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NurSind ad Asti risponde alla CGIL: La libera professione non è una giungla, va regolata

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 24/11/2025

NurSind dal territorioPiemonte

Il sindacato infermieristico replica alle accuse della Cgil e rivendica un modello trasparente e realmente equo per la libera professione in intramoenia: “No alle distorsioni, sì alle regole uguali per tutti”.

Asti, 24 novembre 2025 — Il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, interviene con fermezza dopo le dichiarazioni rilasciate da Arianna Franco (Cgil Fp) sulle pagine de La Stampa di Asti in merito al nuovo regolamento per la libera professione infermieristica dell’Asl-At. Una polemica che – sottolinea il NurSind – appare non solo incoerente ma anche tecnicamente priva di fondamento.

La mancata firma del regolamento, presentato dall’azienda sanitaria lo scorso 27 ottobre, riguarda infatti un documento elaborato dalla Direzione Generale, circostanza che avrebbe reso semmai naturale una replica datoriale. “Invece – osserva il NurSind – l’unica voce che si è levata è quella della Cgil, più preoccupata di ciò che facciamo noi che di rappresentare in modo coerente i propri iscritti”.


La questione tecnica: cosa dice davvero il regolamento

Secondo quanto riportato dagli organi di stampa qualche giorno addietro, l’Asl aveva proposto un compromesso: lasciare ai medici la scelta dell’équipe per il 75% delle prestazioni intramoenia, garantendo invece una rotazione obbligatoria sul restante 25%.
Una proposta considerata insufficiente dai sindacati infermieristici NurSind, Fials e Cisl, che chiedono un principio semplice: equità assoluta nella rotazione, per evitare che alcuni professionisti vengano chiamati sistematicamente e altri mai.

Come ricorda Gabriele Montana, segretario territoriale NurSind:

“Il medico può scegliere l’équipe con cui lavorare: questo porta a far lavorare sempre gli stessi infermieri. È una logica che ricorda il ‘baronaggio’. Noi vogliamo un sistema equo, per tutti.”


“Incoerente chi attacca accordi firmati dai propri rappresentanti”

Nella nota diffusa oggi, il NurSind evidenzia un punto rimasto nell’ombra:
la Cgil oggi contesta sui giornali un regolamento che i suoi stessi rappresentanti RSU hanno contribuito a discutere e riportare ai tavoli aziendali.

“Fingere che non ci sia stato confronto è scorretto”, osserva il sindacato infermieristico. “Ed è paradossale che un sindacato che non ha firmato l’ultimo CCNL – e che quindi non siede ai tavoli ufficiali – tenti ora di dettare lezioni di trasparenza”.


“Gli infermieri non sono tutti uguali”? Parole gravi e inaccettabili

Il NurSind respinge con forza le affermazioni attribuite alla Cgil secondo cui il medico scelga “l’équipe migliore”, lasciando intendere una presunta differenza qualitativa tra gli infermieri del blocco operatorio.

“Un’affermazione gravissima”, replica il sindacato.

Tutti gli infermieri coinvolti nella libera professione sono, professionisti qualificati e specializzati; hanno svolto numerosi interventi istituzionali nell’anno; sono abilitati all’attività sia istituzionale che intramoenia.

Non esiste – e non è mai esistita – la possibilità di assegnare un infermiere di una specialità a un’altra durante l’attività aggiuntiva. La competenza è garantita, così come lo è la specializzazione.

“La differenza non è nella qualità del professionista”, chiarisce il NurSind,
“ma nella possibilità di accesso alle prestazioni aggiuntive. A parità di competenze, alcuni oggi guadagnano dieci e altri zero. Questo è inaccettabile.”


Montana (NurSind): “Servono equità e coerenza, non attacchi divisivi”

Tra i passaggi più netti del comunicato, quello del segretario territoriale Gabriele Montana:

“Per tutelare il sistema pubblico servono equità e coerenza. Per questo ci stupiscono dichiarazioni approssimative e divisive. Chi dice di difendere la democrazia dovrebbe praticarla anche nei fatti.”


Coppolella (NurSind Piemonte): “Negli ultimi 30 anni la categoria è stata penalizzata da chi oggi punta il dito”

Il segretario regionale del NurSind Piemonte, Francesco Coppolella, aggiunge:

“Le vere bastonate gli infermieri le hanno prese negli ultimi trent’anni, quando i contratti e le relazioni sindacali non erano certo guidate dal NurSind. Se oggi il nostro sindacato è cresciuto è proprio perché la categoria non si sentiva difesa. Serve autocritica, non attacchi sterili.”


Conclusione: la posizione del NurSind

Il NurSind ribadisce che non è contrario alla libera professione, anzi:
la difende come opportunità per i professionisti e per l’azienda.

Ma la difende a condizione che sia regolata; con criteri chiari, con rotazione equa, con assenza di favoritismi, con trasparenza totale.

“Una libera professione senza regole – conclude il sindacato – non tutela né gli infermieri né i cittadini. E soprattutto non tutela la sanità pubblica”.