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Coordinamenti infermieristici, commissione composta solo da medici: NurSind chiede la rettifica

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/12/2025

AbruzzoNurSind dal territorio

 

NurSind Pescara esprime forte preoccupazione sulla composizione della commissione esaminatrice dell’avviso interno dell’ASL di Pescara per il conferimento degli incarichi di funzione organizzativa di coordinamento destinati al personale sanitario del comparto. La commissione risulta composta esclusivamente da tre dirigenti medici, senza alcun componente appartenente alle professioni infermieristiche.

Una scelta che, secondo il sindacato, mette in discussione la legittimità e l’appropriatezza tecnica dell’intera procedura. “La presenza esclusiva di dirigenti medici — afferma Antonio Argentini, segretario territoriale NurSind Pescara — esclude di fatto la professione infermieristica dalla valutazione dei propri ruoli apicali, e questo è in palese contrasto con le norme vigenti”.

Argentini richiama il quadro normativo, dalla Legge 42/1999 alla Legge 251/2000, che ha riconosciuto autonomia, responsabilità e specificità delle professioni sanitarie. “Il coordinamento infermieristico non è un compito amministrativo. È una funzione professionale complessa, basata su competenze cliniche, organizzative e sulla responsabilità diretta della qualità dell’assistenza”, spiega.

Per NurSind, l’assenza di infermieri nella commissione viola principi di rappresentatività, competenza tecnica e coerenza professionale. “Una commissione così composta non rispetta lo spirito della legge né quello del CCNL. Chiediamo chiarimenti immediati e la rettifica degli atti”, aggiunge Argentini.

Il sindacato invita l’ASL a inserire professionisti infermieri con qualifica adeguata e a garantire per il futuro il pieno rispetto delle prerogative professionali. In caso contrario, annuncia iniziative sindacali, amministrative e legali. “Siamo pronti a tutelare la professione infermieristica, i lavoratori e la corretta organizzazione dei servizi sanitari”, avverte.

Argentini conclude con un richiamo più ampio: “La valorizzazione delle professioni sanitarie passa dal rispetto delle competenze e dalla loro rappresentanza nei processi decisionali. Non è solo una formalità: è una garanzia per i cittadini e per la qualità dell’assistenza”.