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Fuga di infermieri dal Maggiore di Novara: Condizioni migliori altrove

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 03/09/2025

NurSind dal territorioPiemonte

Preoccupazione per la futura Città della Salute: organici ridotti, età media alta e scarsa attrattività del Maggiore.

Novara – All’ospedale Maggiore di Novara la fuga di personale sanitario non si arresta. Infermieri e Medici, sempre più spesso, scelgono di trasferirsi verso l’ASL locale, altre strutture private o pubbliche, oppure di rientrare nelle regioni del Sud che hanno riaperto le assunzioni.

Una tendenza che, per i sindacati, rischia di avere conseguenze pesantissime anche in vista della futura Città della Salute, la cui realizzazione è già segnata da incertezze sul fronte degli organici.

"L’azienda ha indicato in un centinaio gli infermieri mancanti – sottolinea Nicola Palmieri della segreteria territoriale NurSind di Novara – ma ci sembra un dato sottostimato. I fondi del Milleproroghe, pari a 160 mila euro, hanno coperto appena un mese di prestazioni aggiuntive, indispensabili per garantire le ferie del personale. In passato sarebbero durati il doppio. La situazione è delicata e complessa".

Secondo il NurSind, non si tratta solo di una carenza numerica, ma di un problema strutturale, aggravato da fattori che rendono il Maggiore poco attrattivo:

  • Età media elevata del personale infermieristico (tra i 50 e i 55 anni), con pensionamenti imminenti.

  • Dimissioni volontarie per passaggio a cliniche private o strutture in Svizzera.

  • Mobilità interna verso aziende pubbliche più vicine o considerate più vantaggiose, come la stessa ASL di Novara.

  • Scelte di autonomia da parte di chi lascia il pubblico per aprire partita IVA.

Il timore dei sindacati è che, senza un piano straordinario di assunzioni e un miglioramento delle condizioni di lavoro, il Maggiore possa trovarsi presto in una crisi ancora più profonda, con pesanti ripercussioni sull’assistenza ai cittadini.

"Non vogliamo creare allarmismi – conclude Palmieri – ma servono risposte concrete e immediate per fermare questa emorragia di professionisti".