"Bambini bolla": la prima cura made in italy che cambia le sorti di una malattia rara e fatale
Felici. Ebbri d'incanto, i bambini seguono con lo sguardo le bolle di sapone: colorate, leggiadre, riflettono un mondo di giochi e fatato. Con il ditino all' in su, amano farle esplodere quando, al loro cospetto si avvicinano… ma loro i bambini affetti da ADA – SCID … loro dentro una bolla ci vivono, o meglio “ci sopravvivono”, a distanza dal mondo che , potrebbe ucciderli.
David Vetter, nato nel 1971, fu il primo ed il più famoso dei “bambini bolla”, visse per ben dodici anni in un involucro di plastica, appositamente progettato per lui all' interno del Texas Children's Hopsital e riprodotto poi all'interno della casa dei suoi genitori.
I due soli momenti in cui venne a contatto con il mondo, furono quelli dopo un trapianto di midollo tentato e non riuscito e poco prima di morire.
Cos'è l' ADA -SCID
ADA – SCID è l'acronimo di immunodeficienza severa combinata da deficit di adenosina- deaminasi, conosciuta come sindrome dei bambini bolla.
Bambini costretti a vivere in un ambiente completamente asettico, perché qualsiasi infezione anche la più banale, potrebbe essergli banale.
Malattia rarissima, è causata dalla presenza di un gene alterato, ereditato da entrambi i genitori.
Il gene alterato, blocca la produzione di una proteina essenziale, l' adenosina – deaminasi (ADA), necessaria per la produzione dei linfociti.
I bambini, nati con questo gene alterato, non sviluppano un sistema immunitario sano ed efficiente, che sia in grado di combattere anche le più comuni infezioni, questo determina la gravità della malattia, potenzialmente mortale: essa risulta fatale entro il primo anno di vita del bambino.
Ogni anno in Europa, si stima siano 15 i bambini che nascono con l' ADA – SCID, che nel mondo colpisce da uno su 50.000 ad uno su 75.000 nati. Perfettamente normali alla nascita, passati i primi mesi di vita, in cui sono protetti dagli anticorpi della madre, cominciano ad ammalarsi di infezioni , da cui non tornano più indietro.
All' epoca, nei primi anni '70, l'unico modo per mantenere David in vita, era tenerlo in un ambiente più sterile possibile. Visse così i suoi dodici anni, in una bolla, ed allora fu furente il dibattito, su quanto fosse moralmente etico, vivere completamente isolato dal mondo.
In una sola occasione, fu concesso a David di uscire dalla bolla, indossando una sorta di tuta spaziale che la NASA aveva progettato per lui.
Morì nel 1983, dopo il trapianto di midollo che gli fu fatale: prima che il midollo attecchisse e ricostruisse il sistema immunitario, un virus trasportato dalle cellule del midollo trapiantato, ne determinò la morte.
Oggi, Sebastian, Nicolas, Rafael, Widad, e Valerio possono dire di aver vinto la malattia, oggi vivono e non sopravvivono, e questo grazie all'impegno ed all'alleanza di tre grandi istituzioni: Fondazione Telethon, l'Ospedale San Raffaele di Milano e GSK, che hanno messo a punto un farmaco rivoluzionario, lo Strimvelis, destinato a cambiare le sorti dei “bambini bolla”.
Agli inizi degli anni novanta, vennero fatti i primi tentativi di terapia genica per trattare la SCID. All'Ospedale San Raffaele di Milano, i ricercatori, guidati da Claudio Bordignon, cercarono di correggere il difetto genetico nei linfociti poi re – infusi nei pazienti. Si provò su due di loro, i risultati furono incoraggianti ma non risolutivi.
Per la forma di cui era affetto David, quella legata al cromosoma X, la terapia sperimentata a Parigi, si rivelò efficace, senonché i bambini sottoposti alla terapia, svilupparono come effetto collaterale la Leucemia.
Questo segnò una sorte di battuta d'arresto nella ricerca sulla terapia genica, fino a che quindici anni fa, nell'ospedale San Raffaele di Milano, iniziò la sperimentazione di una terapia genica rivoluzionaria tradotta oggi in farmaco approvato AIFA, lo Strimvelis.
Come funziona lo Strimvelis
E' la prima terapia genica curativa ex vivo al mondo con cellule staminali.
Le cellule staminali degli stessi pazienti vengono utilizzate per la sostituzione di un gene malato attraverso un agente virale attenuato ed utilizzato come cavallo di troia.
Strimvelis viene somministrato una sola volta, e non richiede la disponibilità di un donatore, per cui non vi è rischio di incompatibilità immunologica.
Le cellule vengono prelevate dal midollo osseo del paziente stesso, attraverso un vettore viene inserita una copia normale del gene ADA all'interno delle cellule stesse. Le cellule con il gene corretto vengono reintrodotte nel paziente attraverso infusione endovenosa, e tornano al midollo osseo.
Per l'attecchimento delle cellule i pazienti vengono sottoposti preventivamente ad un trattamento chemioterapico a basse dosi.
Strimvelis è stata presentata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’incontro “Strimvelis: cronaca di un primato italiano. La prima terapia genica con cellule staminali approvata al mondo” a cui hanno preso parte Claudio De Vincenti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Aiuti, responsabile area clinica, Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, Nicola Bedin, amministratore delegato, IRCCS Ospedale San Raffaele, Daniele Finocchiaro, presidente e amministratore delegato, GSK S.p.A., Lucia Monaco, direttore scientifico, Fondazione Telethon, Luigi Naldini, direttore, Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, Luca Pani, direttore generale, AIFA, Sir Andrew Witty, CEO GSK e con il saluto di Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute.
Per il successo ottenuto, il sottosegretario di Stato, Claudio di Vincenti, ha lodato il governo ed il suo appoggio alla ricerca, peccato che Nicola Bedin abbia tenuto a sottolineare che rispetto al 2010 i finanziamenti pubblici alla ricerca sono diminuiti del 32%.
Le tre grandi istituzioni, Telethon, Ospedale San Raffaele e GSK, proprio nel 2010, hanno sottoscritto un accordo, con l'obiettivo di arrivare allo sviluppo ed alla commercializzazione di sette terapie per altrettante malattia rare.
Strimvelis è la concretizzazione del primo di questi obiettivi.
L'autorizzazione l commercio si basa su dati relativi a 18 bambini guariti con il trattamento sperimentale. A tre anni dalla cura è stato registrato un tasso di sopravvivenza del 100% per i dodici bambini arruolati nello studio clinico e per i sei trattati nel frattempo. Tutti i bambini trattati con Strimvelis oggi sono vivi con un follow- up di circa sette anni.
I risultati completi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Blood.
Alessandro Aiuti, coordinatore dell’area clinica dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) commenta: “Oggi presentiamo il risultato di oltre 20 anni di ricerca e sviluppo che ci hanno consentito di mettere a punto un approccio terapeutico innovativo e personalizzato. Quella che presentiamo oggi è una pietra miliare nella storia delle terapie avanzate e il suo successo ci consente di guardare con ottimismo alla sua applicazione in altre patologie rare”. “L’ ADA-SCID è la prima delle malattie oggetto dell’alleanza strategica tra Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele e GSK– ricorda Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica -Attualmente sono in fase avanzata di sperimentazione e sviluppo altre terapie per malattie rare quali la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott- Aldrich; è stata inoltre avviata da alcuni mesi la sperimentazione clinica per la beta talassemia. I risultati per queste malattie sono incoraggianti e ci auguriamo che possano presto diventare terapie concrete come avvenuto per l’ADA-SCID” . Nicola Bedin, amministratore delegato dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: “Questo risultato, che dimostra l’eccellenza della ricerca italiana, è frutto dell’efficace collaborazione tra IRCCS Ospedale San Raffaele, Fondazione Telethon e GSK la cui sinergia ha consentito di sviluppare i primi risultati ottenuti dai ricercatori in laboratorio circa 15 anni fa, portarli al letto del paziente e arrivare a una cura salvavita per i bambini affetti da ADA-SCID. Il nostro obiettivo ora è di continuare a lavorare perché questa alleanza porti a sviluppare e rendere disponibili nuove cure a beneficio dei pazienti con malattie rare”.
Abnegazione, impegno e professionalità hanno portato a risultati grandiosi, che segnano il passo nella ricerca e nell'utilizzazione delle cellule staminali per la cura delle malattie.
Da adesso in poi la strada è aperta e ci auguriamo di sentir parlare presto della commercializzazione si nuove ed efficaci terapie.
Un plauso a chi nonostante un Governo che non investe in ricerca ha raggiunto lo stesso risultati sorprendenti che permetteranno ai bambini bolla di tornare a vivere.. a correre felici inseguendo colorate bolle di sapone e non viverci più entro ovattati e distanti dal mondo.
“Non ha mai toccato il mondo, ma il mondo è stato toccato da lui”, a David.
Fonti:
Strimvelis, la prima terapia genica con staminali approvata al mondo
La storia del primo bambino bolla