Bologna: il Pronto intervento ortopedico ora è anche privato.
La cronaca riporta puntualmente, anche sulle nostre colonne, i disagi degli utenti e degli operatori dei Pronto Soccorso sparsi in tutto il Paese, stretti nella morsa tra organici ridotti all’osso e accessi impropri da parte degli utenti.
Questi ultimi, soprattutto, generano lunghe attese e malumori, che in qualche circostanza sfociano anche in atteggiamenti nervosi se non violenti nei confronti degli operatori.
Leggiamo su Repubblica.it che a Bologna è stato avviato un servizio di Pronto intervento ortopedico, traumatologico e fisiatrico privato, a pagamento.
Realizzato all’interno del complesso Terme San Petronio – Antalgik, è operativo in orario feriale diurno e tratta le casistiche meno urgenti (codici bianchi e verdi) come lussazioni, distorsioni e patologie ortopedico-fisiatriche.
La visita costa 100 euro, interamente a carico del paziente, e potranno essere disposti accertamenti diagnostici da effettuare in regime di convenzione o con rimborso da fondi e casse assistenziali private.
Entusiasti il Direttore scientifico, e ideatore, Antonio Monti, e l’Assessore Comunale alla Sanità Luca Rizzo Nervo, per un’iniziativa che mette “a disposizione della città una via complementare al Pronto Soccorso ospedaliero”, e “che possa essere di aiuto sia ai cittadini bolognesi che al welfare”.
In realtà ci lascia un po’ perplessa questa iniziativa, non per il suo aspetto imprenditoriale, che sicuramente ha un senso e una prospettiva (e l’aggancio alle assicurazioni private dà il segno del sistema che sta prendendo piede anche in Italia), ma piuttosto per l’interpretazione secondo cui rappresenta un’idea “in grado di seguire l'evoluzione delle necessità della sanità pubblica”.
Se l’evoluzione della sanità pubblica è la sanità privata significa che sono la sua stessa natura e la sua sopravvivenza ad essere messe in discussione.
L’evoluzione della sanità pubblica dovrebbe essere una rete di servizi capace di rispondere ai bisogni dei cittadini nel migliore dei modi possibili ed accettabili, un sistema integrato fra realtà ospedaliere, strutture ambulatoriali, polifunzionali, assistenza territoriale.
Per non fare file interminabili al Pronto Soccorso è necessario che si creino le condizioni per ridurre gli accessi ai soli necessari, dando con altri strumenti risposta ai bisogni di salute di chi, non trovando conforto nella rete territoriale, si rivolge impropriamente al pronto soccorso.
Che qualcuno voglia e possa spendere 100 euro per non fare la fila al Pronto Soccorso è pacificamente legittimo, ma a nostro parere non possiamo considerare questa una risposta adeguata alle necessità dei cittadini ed al loro diritto alla salute.
Fonte: R.it Bologna, Bologna, il pronto soccorso privato per i casi meno gravi