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Seconda tappa del "Disastro Tour Sanità" a Sassari

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 15/04/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

Seconda tappa della mobilitazione sindacale di denuncia dello stato disastroso in cui versa la sanità sassarese

 

E’ cominciata il 5 aprile con un primo blitz dell’Unione Sindacale Sassari, l’originale iniziativa che ha come scopo quello di informare la popolazione e denunciare la grave situazione in cui versa la sanità sassarese (Leggi l'articolo).

Nella prima tappa, si è messa in evidenza la grave condizione di disagio che deve essere affrontata dai cittadini per la più banale tra le prestazioni sanitarie note: il prelievo di sangue. (Leggi l'articolo) Un girone dantesco che comincia la mattina molto presto quando si forma una fila, già davanti ai cancelli chiusi dell’azienda e prosegue durante la mattinata senza alcuna certezza di riuscire a completare le operazioni legate al pagamento del tiket, del prelievo stesso e del ritiro dei referti. Il tutto gestito da personale incolpevole che cerca di svolgere il proprio lavoro dovendo sopportare il carico di stess derivato dalle giuste proteste del pubblico che esasperato, rischia spesso di lasciarsi andare a proteste più accese e clamorose ai limiti del rispetto fisico del prossimo e degli operatori.

Il "Disastro Tour" è proseguito ieri ed aveva come obbiettivo la denuncia delle improbabili condizioni in cui si trova ad operare il personale del pronto soccorso, subissato da una domanda costantemente sproporzionata rispetto alla capacità di dare risposte e offrire soluzioni. Il pubblico che per una ragione o per l’altra si presenta all’addetto del triage, vuoi giustamente o impropriamente non sta a noi dirlo, riceve una risposta da un infermiere che ha poi il compito di una sorveglianza continua di una quantità di pubblico che non è gestibile già per le carenze strutturali. E deve continuare a mantenere la calma nei confronti di persone e dei loro familiari che attendono in una fila che cresce e che non ha possibilità di essere smaltita in tempi ragionevoli posta la capacità di gestione di ogni singolo paziente che è pesantemente condizionata dalle carenze di personale medico e della gestione dei flussi da e per le diagnostiche che deve fare i conti con tempistiche legate anch’esse a croniche carenze strutturale e di personale. Insomma, si sa quando si entra al pronto soccorso ma non si sa quando si esce e questo quasi indipendentemente dal codice colore di assegnazione che 

viene assegnato. Perché oltre al pubblico che si presenta autonomamente c’è anche il flusso di pazienti che accede attraverso il 118, sistema 118 che viene spesso bloccato per l’impossibilità di reperire una barella dove adagiare l’infortunato di turno. Si parla da anni di soluzioni e recentemente ne è stata elaborata una completa processata dal sistema qualità e mai recepita dalla direzione generale. E’ tutto molto bene descritto nel comunicato stampa unitario diffuso dall’Unione Sindacale che potete leggere a questo link.

Ci permettiamo di aggiungere che il problema del congestionamento del pronto soccorso non è un caso originale di Sassari ma si è presentato in molte parti d’Italia e in molti casi è stato molto ridimensionato se non addirittura risolto. Come? Usando la filiera dell’assistenza domiciliare, fatta di personale infermieristico sulle ambulanze del 118, fatta di ambulatori infermieristici, di assistenza diretta con progetti quale l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, con l’apertura di reparti e ospedali a gestione infermieristica per la gestione delle cronicità e della post acuzie, con progetti avanzati legati al See & Traeth presso i pronto soccorso. Gli strumenti esistono da tempo, basterebbe copiare ed avere il coraggio di decidere che la sanità non è un prodotto diretto dei fattori medico e ospedale ma piuttosto il risultato di una pluralità di terreni di applicazione e attori del processo che deve ricomprendere terreni quali il domicilio del paziente e attori qualificati come gli infermieri. L’ospedale deve essere l’ultima risorsa cui ricorrere perché prima di questa ultima spiaggia, il cittadino deve trovare risposte rapide e pronte nell’ambito del domicilio e del territorio, nella piena sinergia tra l’assistenza infermieristica e le cure mediche territoriali.

A margine della manifestazione, la Segreteria NurSind Sassari ha allestito un banchetto informativo relativo al ricorso Cedu. Molti colleghi non avevano ancora capito di cosa si trattasse ed altri obbiettavano con argomenti improbabili, messi in giro da qualcuno che in barba all’Unione Sindacale di cui sopra, non ha proprio digerito questo scatto in avanti legittimo e inappuntabile e cerca di denigrare il lavoro altrui. E’ stata quindi l’occasione per fare chiarezza e fornire informazioni e consigli a quanti stanno sbrigando la pratica di accesso al ricorso.

Altre tappe sono previste nelle prossime settimane e la Segreteria NurSind Sassari ha già programmato i banchetti informativi ad Alghero il 21 Aprile e a Ozieri il 28 Aprile.

 

Andrea Tirotto