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Infermieri e contratto part-time. Dalla 104 alla pensione, tutto quello che devi sapere.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 21/08/2018 vai ai commenti

Leggi e sentenze

Conciliare il lavoro con la vita privata e familiare o permettere all’azienda di assumere riducendo notevolmente i costi, motivazioni principali per le quali, il contratto part-time si è diffuso nelle aziende, un pò meno in quelle sanitarie.

Vedremo quindi di seguito come funziona un contratto part-time, dalle ore di lavoro spettanti, alle ferie, ai permessi della legge 104.

 

Il contratto di lavoro part-time

Fermo restando che i lavoratori part-time hanno gli stessi diritti dei lavoratori con contratto full-time, la loro quantità di lavoro prestata è ridotta del 30%, 50% o 75% rispetto a questi ultimi.

Il lavoratore a tempo parziale deve coprire un minimo di prestazione lavorativa non inferiore al 30% del tempo pieno.

Il contatto part-time può essere: orizzontale, verticale, misto.

 

Orizzontale: l’attività è prestata in tutte le giornate lavorative, ma per un numero minore di ore

 

Verticale: l’attività giornaliera è prestata con orario pieno, ma solo in alcune giornate, settimane o mesi

 

Misto: contiene le caratteristiche di entrambe le tipologie: pertanto, il dipendente lavora con orario giornaliero ridotto, e per un minor numero di giornate.

 

 

Chi ha diritto al part-time

Il decreto legislativo 81/2015 definisce quali sono i lavoratori che hanno diritto al contratto di lavoro part-time:

  • lavoratori del settore pubblico e del settore privato affetti da patologie oncologiche nonché da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti, con ridotta capacità lavorativa residua, anche a causa degli effetti invalidanti di terapie salvavita

  • in caso di patologie oncologiche o gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti riguardanti il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore o della lavoratrice, nonché nel caso in cui il lavoratore o la lavoratrice assista una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa per cui gli è già stata riconosciuta la Legge 104, che abbia necessità di assistenza continua in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita

  • su richiesta del lavoratore o della lavoratrice, con figlio convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente portatore di handicap

  • i dipendenti portatori di handicap o in particolari condizioni psicofisiche

  • i dipendenti che rientrano dal congedo di maternità o paternità

  • i dipendenti con documentata necessità di sottoporsi a cure mediche incompatibili con la prestazione a tempo pieno

  • i dipendenti che hanno necessità di assistere i genitori, il coniuge o il convivente, i figli e gli altri familiari conviventi, senza possibilità.

  •  

  • alternativa di assistenza, per programmi terapeutici e/o di riabilitazione per tossicodipendenti

  • genitori con figli minori, in relazione al numero di figli.

 

In generale va data priorità ai dipendenti che assistono i familiari portatori di handicap o affetti da gravi patologie o ai genitori con minori a carico.

Qualora le domande di richiesta part-time che giungono in amministrazione siano maggiori dei posti disponibili, l’ente ha il dovere di stilare una graduatoria.

 

 

L’ Azienda può respingere la richiesta di trasformazione del contratto da full-time a part-time?

Il dipendente che intende trasformare il rapporto di lavoro da full-time a part-time deve inoltrare richiesta all’amministrazione che, entro 60 giorni dovrà rispondere con parere positivo o negativo.

La richiesta di part-time può essere negata nei seguenti casi:

 

  • sia stato già raggiunto il limite del 25%

  • la richiesta sia motivata dalla necessità di svolgere, nel contempo, un’attività di lavoro autonomo o subordinato che però comporta una situazione di conflitto di interesse con l’attività svolta in azienda, o ci sia comunque una situazione di incompatibilità

  • in relazione alle mansioni ed alla posizione di lavoro ricoperta dal dipendente, si determini un pregiudizio alla funzionalità del servizio.

 

 

Ho un contratto a tempo parziale, posso svolgere un’ altra attività lavorativa?

I dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale, la cui prestazione lavorativa non sia superiore al 50% di quella a tempo pieno, possono svolgere un’altra attività lavorativa e professionale, subordinata o autonoma, anche mediante l’iscrizione ad albi professionali, nel rispetto delle norme in termini di incompatibilità e di conflitto di interessi. I dipendenti devono comunicare, entro 15 giorni, all’azienda l’eventuale inizio o variazione dell’attività lavorativa.

 

Lavoro supplementare, come funziona

Il ricorso al lavoro supplementare è ammesso per specifiche esigenze organizzative o in presenza di particolari situazioni di difficoltà organizzativa conseguenti ad assenze di personale non prevedibili ed improvvise.

Se un dipendente lavora per un numero di ore superiore a quelle previste dal suo contratto a tempo parziale, ma inferiore all’orario full time, parliamo di lavoro supplementare. Si parla di lavoro straordinario, invece, quando si supera il normale orario di 40 ore.

La misura massima della percentuale di lavoro supplementare è pari al 25% della durata dell’orario di lavoro a tempo parziale concordata, ed è calcolata in base all’orario mensile, previsto dal contratto individuale del lavoratore e da utilizzare nell’arco di più di una settimana.

Nel caso di rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale, con prestazione dell’attività lavorativa in alcuni mesi dell’anno, la misura del 25% è calcolata in relazione al numero delle ore annualmente concordate.

Il lavoratore può rifiutare lo svolgimento di prestazioni di lavoro supplementare se vi sono comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale.

 

Si può modificare l’orario part time?

All’interno del contratto part time devono essere indicate le ore di lavoro in maniera precisa e puntuale, con riferimento al giorno, alla settimana, al mese o all’anno. Il datore di lavoro non ha la possibilità, pertanto, di modificare a suo piacere la collocazione temporale della prestazione lavorativa, a meno che non esistano dei preventivi accordi, le cosiddette clausole elastiche; queste clausole possono essere anche previste nel contratto collettivo.

 

A quante giornate di ferie hanno diritto i lavoratori part time?

  • I dipendenti a tempo parziale orizzontale hanno diritto ad un numero di giorni di ferie pari a quello dei lavoratori a tempo pieno.

  • I lavoratori a tempo parziale verticale hanno diritto ad un numero di giorni di ferie e di festività soppresse proporzionato alle giornate di lavoro prestate nell'anno.

In entrambi casi, il trattamento economico è commisurato alla durata della prestazione giornaliera. Il criterio di proporzionalità si applica anche per le altre assenze dal servizio previste dalla legge e dal CCNL, comprese le assenze per malattia.

 

Ai lavoratori part time spettano tredicesima e quattordicesima?

Per la maturazione della tredicesima e della quattordicesima sono normalmente valide le osservazioni esposte in merito alla maturazione delle ferie:

  • contratto di part time orizzontale i ratei delle mensilità aggiuntive maturano per intero, anche se l’importo da liquidare risulta, logicamente, corrispondente all’orario effettuato, poiché la base di calcolo è la retribuzione in essere, già riproporzionata all’effettivo orario di lavoro.

  • Contratto part time verticale o misto, bisogna aver riguardo alle disposizioni previste negli accordi collettivi applicati; generalmente, si procede a una proporzione delle giornate lavorate rispetto alla totalità delle giornate lavorative.

 

Il dipendente part time ha diritto ai permessi Legge 104?

  • Chi ha un contratto part time orizzontale, cioè chi lavora tutti i giorni, ma per un numero di ore inferiori all’orario giornaliero ordinario, ha ugualmente diritto a 3 giorni di permesso al mese.In relazione a ogni giornata, ovviamente, le ore di permesso spettanti sono di meno, così come sono di meno le ore lavorate: questa non è una discriminazione, considerando che il diritto non viene tolto, ma viene riproporzionato in base alla quantità del lavoro prestato.

 

  • Per quanto riguarda i lavoratori con part time verticale, cioè che prestano la propria attività soltanto per alcune giornate la settimana, o per alcuni periodi dell’anno, il calcolo dei permessi Legge 104 spettanti è differente.

    Nella generalità dei casi, il numero dei giorni di permesso retribuito va ridimensionato in proporzione alle giornate di lavoro prestate, arrotondando.Se, però, il dipendente presta servizio per oltre la metà delle giornate lavorative settimanali, ad esempio se lavora almeno 4 giorni su 6, i 3 giorni di permesso Legge 104 spettano per intero e non devono essere riproporzionati.

 

Part-time e Pensione

I lavoratori con contratto di lavoro part time, avendo una retribuzione inferiore a quella dei dipendenti a tempo pieno, hanno diritto a un minore accredito di contributi previdenziali, che diminuisce l’ammontare della pensione.

In certe ipotesi, i bassi versamenti di contributi possono anche influire negativamente sul diritto alla pensione: è il caso non solo del part time verticale e misto, che prevedono dei periodi non lavorati e, logicamente, non coperti da contribuzione, ma anche del part time orizzontale, se la retribuzione è inferiore al minimale.

Il minimale è il limite minimo di stipendio da rispettare per permettere l’accredito dei contributi, cioè lo “stipendio minimo” sul quale vanno calcolati i contributi (tramite l’applicazione dell’aliquota prevista): se l’imponibile risulta inferiore al valore minimale determinato dall’Inps, i contributi si calcolano su quest’ultimo valore e gli accrediti sono diminuiti in proporzione.

 

da La legge per tutti

ph credit: dal web

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