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Sanità Sicilia. Mille Infermieri in pensione con quota 100, il NurSind: "turni ormai insostenibili, ecco come potenziare gli organici"

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La Redazione
Pubblicato il: 02/07/2019 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioSicilia

Aumentare i parametri su cui si calcolano le dotazioni organiche per gli "INFERMIERI" e potenziare il numero di Oss per ciascun posto letto, con maggiore attenzione a medicine e ortopedie eliminando il demansionamento degli infermieri. 

Sono le richieste del NurSind Sicilia, che in un documento condiviso e sottoscritto dalle nove segreterie territoriali,  propone all’assessorato regionale alla Salute delle modifiche alle linee d’indirizzo regionali per la rideterminazione delle dotazioni organiche.

In particolare si chiede di elevare i coefficienti di calcolo del 25 per cento, per i Professionisti Infermieri, per ogni unità operativa al fine di mettere in sicurezza le strutture sanitarie e fornire adeguati livelli assistenziali ed aumentare a 0,4 – 0,5 unità di Oss per posto letto. 

Secondo la nota del NurSind, che porta la firma anche del vicesegretario nazionale Salvo Vaccaro, la situazione legata alla carenza di personale rischia di danneggiare l’assistenza "a maggior ragione perché il personale infermieristico che lascerà il servizio a causa del pensionamento legato alla cosiddetta “quota 100” dai dati in nostro possesso dovrebbe superare le mille unità entro l’anno e, a causa della finestra. La situazione é comunque già gravemente fuori controllo". 

Il NurSind spiega inoltre che il calcolo delle dotazioni organiche esclusivamente sul numero dei posti letto "non consente di quantificare in misura realistica le risorse necessarie che di fatto restano ampiamente sottostimate. In sostanza non si tiene conto delle assenze a vario titolo come 104, permessi per motivi personali, malattie, congedi retribuiti, che gravano esclusivamente sul personale che rimane in servizio. Le assenze per brevi e medi periodi - aggiungono dal NurSind - non vengono quasi mai sostituite”. 

E ancora. Non è raro nel periodo estivo "che i coordinatori infermieristici non riescano a garantire né una turnistica in ossequio alla legge, né i riposi spettanti per il recupero psicofisico del personale. Non viene rispettata in molte aziende la norma che prevede lo stacco di 11 ore  tra un turno e un altro, riposi saltati, sistema delle reperibilità nelle sale operatorie fuori controllo".

Da qui una situazione che vede orari di lavoro eccessivi e il mancato rispetto di periodi minimi di riposo “che potrebbero configurare per l’azienda sanitaria, in caso di evento avverso, una condotta colposa che farebbe, come pensiamo stia facendo, aumentare il contenzioso giuridico nelle aziende sanitarie rappresentando un aggravio dei costi anziché un risparmio”.