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Si è sempre fatto così

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 23/07/2018 vai ai commenti

EditorialiSardegna

Più di una volta mi è stato chiesto: "Quali sono per te i problemi più rilevanti che oggi hanno gli infermieri?".

 

Spesso ho dato delle risposte di cui nemmeno ricordo più nulla ma una volta in particolare ho pensato più del solito molto a questa domanda e alla possibile risposta senza venirne a capo finché non mi sono imbattuto per caso in un'interessantissima lettura che ha reso il compito un po' più semplice. Si tratta di un esperimento scientifico che vi propongo perché credo che il suo risultato abbia non poche pertinenze con la nostra condizione e con la risposta alla fatidica domanda.

 

ESPERIMENTO, PRIMA PARTE.

 

Nel 1967 il Dott. Stephenson rinchiude 5 scimmie in una grande gabbia. All’interno mette una scala e un casco di banane in cima.

 

Le scimmie si accorgono immediatamente delle banane e una di loro si arrampica sulla scala. Appena lo fa però, lo sperimentatore la spruzza con dell’acqua gelida. Poi riserva lo stesso trattamento alle altre 4 scimmie.

 

La scimmia sulla scala torna a terra e tutte e 5 restano sul pavimento, bagnate, al freddo e disorientate. Presto però la tentazione delle banane è troppo forte e un’altra scimmia comincia ad arrampicarsi sulla scala. Di nuovo lo sperimentatore spruzza l’ambiziosa scimmia e le sue compagne con l’acqua gelata. Quando una terza scimmia prova ad arrampicarsi per arrivare alle banane le altre scimmie, volendo evitare di essere spruzzate, la tirano via dalla scala malmenandola. Da questo momento le scimmie non proveranno più a raggiungere le banane.

 

La seconda parte dell’esperimento prevede l’introduzione di una nuova scimmia nella gabbia. Appena questa si accorge delle banane prova naturalmente a raggiungerle. Ma le altre scimmie, conoscendo l’esito, la obbligano a scendere e la picchiano. Alla fine anche lei, come le altre 4 scimmie, rinuncia a mangiare la banana senza mai essere stata spruzzata con l’acqua gelata, quindi senza sapere perché non potesse farlo.

 

A questo punto un’altra scimmia scelta tra le 4 originarie rimaste, è stata sostituita con una nuova. Il nuovo gruppo era composto da 3 delle scimmie iniziali (che sapevano perché non tentare di prendere la banana), 1 scimmia che aveva imparato a rinunciare alla banana a causa della reazione violenta delle altre e 1 scimmia nuova.

 

La scimmia nuova, come previsto, tenta di raggiungere la banana. Come era avvenuto con la scimmia precedente, le altre scimmie le impediscono di raggiungere il frutto senza che il ricercatore dovesse spruzzare dell’acqua. Anche la prima scimmia sostituita, quella che non era mai stata spruzzata ma era stata dissuasa dalle altre, si è attivata per impedire che l’ultima arrivata afferrasse la banana.

 

LA CONCLUSIONE DELL’ ESPERIMENTO

 

La procedura della sostituzione delle scimmie viene ripetuta finché nella gabbia sono presenti solo scimmie “nuove”, che non sono mai state spruzzate con l’acqua.

 

L’ultima arrivata tenta naturalmente di avvicinarsi alle banane ma tutte le altre glielo impediscono: nessuna di esse però conosce il motivo del divieto!

 

Stephenson descrive l’atteggiamento inquisitore dell’ultima scimmia arrivata, come se cercasse di capire il perché del divieto di mangiare quella banana così invitante. Nel suo racconto le altre scimmie si sono guardate tra loro, quasi a cercare questa risposta. Il problema è che nessuna delle scimmie presenti la conosceva, perché nessuna era stata punita dallo sperimentatore per averci provato, era stato il gruppo a opporsi.

 

Una nuova regola era stata tramandata alla generazione successiva, ma le sue motivazioni erano scomparse con la scomparsa del gruppo che l’aveva appresa.

 

Se fosse stato possibile chiedere alle scimmie perché picchiavano le compagne che provavano a salire sulla scala, la risposta sarebbe stata più o meno questa: “Non lo so, è così che si fa da queste parti!”.

 

"Non lo so, è così che si fa da queste parti". Una frase che suona terribilmente familiare ad un'altra che ho sentito pronunciare spesso nella mia carriera, dapprima come studente, poi come professionista e purtroppo ancora oggi con tremendo eco: "si è sempre fatto così".

 

Una frase istantanea come una fotografia esatta e spietata dello stato delle cose che sintetizza almeno l'origine di molti problemi che ci affliggono.

 

Si è sempre fatto così è il titolo di quella enciclopedia infermieristica che mi accompagna da quando ho messo per la prima volta piede in ospedale. E se wikipedia funziona grazie al contributo libero che verifica la definizione lasciata da un utente e nel caso la corregge, la nostra WikiNurse è invece fondata su dogmi solidi almeno quanto l'immacolata concezione. E non potevo scegliere paragone più opportuno considerato che ogni otto dicembre mi diverto a chiedere ai cattolici, fedeli o presunti tali, se sappiano cosa sia.

 

La nostra WikiNurse non è modificabile e se qualcuno ci prova finisce a prendere il caffè da solo in bagno, degradato dal privilegio di accedere alla cucinetta di reparto, li dove WikiNurse cede il posto ad un'altra mitica enciclopedia, composta da un infinito numero di pesantissimi tomi grondanti di fatti altrui e lamentele d’ogni ordine e grado.

 

L'assimilazione di questo comportamento che ci rende così simili alle scimmie dell'esperimento, incapaci di spiegare come apatia e ignavia siano diventati atteggiamenti tramandati senza conoscerne le motivazioni e che ci impediscono di porci domande e di trovare soluzioni a vecchi problemi, è ormai uno status. Qualcosa che può essere risolto solo con uno shock.

 

Uno shock che può provenire solo dai giovani e dalle nuove generazioni, abituati ad un ragionamento critico, rapido e immediato perché supportato dalla possibilità di accedere alle informazioni in maniera istantanea e contestuale. Lo sanno bene gli studenti che hanno avuto la sfortuna di finire tra le mie mani e ai quali ho cercato di evitare di raccontare "la mia versione dell'intramuscolare" che ho invece spinto ad usare la curiosità come arma suprema di sopravvivenza e conoscenza.

 

L'informazione, mossa da curiosità e senso critico come unico strumento di crescita professionale e di lotta al "si è sempre fatto così".

 

Andrea Tirotto

 

ph credits ilcubo.it