Empoli. Infermieri sotto stress al Pronto Soccorso del "San Giuseppe": la denuncia del NurSind
Sedici ore vissute in un pronto soccorso nel caos, tra barelle ovunque, con medici e infermieri («pochi ed encomiabili») che lavorano a ritmi pazzeschi, tra urgenze e pazienti “parcheggiati” costretti a un’attesa infinita. Un’odissea, quella raccontata da un cittadino empolese, e pienamente confermata Segretario NurSind dell’Empolese Valdelsa, che denuncia una situazione al collasso e snocciola i numeri di una struttura che non riesce a sostenere - con l’organico attuale - la media di duecento accessi giornalieri registrata nelle ultime due settimane.
Carlo Zani ha accompagnato la madre al pronto soccorso di Empoli alle 4 del mattino. E ha saputo che la ricoveravano intorno alle 22, dopo 16 ore di visite, attese, silenzi e caos: «Per almeno un’ora - racconta - non riuscivo neanchea capire dove fosse finita». Ma Carlo non ce l’ha con il personale, anzi. Semmai contesta l’organizzazione: «Ho visto medici, infermieri e operatori socio-sanitari farsi in quattro per tutta la giornata, meriterebbero una medaglia d’oro per quello che fanno. Nei loro occhi si leggeva tutta la tensione e la pressione di chi sta lavorando - in un settore così delicato - oltre ogni limite. A mia madre era stato assegnato un codice giallo, quindi non era in pericolo di vita e c’erano persone che stavano peggio di lei. Ma sedici ore sono davvero troppe».
Un quadro caotico, confermato in pieno dall'Infermiere Gianni Piccini Segretario NurSind dell’Empolese Valdelsa, : «La carenza di posti al pronto soccorso è evidente: vengono utilizzate 30-35 barelle e spesso si fanno mandare letti daireparti, altrimenti non possono neanche far scendere i pazienti dalle ambulanze. Non solo. Ci sono grosse difficoltà anche per quanto riguarda i ricoveri: a causa della carenza di posti nei reparti di medicina, spesso i pazienti vengono dirottati in chirurgia, con ripercussioni sulla programmazione degli interventi».
Il problema delle attese al pronto soccorso di Empoli è noto da tempo, e ha trovato spazio anche nella relazione sanitaria aziendale sull’ormai ex Asl 11 - che prende in esame i dati dello scorso anno, cioè l’ultimo prima dell’accorpamento nell’Asl Toscana Centro.
Nello stesso documento si sottolinea anche la carenza di posti letto (almeno 250 tra i presidi di Empoli, Fucecchio e San Miniato). E in questi mesi abbiamo ricevuto varie segnalazioni si utenti alle prese con attese interminabili.
Ora però la situazione è precipitata: «Di solito - spiega Piccini - si viaggia a una media di 180 accessi giornalieri. In questi giorni, con il picco dell’influenza, c’è stato un incremento del 15% circa e si è superata quota 200. E la struttura è andata in tilt».
Prendiamo alcuni numeri: il pronto soccorso al nosocomio empolese ha circa 30 posti, ai quali vengono aggiunti proprio per quest’occasione almeno 4 o 5 letti da altri reparti. Gli infermieri che dovrebbero essere impiegati sono 11 per il turno di mattina, 11 per il pomeriggio e 8 per la notte. “Il livello numerico del personale – spiega Piccini – viene mantenuto, ma con conseguenze gravi. Il personale salta spesso le ferie e i giorni liberi, il coordinatore infermieristico ha notevoli difficoltà nel fissare gli orari”. Peggio va per i medici: “Sarebbero previsti 5 alla mattina, 5 al pomeriggio e 3 la notte ma viene rispettato solo il turno di notte. Al mattino e al pomeriggio sono 4 e 4”.
Tanti accessi, pochi posti, pochi medici: questo alla base del lavoro snervante a cui gli infermieri sono sottoposti. Per non parlare dei pazienti in attesa perché sono legati a un codice verde o bianco, quindi a bassa priorità.
“Noi del NurSind chiediamo un’analisi organizzativa del pronto soccorso, una task-force in tempi brevi: «Sicuramente tra i duecento accessi quotidiani ce ne sono anche alcuni “impropri”, con pazienti che non avrebbero bisogno del pronto soccorso.
Ridurre gli accessi - magari col supporto di strutture extra-ospedaliere - sarebbe positivo e auspicabile. Ma nell’immediato si deve intervenire con un potenziamento dell’organico, con 6-7 infermieri in più, in modo da dare un taglio alle attese e permettere al personale di lavorare in tranquillità».
Fonte: il tirreno