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Anteprima sul vaccino Johnson&Johnson. Differenze con Pfizer e AstraZeneca

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 16/01/2021 vai ai commenti

CoronavirusProfessione e lavoroStudi e analisi

Oltre a Pfizer, Moderna, AstraZeneca, arriva un’altra buona notizia dal fronte vaccini. In lizza c’è anche l’”antidoto” anti-Covid messo a punto dai laboratori Janssen in Belgio della Johnson & Johnson.

 

Tempi e dosi

La buona notizia è che sono appena stati pubblicati nel New England Journal of Medicine i dati provvisori di Fase 1/2 del vaccino Johnson & Johnson. Un’anteprima di una parte di questi dati intermedi era già stata pubblicata su medRxiv a settembre 2020.

Janssen Pharmaceutica sta sviluppando il vaccino in collaborazione con Beth Israel Deaconess Medical Center. Sfrutta la piattaforma vaccinale AdVac® dell’azienda, che è stata anche utilizzata per sviluppare e produrre il regime vaccinale contro l’Ebola approvato dalla Commissione europea e per realizzare i candidati vaccini sperimentali contro i virus Zika, RSV e HIV. La tecnologia AdVac® di Janssen è stata utilizzata per vaccinare più di 200mila persone fino ad oggi.

Johnson & Johnson ha iniziato a lavorare sul vaccino contro il Coronavirus già a gennaio 2020. A marzo ha ricevuto 456 milioni di dollari dal governo degli Stati Uniti per aiutare a svilupparlo e produrlo. A luglio ha iniziato la prova di Fase 1/2. A differenza degli studi clinici per altri vaccini leader, lo studio prevede una dose, non due.

Ad agosto Il governo federale ha accettato di pagare a Johnson & Johnson 1 miliardo di dollari per 100 milioni di dosi se il vaccino fosse stato approvato. A settembre è partita la prova di fase 3.

L’8 ottobre l’Unione Europea ha stretto un accordo per ottenere 200 milioni di dosi. Il 12 l’azienda ha sospeso la sperimentazione di Fase 3 per indagare su una reazione avversa in un volontario, e l’ha ripresa il 23.

Il 16 novembre ha annunciato un secondo studio di Fase 3 per osservare gli effetti di due dosi del loro vaccino, invece di una sola. A gennaio 2021 finalmente i risultati preliminari dello studio di Fase 3. L’azienda punta a produrre almeno un miliardo di dosi nel 2021. Se gli studi dimostreranno che il vaccino è efficace, la società potrebbe richiedere l’autorizzazione per l’uso di emergenza dalla Food and Drug Administration a febbraio.

Come funziona?

Il virus SARS-CoV-2 è costellato di proteine che utilizza per entrare nelle cellule umane. Queste cosiddette proteine spike sono il bersaglio che i vaccini e i vari trattamenti cercando di abbattere. Il vaccino Johnson & Johnson si basa sulle istruzioni genetiche del virus per la costruzione della proteina spike.

Ma, a differenza dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, che memorizzano le istruzioni in RNA a filamento singolo, questo utilizza DNA a doppio filamento.

I ricercatori hanno aggiunto il gene per la proteina spike del Coronavirus a un altro virus chiamato Adenovirus 26. Gli adenovirus sono virus comuni che in genere causano raffreddori o sintomi simil-influenzali. Il team di Johnson & Johnson ha utilizzato un adenovirus modificato che può entrare nelle cellule ma non può replicarsi al loro interno o causare malattie.

I vaccini a base di adenovirus per Covid-19 sono più robusti dei vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna. Il DNA non è fragile come l’RNA e il rivestimento proteico dell’adenovirus aiuta a proteggere il materiale genetico all’interno. Di conseguenza, il vaccino Johnson & Johnson può essere conservato per un massimo di tre mesi a 2-8 °C.

I risultati della ricerca

Lo studio sul vaccino Covid-19 a dose singola sperimentale (JNJ-78436735) sviluppato da Johnson & Johnson è in corso in più siti clinici in Belgio e negli Stati Uniti e ha riguardato partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni.

L’analisi ad interim di Fase 1/2 ha mostrato che il candidato vaccino ha indotto una risposta immunitaria ed è stato generalmente ben tollerato tra tutti i partecipanti allo studio.

I dati hanno dimostrato che, dopo una singola vaccinazione, sono stati rilevati anticorpi neutralizzanti contro il Covid in oltre il 90% dei partecipanti allo studio al giorno 29 e il 100% dei partecipanti al giorno 57. Questi anticorpi neutralizzanti sono rimasti stabili fino al giorno 71, attualmente l’ultimo timepoint disponibile in questo studio in corso, in tutti i partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni.

I dati sulla durata delle risposte immunitarie nei partecipanti allo studio di età superiore ai 65 anni saranno disponibili a fine gennaio ed è previsto un follow-up a lungo termine fino a un anno.

La società farmaceutica americana prevede di annunciare i dati di Fase 3 alla fine di gennaio 2021, ma bisognerà stare a vedere. Se il vaccino monodose si dimostra sicuro ed efficace, il colosso Usa prevede di presentare una domanda di autorizzazione all’uso di emergenza con la Food and Drug Administration degli Stati Uniti poco dopo, con altre applicazioni normative in tutto il mondo da presentare successivamente.

Le reazioni al vaccino Johnson & Johnson

Le reazioni al sito di iniezione e sistemiche alle vaccinazioni si sono verificate il giorno dell’immunizzazione o il giorno successivo e generalmente si sono risolte entro 24 ore.

Gli eventi avversi più frequenti che si sono verificati – effetti collaterali da lievi a moderati tipicamente associati alle vaccinazioni – sono stati affaticamento, mal di testa, mialgia e dolore al sito di iniezione. La reattività era più bassa nel gruppo di età più avanzata.

Sono stati segnalati cinque eventi avversi gravi in seguito al vaccino, ma quattro non riconducibii ad esso: un partecipante ha avuto una febbre associata alla vaccinazione, e si è ripreso entro 12 ore. Gli altri quattro casi sono stati confermati dai ricercatori dello studio come non correlati al candidato vaccino.

 

Fonte: quifinanza.it