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Insonnia, ansia e depressione: scoperto un circuito cerebrale comune

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 08/05/2025

AttualitàStudi e analisi

Uno studio olandese su oltre 40.000 persone rivela somiglianze e differenze tra i disturbi mentali più diffusi, aprendo nuove strade per trattamenti integrati e più efficaci.

Insonnia, ansia e depressione sono tra i disturbi mentali più diffusi a livello globale. Nonostante esistano trattamenti, molti pazienti continuano a convivere con sintomi ricorrenti e solo parzialmente controllati. Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Netherlands Institute for Neuroscience, in collaborazione con la Vrije Universiteit di Amsterdam, ha indagato i correlati cerebrali di questi tre disturbi, offrendo nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche.

Analizzando le risonanze magnetiche cerebrali di oltre 40.000 partecipanti provenienti dalla banca dati del UK Biobank, il team guidato da Siemon de Lange, Elleke Tissink ed Eus van Someren ha cercato di comprendere quali alterazioni cerebrali siano condivise tra insonnia, ansia e depressione e quali invece siano specifiche per ciascun disturbo.

“Abbiamo osservato – spiega Elleke Tissink – che tutti e tre i disturbi presentano una ridotta superficie della corteccia cerebrale, un volume talamico minore e una connettività cerebrale globale più debole”.

Tuttavia, lo studio ha anche identificato anomalie distintive:

  • Insonnia: associata a un ridotto volume nelle aree cerebrali coinvolte nel sistema della ricompensa.
  • Depressione: correlata a una corteccia cerebrale più sottile nelle aree deputate al linguaggio e all’elaborazione emotiva.
  • Ansia: legata a una reattività ridotta dell’amigdala e a una connettività funzionale compromessa nelle aree cerebrali in cui agiscono neurotrasmettitori come dopamina, glutammato e istamina.

Uno dei risultati più interessanti riguarda la scoperta che le aree cerebrali coinvolte fanno tutte parte di uno stesso circuito funzionale: l’asse amigdala–ippocampo–corteccia prefrontale mediale. Questo suggerisce che, sebbene ogni disturbo presenti caratteristiche uniche, esiste un substrato cerebrale condiviso che potrebbe spiegare la frequente comorbidità tra queste condizioni.

“È la prima volta – conclude Tissink – che questi tre disturbi vengono studiati insieme su scala così ampia. Comprendere questi meccanismi comuni potrebbe aiutarci a sviluppare trattamenti più mirati. È significativo, ad esempio, che trattare l’insonnia porti a miglioramenti anche nei sintomi depressivi: comprendere il perché di questo fenomeno potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico.”

Lo studio è stato pubblicato su Nature Mental Health con il titolo Multimodal brain imaging of insomnia, depression and anxiety symptoms indicates transdiagnostic commonalities and differences (2025).