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Tracheobroncoaspirazione da parte del caregiver. E’ abuso di professione infermieristica?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/02/2020

Leggi e sentenze

La tracheobroncoaspirazione rientra tra gli atti “relativamente liberi”, il che non significa che possono essere eseguiti da chiunque, altrimenti sarebbero atti liberi, ma sono regolati da determinate norme a delle condizioni.

 

Chi è il caregiver?

Il caregiver familiare è colui che si prende cura, al di fuori di un contesto professionale e a titolo gratuito di una persona bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto affetta da una malattia cronica, da disabilità o da qualsiasi altra condizione di non autosufficienza.

Con il termine “caregiver” (letteralmente “donatore di cura”), si intende l’individuo responsabile che, in un ambito domestico, si prende cura di un soggetto dipendente e\o disabile.

E’ colui che organizza e definisce l’assistenza di cui il paziente necessita, risultando generalmente essere un familiare (ed in tal caso è il familiare di riferimento), ma non necessariamente, potendo essere un conoscente, un amico, un vicino, un volontario od altro.

In questi ultimi anni si riscontra, con frequenza sempre maggiore, una nuova figura, il caregiver-professionale (o badante), rappresentato da un assistente familiare che accudisce la persona non-autosufficiente, sotto la verifica, diretta o indiretta, di un familiare.

 

In Italia 9 milioni di persone con disabilità vengono assistite da oltre 7 milioni di caregiver, di cui il 60% sono donne tra i 45 e 55 anni e comunque uomini e donne tra i 55 e i 65 anni (Dati Istat).

 

La Tracheobroncoaspirazione

La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ha pubblicato un protocollo sull’attribuzione ai caregivers della pratica della tracheobroncoaspirazione a domicilio del paziente non ospedalizzato (Gazzetta Ufficiale n.121 del 26 maggio 2010):

La tracheobroncoaspirazione in ambito domiciliare dei pazienti tracheostomizzati che necessitano di assistenza continua, può essere effettuata, su prescrizione medica, da familiari o altri soggetti che assistono in via continuativa tali pazienti, purché adeguatamente formati.

 

Si prevede per i caregivers una formazione, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, di carattere teorico-pratico e l’annotazione sul fascicolo del paziente, che solo il soggetto formato potrà svolgere la tracheobroncoaspirazione.

Le linee di questa formazione, che ha per obiettivo quella di consentire l’effettuazione di aspirazioni endotracheali in a sicurezza, deve prevedere:

insegnamenti teorici:

  • anatomia - fisiologia (le vie respiratorie, i polmoni, gli organi annessi);
  • nozioni sulle principali patologie dell’apparato respiratorio;
  • tecniche di assistenza respiratoria (la tracheotomia, definizione e indicazioni, le cannule della tracheotomia);
  • l’aspirazione endotracheale (definizione e indicazioni);
  • le cure quotidiane legate alla tracheotomia;
  • i segnali d’allerta;
  • manutenzione del materiale, lavaggio e sterilizzazione;
  • ripercussioni sociali e psicologiche dell’insufficienza respiratoria e della tracheotomia.

 

  • Insegnamento pratico:
    esecuzione in presenza dell’infermiere di almeno tre aspirazioni endotracheali comprendente la preparazione del gesto così come la manutenzione del mate- riale e le cure quotidiane;

 

  • l’addestramento di persone deputate ad effettuare tale operazione presso il domicilio dei pazienti potrebbe permettere:
  • la valorizzazione dell’apporto solidaristico di familiari ed altri soggetti che abbiano seguito lo specifico addestramento;
  • la riduzione del ricorso ad ospedalizzazioni improprie e dei tempi di degenza ospedaliera

 

 da: Aspetti giuridici della professione infermieristica - Luca Benci