Acqua contaminata sulla Duilio. Le testimonianze che confermano la denuncia dell’Infermiere Boi
Lo squarcio nel silenzio aperto da Emiliano Boi, infermiere e maresciallo della Marina, ha permesso di abbattere quel muro di omertà tipico degli ambienti militari, e forse la verità sull’acqua contaminata utilizzata a bordo della Nave Duilio verrà a galla.
Emiliano Boi, è reo di aver rivelato comunicazioni militari riservate a Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari e della polizia, ovvero di aver rivelato il contenuto degli accertamenti condotti sulla potabilità dell' acqua utilizzata a bordo della nave in cui il maresciallo infermiere prestava servizio, ossia la "Caio Duilio".
I fatti risalgono al 2011: l’acqua che viene bevuta sulla nave è autoprodotta con dei dissalatori. I dubbi sollevati dall’infermiere sulla potabilità dell’acqua, inducono il Comandante a fare effettuare delle ulteriori analisi dall’Arpal. Risultato: la non conformità dell’acqua per uso umano, per la presenza di Trialometani ed idrocarburi, sostanze cancerogene volatili, sostanze che il laboratorio militare non aveva rilevato.
Della vicenda, che porterà l’infermiere maresciallo davanti ai giudici del Tribunale di Verona se ne è occupata la trasmissione televisiva “Le Iene”, protagonista di diversi inseguimenti e reticenze da parte degli alti vertici della Marina Militare e l’imposizione del silenzio all’equipaggio.
Ma il muro del silenzio sta venendo giù, sono sempre più numerose, le testimonianze sull’esistenza di analisi preoccupanti, si parla con insistenza del batterio della legionella, nelle tubazioni e nelle cisterne. Si parla di altri inquinanti, come il benzene. Chi scopre di avere patologie, che potrebbero essere riconducibili a questo tipo di contaminazione, non pensa più di essere stato vittima della mancata prevenzione.
Luca Marco Comellini, del partito dei diritti dei militari, ha dichiarato sulle pagine de il Secolo XIX: «Siamo rimasti inascoltati sia dalle istituzioni parlamentari che da tutti i governi e ministri della difesa che si sono succeduti nel tempo. La Marina militare ha un grosso problema da risolvere e non è con le parole che potranno farlo, ci vogliono i fatti. All’ammiraglio Girardelli abbiamo chiesto di farci vedere le analisi effettuate dalla Marina, sulle acque destinate al consumo umano, a bordo delle navi militari fin dall’entrata in vigore del decreto legislativo 31/2001. Purtroppo, fino ad oggi abbiamo potutoleggere soltanto dei comunicati stampa che ci dicono che è tutto regolare. Noi non gli crediamo e continueremo a non credergli fino a quando non ci mostrerà i risultati delle analisi».
ph credit: dal web
di