Infermieri. I test di valutazione della disfagia. Quanti sono e come funzionano
La Disfagia è un disturbo molto diffuso ma ancora poco conosciuto, è quindi molto importante sapere come riconoscerla al fine di evitare gravi conseguenze come la malnutrizione, la disidratazione e la polmonite “ab ingestis”.
Il 20 per cento della popolazione italiana con più di 50 anni è affetto da disfagia.
Tra le persone residenti in case di riposo ne è affetto tra il 40 e il 60 per cento.
Il disturbo è poi particolarmente frequente nella popolazione con sclerosi multipla (tra il 33 e il 43%), in quella che è stata colpita da ictus (40-80%), nei malati di Parkinson (50-90%) e in quelli con sclerosi laterale amiotrofica (100%).
Nonostante ciò, la percentuale dei pazienti affetti da disfagia e non diagnosticati oscilla tra l’80 e il 95 per cento.
I test di screening della disfagia più citati in letteratura sono:
- Gugging Swallowing Screen (GUSS)
- Standardized Swallowing Assessment (SSA)
- Toronto Bedside Swallowing Screening Test (TOR-BSST)
- Acute Stroke Dysphagia Screen (ASDS)
Quelli maggiormente applicabili da infermieri appositamente formati sono:
- Test Three-oz Water Swallow Test (WST, Test di Smithard) il più utilizzato, e le sue due varianti:
- il WST sensibilizzato con pulsossimetro (reperto patologico: caduta della saturazione di ossigeno maggiore del 2% dopo la deglutizione di 10 ml di acqua)
- il WST sensibilizzato con auscultazione
- Bedside Swallowing Assessment Scale.
La disfagia, cos’è
Per disfagia si intende un’alterazione del processo di deglutizione. Nella maggior parte dei casi la disfagia è la conseguenza di una condizione neurologica come il trauma cranico, l’ictus o la sclerosi laterale amiotrofica ma può manifestarsi anche in soggetti anziani a causa di modificazioni dell’orofaringe legate all’età.
La disfagia è associata a un ampio numero di condizioni neurologiche come trauma cranico, ictus, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Parkinson, demenza, miastenia grave, sclerosi multipla e malattie del motoneurone.
E’ inoltre una condizione comune all’invecchiamento e causa di modificazioni dell’orofaringe dovute all’età.
I fattori di rischio
Sono considerati a rischio i soggetti con:
- trauma cranico, paralisi cerebrale, ictus cerebrale, malattia di Alzheimer, demenza, malattia dei nervi cranici, malattia della giunzione mioneuronale o dei muscoli della deglutizione come il morbo di Parkinson
- sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla, miastenia grave, distrofia muscolare e malattie del motoneurone
- alterato livello di coscienza
- riduzione delle abilità cognitive
- riduzione della soglia di vigilanza e di attenzione
- aumento dell’impulsività e dell’agitazione;
- uso di farmaci come psicotropi, neurolettici, antidepressivi, anticolinergici e fenotiazine
- iperestensione del collo o contratture
- anossia cerebrale
- intubazione prolungata
- età avanzata
- problemi di linguaggio
- ricostruzione di faccia e collo.
I test valutazione disfagia
Three-oz Water Swallow test
- Offrire alla persona, seduta e con la testa in asse, 5 ml di acqua liscia a temperatura ambiente con un cucchiaio per 3 volte:
ad ogni cucchiaio verificare l’avvenuta deglutizione, attendere qualche secondo e se il paziente presenta tosse severa e voce gorgogliante si sospende il test = Grado 4 – Disfagia grave.
- Se la persona non tossisce si offre acqua direttamente dal bicchiere, si attende qualche secondo, si fa parlare il paziente per valutare la qualità della voce:
in caso di voce rauca e/o gorgogliante e tosse = Grado 3 – Disfagia moderata.
Se presenta solo voce rauca e/o gorgogliante = Grado 2 – Disfagia lieve.
- Se precedentemente il test è negativo si procede con 50ml di acqua dal bicchiere. Se anche questo è negativo = Grado 1 – Disfagia assente.
Bedside Swallowing Assessment
Somministrare al paziente un cucchiaino d’acqua minerale non gasata e non troppo fredda
- Se non vi sono segni di inalazione e il paziente non ha ristagni di liquido in bocca, somministrare un sorso d’acqua e aspettare 10-15 secondi
- Far parlare il paziente, ascoltare la voce e vedere se compare gorgoglio o tosse
- Se non ci sono problemi, far bere 50 ml di acqua da un bicchiere e aspettare alcuni minuti controllando la comparsa di segni di ristagno faringeo, tosse, gorgoglio
- Se l’esame non è completamente negativo, ripetere con acqua gelificata
- A ogni rilievo viene dato un punteggio che poi indicherà la presenza o meno di disfagia
Questo test prevede la valutazione di alcuni parametri (livello di coscienza, controllo della testa e del tronco, respirazione) e l’osservazione del paziente durante l’ingestione di un cucchiaino d’acqua.
Bibliografia
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