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Infermieri turnisti. Sono obesi, sviluppano la sindrome metabolica, sono a rischio infarto ed ictus

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/07/2019

Studi e analisi

 

Diabete e malattie cardiovascolari sembrano colpire maggiormente i lavoratori turnisti.

Queste sono spesso associate alla Sindrome Metabolica la cui patogenesi sembra riconducibile all’insulino-resistenza, ed è caratterizzata dalla contemporanea presenza di più fattori quali l’adiposità addominale, la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa e l’iperglicemia.

La sindrome metabolica 

Detta anche, sindrome da insulino resistenza è una combinazione pericolosa di alcuni fattori di rischio cardiovascolare che, correlati tra loro e in presenza di valori del sangue anche solo leggermente fuori dalla norma, possono dare origine ad una situazione che pone ad alto rischio di infarto e di ictus ogni individuo.

Ma la sindrome metabolica può essere un fattore predisponente anche la formazione di diversi tumori: della mammella, della prostata, dell'ovaio, del pancreas, del fegato, del rene e persino del cervello.

 

DIAGNOSI

La diagnosi si basa sulla misurazione di alcuni semplici parametri: 

  • Circonferenza vita: (>102 cm uomo o >88 cm donna)
  • Pressione arteriosa: (pressione sistolica ≥ 130 mmHg e diastolica ≥ 85 mmHg)
  • Colesterolo Hdl: (
  • Trigliceridemia: (>150 mg/dl)
  • Glicemia: (>110 mg/dl)

Per la diagnosi di sindrome metabolica è necessaria la coesistenza di almeno tre fattori di rischio alterati o comunque trattati farmacologicamente. 

 

FATTORI DI RISCHIO

La sindrome metabolica aumenta il rischio cardiovascolare in maniera proporzionale al numero di fattori di rischio presenti e con modalità additive all’impatto dei singoli fattori.

Le cause sono da ricercare in una combinazione di scorrette abitudini (dieta e scarsa attività fisica) e predisposizione familiare (genetica).

Queste cause portano all’accumulo di grasso addominale, che a sua volta ha un ruolo determinante nel favorire la combinazione dei diversi fattori di rischio.

Tra questi, la resistenza all’insulina è fondamentale nell’insorgenza non solo di iperglicemia e diabete, ma anche della dislipidemia e dell’ipertensione.

L’ incremento del rischio di sviluppare la sindrome metabolica nei lavoratori a turni, sarebbe l’alterazione dei ritmi circadiani, lo scarso supporto sociale e le modificazioni del comportamento e degli stili di vita.

La desincronizzazione dei ritmi circadiani, la scarsa quantità e la cattiva qualità del sonno nei lavoratori a turni e nei turnisti notturni oltre a comportare la comparsa di alterazioni del sistema neuropsichico provocano spesso malattie cardiocircolatorie quali ipertensione, aterosclerosi, aritmie cardiache e persino infarto del miocardio.

La desicronizzazione dei ritmi dell’insulina, dei lipidi e del GH oltre a quelli del cortisolo, possono provocare effetti patologici sul metabolismo lipidico e glucidico

Lo studio, condotto su 552 lavoratori marchigiani comprendente anche 130 infermieri che svolgevano lavoro a turni e notturno, si è posto l’obiettivo di verificare la presenza di differenze significative nella prevalenza di Sindrome metabolica (SM)tra operatori sanitari e lavoratori con diverso profilo professionale e tra gli operatori sanitari turnisti nei confronti sia degli operatori sanitari giornalieri.

  • Gli operatori sanitari posti a confronto con il gruppo costituito da forestali ed operai:

presentavano valori medi di circonferenza addome, glicemia, trigliceridemia e pressione arteriosa sistolica significativamente maggiori rispetto ai controlli; tale dato potrebbe essere influenzato dalla differenza significativa (tra età media registrata nel gruppo più giovane formato da forestali ed operai (età media in anni 38.5±8.3) rispetto all’età degli operatori sanitari (età media in anni 44.1±9.3).

  • Gli operatori sanitari turnisti posti a confronto con i non turnisti risultavano avere valori medi significativamente più elevati sia di circonferenza addome, che di trigliceridemia mentre i valori di colesterolo HDL sono risultati significativamente più bassi nei turnisti rispetto ai non turnisti.

La prevalenza di casi di SM rilevata negli infermieri turnisti risulta sempre maggiore. L’escalation della prevalenza coinvolge soprattutto il sesso maschile, mentre l’aumento dei casi di adiposità addominale interessava entrambi i sessi.

Lo studio ha dimostrato come gli operatori sanitari rappresentino una categoria professionale maggiormente esposta al rischio di disturbi metabolici rispetto ad altri lavoratori. Un ruolo importante sembra svolgerlo il lavoro a turni e notturno che interferendo sia con il ritmo circadiano sonno/veglia che con il ritmo circadiano del metabolismo lipidico legato all’irregolarità negli orari di assunzione del cibo, determinano nei turnisti l’incremento dei valori della circonferenza addome e dei trigliceridi, con una tendenza a minori valori protettivi legati al colesterolo HDL. Alcuni studi pongono l’accento sul valore predittivo della circonferenza addominale che quando aumenta sembra innescare una serie di conseguenze metaboliche a cascata che possono portare all’insorgenza di dislipidemia e del diabete mellito.

 

Da: Importanza della circonferenza vita per la diagnosi di sindrome metabolica e per la valutazione del rischio cardiovascolare nei lavoratori turnisti A. COPERTARO, M. BRACCI*, MARIELLA BARBARESI, LORY SANTARELLI* Servizio del Medico Competente, ASUR-Zona 7 Ancona * Medicina del Lavoro, Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative, Università Politecnica delle Marche, Ancona