Ingrossamento dei linfonodi ascellari dopo vaccino Covid. Perché accade?
E’ stato provato che le vaccinazioni intramuscolari contro il coronavirus 2019 (COVID-19) potrebbero indurre reattività dei linfonodi ascellari omolaterali che può essere erroneamente attribuita a un'anomalia maligna, provocando interventi ingiustificati, o può essere erroneamente attribuita alla vaccinazione piuttosto che al cancro, ritardando potenzialmente la cura del cancro.
In uno studio pubblicato sulla rivista Jama Oncology, è emerso che su 68 pazienti, in 9 di questi si sono sviluppati linfonodi ascellari omolaterali reattivi. Dopo la prima dose di vaccino, in 2 su 41 pazienti (5%) e dopo la seconda dose di vaccino, in 7 su 27 pazienti (26%) 3 (15%) per il vaccino Pfizer e 4 (57%) per il vaccino Moderna.
Ma perché si ingrossano i linfonodi?
L’adenopatia regionale si verifica in quanto i vaccini per il COVID-19 vengono somministrati per via intramuscolare nel muscolo deltoide, dunque l’adenopatia si riscontra nella regione ascellare e sopraclavicolare, lì dove gli antigeni attivati localmente migrano dopo essersi accumulati nel punto in cui viene effettuata l’iniezione.
Nei linfonodi avviene una sorta di ‘allenamento dei nostri linfociti’ e il riconoscimento degli antigeni, come la proteina Spike del virus SARS-CoV-2. I linfonodi sono, cioè, una sorta di primo accampamento delle nostre difese immunitari. Le proteine Spike che le nostre cellule cominciano a produrre dopo il vaccino, vengono ‘raccolte’ e portate nelle zone germinali dei linfonodi, dove sono ‘presentate’ ai linfociti B, che poi produrranno gli anticorpi specifici. Sulla base dei dati preliminari di alcuni studi, la comparsa della linfoadenopatia si associa ad una risposta anticorpale più elevata in termini di immunoglobuline G (IgG) contro il virus: una sorta di segnale che l’organismo sta preparando la sua difesa contro il coronavirus.