NurSind denuncia la gestione opaca dei fondi per abbattere le liste d’attesa in Radiologia
Quasi mezzo milione di euro destinati all’abbattimento delle liste d’attesa in Radiologia all’Asl di Avellino risultano, ad oggi, senza una chiara destinazione. La denuncia arriva dal sindacato degli infermieri NurSind, che ha deciso di portare la questione all’attenzione della Corte dei Conti per fare luce sulla gestione di questi fondi.
L’esposto, presentato nelle ultime ore alla Procura regionale della Corte, punta a chiarire come l’Azienda sanitaria locale abbia impiegato i 400.710 euro di finanziamenti pubblici assegnati attraverso il decreto n. 163 del 31 ottobre 2024 dalla Regione Campania. Questi fondi, destinati a coprire prestazioni aggiuntive del personale infermieristico e tecnico di Radiologia nel triennio 2024-2026, avrebbero dovuto garantire un incremento del personale nei reparti in sofferenza, riducendo così i tempi d’attesa per i pazienti.
Ma, secondo il NurSind, la loro effettiva utilizzazione rimane un’incognita. Il sindacato aveva già tentato di ottenere spiegazioni direttamente dai vertici dell’Asl, inviando a dicembre una nota indirizzata al direttore generale Mario Ferrante, al direttore amministrativo Franco Romano e a quello sanitario Maria Concetta Conte. La richiesta di chiarimenti era stata firmata da Romina Iannuzzi e Romolo Pasquariello, rispettivamente segretaria territoriale e rappresentante aziendale del NurSind.
Nel documento, il sindacato sottolineava che le somme risultavano assegnate alla Asl sulla base di un riparto regionale dei fondi provenienti dal Governo centrale, con un riconoscimento economico ai professionisti pari a 50 euro l’ora. Nonostante la disponibilità delle risorse, ad oggi, non è stato emanato alcun bando pubblico per l’attivazione delle prestazioni aggiuntive, lasciando il personale in attesa e i pazienti alle prese con liste d’attesa invariate.
“Perché l’Asl non ha ancora proceduto con una manifestazione di interesse per permettere ai dipendenti di dichiarare la propria disponibilità allo svolgimento delle prestazioni aggiuntive?” si chiede il NurSind nel suo esposto.
Ora la parola passa alla Corte dei Conti, chiamata a fare chiarezza su un caso che, secondo il sindacato, solleva dubbi sulla gestione trasparente delle risorse pubbliche. Un’assenza di risposte che rischia di tradursi in un’ulteriore penalizzazione per i cittadini, costretti a fare i conti con lunghe attese per accedere a prestazioni diagnostiche essenziali.