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Bambini e la paura degli aghi. Cosa possono fare gli infermieri? Revisione della letteratura

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 10/08/2019 vai ai commenti

Nursing

Premessa

Una recente revisione sistematica e metanalisi ha rivelato che la maggior parte dei bambini mostra paura dell'ago, mentre negli adolescenti, la prevalenza variava dal 20% al 50% e dal 20% al 30% nei giovani adulti (McLenon & Rogers, 2019).

Il motivo principale per cui i bambini temono gli aghi è ovvio: a meno che non vengano prese, delle “contro-misure”, essere costretti, “bloccati”, mentre viene inserito un ago, fa male. 

Insieme al trauma dell'evento, questo dolore e paura possono contribuire allo sviluppo di fobie degli aghi, che permanendo anche nell’età adulta, sono ulteriore motivazione alla rinuncia/riluttanza all’immunizzazione attiva (vaccinazioni), strategiche e potenzialmente salvavita (vedi ad es. vaccinazioni come il morbillo, difterite, tetano e antinfluenzale).

Taddio e al. (2012), per quanto riguarda la paura dell'ago e la non conformità con l'immunizzazione dovuta alla paura dell'ago, hanno realizzato un’indagine su un campione di genitori ( n = 883) e bambini ( n = 1024), in visita ad un museo pubblico in Canada. Il 24% dei genitori e il 63% dei bambini ha riferito la paura degli aghi, con il 7% dei genitori e l'8% dei bambini che ha affermato che questa paura era la ragione principale della non conformità dell'immunizzazione.

La ricerca suggerisce che la paura delle iniezioni si sviluppa intorno all'età di 5 anni e ha un impatto negativo sulla conformità alle vaccinazioni (Baxter, Cohen, Burton, Mohammer e Lawson, 2017). Un’Azienda pediatrica privata, Baxter et Al. (2017), ha indagato su quanto l’ansia da ago potesse influenzare l’aderenza alle vaccinazioni. Quindi in prima istanza ha chiesto ai genitori e ai bambini dai 10 ai 12 anni di valutare su una scala analogica visiva di 100 mm (10 cm), l'ansia dell'ago. Successivamente queste misurazioni, “dell’angoscia da ago”, sono state confrontate con i precedenti personali registri di vaccinazione. Dei 120 arruolati, 117 hanno ricevuto vaccinazioni in età prescolare tra i quattro e i sei anni. I ricercatori hanno scoperto che ridurre il numero di iniezioni in un solo giorno, riduce la paura degli aghi. Ovvero i bambini che avevano ricevuto anche più vaccinazioni ( iniezioni) in un sol giorno, mostravano nel tempo un’ansia ridotta “all’ago”,  rispetto ad altri che avevano distribuito le vaccinazioni, in più appuntamenti. Altri ricercatori e professionisti sanitari stanno affrontando il motivo principale alla base della paura: il dolore associato agli aghi.

 

Cambiare si può e si deve

Il dolore, non è un prezzo ineluttabile. Come sempre sono i genitori i migliori alleati dei propri figli. Sono loro per primi che hanno messo in crisi la cultura sanitaria, ponendo una semplice domanda: “Mio figlio ha dolore. Cosa si può fare per gestire il dolore di mio figlio?”  (Chambers in Klass, 2019). Chambers in Canada, guida il gruppo di ricerca "It Doesn't Have to Hurt" (Non Deve far Male) ( https://itdoesnthavetohurt.ca ) che collabora con i genitori per migliorare la gestione del dolore per i bambini. Il gruppo sta conducendo un sondaggio, "Gli aghi non devono ferire" per la gestione del dolore da vaccinazione del bambino, dove sono registrate le opinioni dei genitori su un foglio informativo, ( https://immunize.ca/sites/default/files/ risorse / parentscanada-ad-feature-aghi-dont-have-to-hurt.pdf). 

Alcuni ospedali stanno stabilendo politiche ambiziose per ridurre o eliminare il dolore associato agli aghi. Un'organizzazione internazionale, ChildKind ( http://childkindinternational.org ), lavora per ridurre il dolore e la sofferenza inutile dei bambini, indipendentemente dal loro sito di cura, attraverso l'educazione e la valutazione delle strutture sanitarie che hanno sviluppato procedure standardizzate, approcci collaborativi al trattamento del dolore infantile, tali da poter accreditare come Ospedali certificati ChildKind. I criteri di base necessari per la certificazione ChildKind sono:

  1. Presenza nella struttura, di una politica sulla valutazione, prevenzione e gestione del dolore, che dimostri un chiaro impegno istituzionale per alleviare il dolore.
  2. Formazione continua per personale, tirocinanti e pazienti, sulla gestione del dolore.
  3. Prova dell'uso prolungato di un processo evolutivamente appropriato per la valutazione del dolore.
  4. Protocolli specifici informati sull'evidenza, per la prevenzione e la gestione del dolore, inclusi metodi farmacologici, psicologici e fisici.
  5. Autocontrollo istituzionale regolare, nell'ambito di un costante miglioramento della qualità.

Ad oggi, gli ospedali che in America hanno ricevuto la certificazione, sono: Boston Children's Hospital, Connecticut Children's Medical Center, Seattle Children's Hospital, Children's Minnesota, Rainbow Babies and Children's Hospital, Ann & Robert H. Lurie Children's Hospital e Hospital for Sick Children.

L’ospedale pediatrico del Minnesota, certificato ChildKind, per la gestione del dolore da aghi, ha avviato la "Comfort Promise", composta quattro elementi (Klass, 2019):

  1. Anestetizza la cute. La lidocaina topica è disponibile (anche in libera vendita in America), ed è sicura anche per i neonati. L'anestesia topica è sempre offerta a ogni bambino. Necessaria pianificazione e coordinamento, poiché deve essere applicato 30 minuti prima.
  2. Lascia che i bambini si allattino al seno. Per bambini di età inferiore a 12 mesi, è sempre offerto l'allattamento al seno oppure un succhiotto immerso in acqua zuccherata.
  3. Non bloccare il bambino. Tenere costretto un bambino è spaventoso. I bambini sono posti in posizione verticale sul grembo nell’abbraccio di un genitore. Al Children's Minnesota è illegale tenere i bambini giù, premuti sul letto, per ricevere una iniezione.
  4. Fornire una distrazione. Molte cose possono distrarre i bambini: il telefono dei genitori, un tablet elettronico, giochi, bolle di sapone.

Anche altri ospedali ChildKind offrono protocolli nelle procedure con aghi. Ad esempio, al Boston Children's Hospital, la politica impone che l’anestetico topico venga applicato sulla cute ogni volta che si esegue un trattamento sanitario con ago. Anche qui è presente l’uso del saccarosio o l’allattamento somministrato ai bambini e l'ospedale incoraggia l'impiego di una varietà di tecniche comportamentali e psicologiche per ridurre ulteriormente il dolore che un bambino potrebbe provare.

Gli ostacoli all’istituzionalizzazione di protocolli sul dolore, sono principalmente 2. Il primo è la mancanza di formazione su come gestire il dolore tra i pediatri. Uno specialista del dolore pediatrico, ha osservato che la medicina veterinaria richiede molta più formazione su come gestire il dolore "prima di poter operare su un criceto" rispetto a quanto richiesto dai pediatri e persino dai chirurghi (Friedrichsdorf, in Klass, 2019). Tutti gli ospedali certificati ChildKind hanno reparti di Child Life con specialisti dello sviluppo pedagogico e psicologico, formati per fornire tecniche comportamentali e psicologiche di aiuto ai bambini nel far fronte all'ansia da ago. Sostegno educativo e formativo sull'eliminazione o la riduzione del dolore associato alle procedure dell'ago, è offerto a medici, infermieri e altri operatori sanitari, nonché erogata in vari formati anche ai genitori.

La seconda barriera è la logistica. Nella pianificazione della gestione del dolore, non è quasi mai conteggiato il tempo necessario. Il tempo per fornire nella pratica di routine, a tutti i bambini queste cure di sollievo del dolore, non c’è. Gli infermieri sono in numero insufficiente, le richieste e le prestazioni sono molte, le sedi ambulatoriali dove si erogano le cure ai bambini sono insufficienti (Klass, 2019). Gli infermieri nella loro pratica professionale, sono quindi scoraggiati nell’applicare protocolli e tecniche comportamentali di distrazione, utili nel dare sollievo dal dolore. Perché costituiscono sicuramente un impegno di tempo che altresì non è concesso dalle stesse politiche aziendali.

L’infermiere, come di frequente, è lasciato solo, nel risolvere un paradosso. Il dovere di dare sollievo, possedere anche gli strumenti, ma non poterli applicare, perché non gli è concesso il tempo necessario. Tuttavia, il nostro impegno nella cura atraumatica di tutti i bambini, richiede che ci proviamo. Dobbiamo noi per primi crederci e progettare strategie d’intervento insieme ai genitori, per produrre un reale cambiamento, a beneficio dei bambini e collettività.

 

Bibliografia

Baxter, A.L., Cohen, L.L., Burton, M., Mohammed, A., & Lawson, M.L. (2017). The number of injected same-day preschool vaccines relates to preadolescent needle fear and HPV uptake. Vaccine, 35(33), 4213–4219.

Klass, P. (2019, January 14). Taking the pain out of children's shots. The New York Times. Retrieved from https://www.nytimes.com/2019/01/14/well/family/taking-the-pain-out-of-childrens-shots.html

McLenon, J., & Rogers, M.A.M. (2019). The fear of needles: A systematic review and meta-analysis. Journal of Advanced Nursing, 75(1), 30–42.

Taddio, A., Ipp, M., Thivakaran, S., Jamal, A., Parikh, C., Smart, S., … Katz, J. (2012). Survey of the prevalence of immunization non-compliance due to needle fears in children and adults. Vaccine, 30(32), 4807–4812.