un calo di infermieri, aggravando così il carico di lavorosulle risorse attualmente in servizio. Una situazione che crea un rischio concreto di sovraccarico assistenziale per gli infermieri, che già operano in un contesto di forte complessità sanitaria e con un crescente numero di pazienti fragili. Il personale infermieristico si trova a dover gestire un volume maggiore di pazienti con le stesse o addirittura inferiori risorse umane disponibili. Tale condizione può influire negativamente sulla qualità dell’assistenza, sulla sicurezza dei pazienti e sul benessere degli operatori, aumentando il rischio di burnout e di usura professionale. Le istituzioni e le direzioni sanitarie hanno gioco facile a trovare soluzioni d’emergenza, ma se queste si realizzano al netto delle dotazioni organiche in servizio è evidente che qualcuno rischia di rimetterci comunque la salute. La pandemia Coviddovrebbe aver insegnato qualcosa, ma oggi il mercato non trova infermieri da reclutare non disponendo di strumenti potenti di premialità che li convincano a rimanere nel servizio pubblico piuttosto che scappare all’estero o tornare a lavorare in regioni dove la vita ha ancora costi al limite della sostenibilità.
In questo contesto, è fondamentale ottimizzare le risorse dei servizi territoriali e indirizzare i pazienti con problematiche meno complesse verso i Punti di Primo Intervento attivi negli ospedali periferici, in modo da alleggerire il carico dei Pronto Soccorso principali. Parallelamente, si ribadisce l’importanza della vaccinazione antinfluenzale per ridurre complicanze respiratorie e gli accessi ospedalieri. Il potenziamento dei posti letto, dunque, pur essendo una risposta indispensabile all’attuale emergenza, evidenzia la necessità di un investimento altrettanto consistente sul fronte del personale infermieristico per garantirne l’efficacia. Solo con un adeguato equilibrio tra risorse strutturali e risorse umane sarà possibile assicurare un’assistenza di qualità, sicura e sostenibile nel tempo, tutelando sia i pazienti che gli operatori sanitari in prima linea anche in situazioni d’emergenza.
Ylenia Catania Cerro, Segretaria NurSind Genova, da noi raggiunta per un commento, ha dichiarato: “l’aumento dei posti letto è un segnale positivo se l’obiettivo è migliorare l’accesso alle cure. Tuttavia, senza un adeguato incremento degli organici — in particolare infermieristici — il rischio concreto è di avere posti letto solo sulla carta. In molte realtà il rapporto infermiere/paziente è già al di sopra degli standard raccomandati. Aggiungere nuovi posti letto senza adeguare le piante organiche significa aumentare la pressione sui professionisti, con ricadute sulla qualità dell’assistenza, sulla sicurezza e sulla sostenibilità del lavoro. L’assistenza non è un numero! Questa può essere un’occasione per programmare in modo strutturale il fabbisogno di personale, valorizzando realmente le professioni sanitarie.”
Prosegue Catania Cerro: “credo che il PNRR abbia rappresentato un’enorme opportunità di investimento per il Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto sul fronte delle infrastrutture territoriali. Ma in molte realtà si è assistito a un’accelerazione sulla realizzazione di nuove strutture e servizi senza una parallela pianificazione delle risorse umanenecessarie per farle funzionare; la conseguenza è che alcune strutture rischiano di rimanere “fantasma” perché mancano i professionisti per renderle realmente operative. L’investimento infrastrutturale deve andare di pari passo con una strategia chiara sul fabbisogno di personale.
Il PNRR può essere un’occasione di rilancio, ma solo se si accompagna a un serio piano nazionale per il reperimento, la formazione e la valorizzazione dei professionisti sanitari, che sono l’elemento senza cui nessuna riforma può funzionare”.
Andrea Tirotto
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