Condannato medico per abusi sessuali su infermiera cinque anni e sei mesi di carcere
La quinta sezione collegiale del tribunale di Roma ha emesso una sentenza di cinque anni e sei mesi di carcere un medico anestesista presso il San Filippo Neri, accusato di violenze, abusi e molestie sessuali nei confronti di tre colleghe.
Una sentenza che ha scosso le fondamenta dell'ambiente ospedaliero romano: un urologo, è stato giudicato colpevole di una serie di reati sessuali ai danni di tre colleghe di lavoro, con una pena di cinque anni e sei mesi di reclusione.
Gli abusi sessuali si sarebbero verificati all'interno del luogo di lavoro, dove l'uomo avrebbe abusato della sua posizione di autorità nei confronti di tre donne in una posizione gerarchica inferiore. Uno degli episodi più gravi riportati è avvenuto quando, poco prima di un intervento chirurgico, il medico avrebbe commesso violenza sessuale ai danni di un'infermiera. L'imputato avrebbe sorpreso la donna alle spalle, palpeggiandola e cercando di baciarla, gesto che gli è costato una condanna specifica per violenza sessuale. In un altro caso, l’urologo sarebbe stato accusato di molestie per aver leccato il collo di una delle vittime.
L'accusa aveva richiesto una condanna di sei anni di carcere, ma l’uomo ha cercato di difendersi minimizzando i suoi comportamenti, sostenendo che le molestie fisiche e verbali fossero parte integrante dell'ambiente lavorativo. Tuttavia, la Procura ha ritenuto che il linguaggio inappropriato e volgare utilizzato dall'imputato fosse rilevante anche dal punto di vista penale.
Le indagini condotte dalla Procura sono scaturite da numerose segnalazioni pervenute dal personale dell'ospedale, seguite dalle denunce delle tre vittime che, temendo ritorsioni sul lavoro, avevano esitato nel denunciare i fatti fino all'avvio delle indagini, sollecitate dalla direzione sanitaria. La ASL Rm1 si è costituita parte civile nel processo.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro novanta giorni, mentre è probabile il medico presenterà un ricorso in appello.
La sentenza rappresenta un segnale chiaro della giustizia che condanna fermamente ogni forma di abuso e violenza sul luogo di lavoro, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge.