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Cure palliative a Brescia aumenta la domanda e calano gli infermieri

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 13/11/2017 vai ai commenti

LombardiaNurSind dal territorio

La Regione Lombardia in applicazione della normativa sui LEA, con DGR 5918/2016 ha integrato e articolato la rete delle cure palliative (Rete Regionale di Cure Palliative, RRCP) in Reti locali integrate (Rete Locale di Cure Palliative, RLCP). Nel nuovo scenario, il sistema delle Cure Palliative ha 4 forme erogative:

  • residenziale (Hospice),
  • domiciliare (Cure Palliative Domiciliari o UCP-Dom),
  • assistenza a ciclo diurno (Day Hospital o Day Hospice),
  • assistenza ambulatoriale o territoriale (ambulatori di medicina palliativa e di terapia del dolore e MAC-Macroattività Ambulatoriale Complessa).

A Brescia, l’Asst Franciacorta ha così deciso di affidare le cure palliative domiciliari agli infermieri che già si occupavano dell’assistenza domiciliare (da Corriere della Sera di Brescia).

Il problema è che aumentando i carichi di lavoro e le esigenze dettate dalle cronicità, i bisogni di cura e assistenza delle persone; l’azienda non ha investito in nuove assunzioni di personale infermieristico.

A garantire l’assistenza nel territorio di Franciacorta, ex distretto Orzinuovi e Chiari –Iseo, sono complessivamente 12 infermieri e in turno di reperibilità nei giorni festivi e la notte per gli interventi assistenziali urgenti, solo un infermiere. Reperibilità gravose perché nei giorni feriali secondo le disposizioni aziendali, inizia dalle 16,00 del pomeriggio e termina alle ore 8 della mattina, il sabato dalle 14, domenica e festivi tutto il giorno.

Assicurare ai 12 professionisti infermieri riposi, ferie e turni secondo le normative vigenti appare chiaramente impossibile, il servizio per essere funzionale dovrebbe assumere ulteriori 3-4 unità infermieristiche.

Cresce la protesta degli infermieri del servizio cure domiciliari, non riescono a far fronte a tutte le richieste dell’utenza. Intanto l’Ast di Brescia prende tempo, sta valutando le domande di riclassificazione di 20 strutture, 7 hospice e 13 che erogano terapia oncologica domiciliare. L’obiettivo è di superare la suddivisione tra tipologia sanitaria e socio-assistenziale per ottenere un unico ente sanitario.

In questo nuovo scenario, è ipotizzabile che anche il servizio di cure palliative nel territorio di Brescia, possa trovare una sua esternalizzazione con il privato, come già sta accadendo in altre realtà italiane.

 

Ph credit: cbsla.files.wordpress.com