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Pronto il decalogo per la prevenzione della Morte Cardiaca Improvvisa

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 11/01/2017 vai ai commenti

Centro studiNursing

L'American Hearth Association e  American College of Cardiology hanno pubblicato negli ultimi giorni del 2016 su http://circoutcomes.ahajournals.org/ e sulla rivista: Journal of the American College of Cardiology and Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes, i risultati di una revisione sistematica delle evidenze scientifiche, relative alle misure di qualità nella prevenzione della Morte Cardiaca Improvvisa negli adulti di età ≥ 18 anni.

I ricercatori al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti, hanno considerato utile quantificare la performance e gli esiti delle cure nei pazienti cardiopatici, tra cui lo stato generale di salute,  come:  l'onere dei sintomi, lo stato funzionale, la morbilità e mortalità. 

In sintesi hanno redatto un decalogo, ovvero un elenco stringato dei principali interventi che costiuiscono il fondamento per orientare le scelte politiche/assistenziali/curative/preventive, di ciascuno dei soggetti coinvolti nella strategie di cure e assistenza dei pazienti cardiopatici.

(1)  Interruzione del tabagismo nei pazienti che hanno subito un arresto cardiaco improvviso o un'aritmia ventricolare pericolosa per la vita, oppure sono a rischio di morte cardiaca improvvisa.

(2) Screening per storia familiare di morte cardiaca improvvisa.

(3) Screening per disfunzione ventricolare sinistra asintomatica tra gli individui con storia familiare di cardiomiopatia e morte cardiaca improvvisa.

(4) Addestramento all'uso della rianimazione cardiopolmonare e del defibrillatore esterno automatico rivolto ai familiari dei pazienti ricoverati in ospedale con disturbi cardiaci noti per aumentare il rischio di arresto cardiaco improvviso.

(5) Uso di defibrillatori impiantabili (Icd) per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta con aspettativa di vita di oltre un anno.

(6) Terapia medica mirata alla prevenzione della morte cardiaca improvvisa nei pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione.

(7) Terapia medica per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa nei pazienti con infarto e frazione di eiezione ridotta.

(8) Esclusione di cause reversibili di tachicardia o fibrillazione ventricolare prima dell'impianto di un ICD in prevenzione secondaria.

(9) Informazioni complete ed esaurienti ai pazienti idonei all'impianto di Icd.

(10) Informazioni ai parenti di primo grado dei sopravvissuti a un arresto cardiaco improvviso sulla necessità di uno screening, in quanto condizione ereditabile.

Dieci interventi, che le evidenze scientifiche hanno dimostrato di poter fare la differenza, tra la vita e la morte, per le persone affette da una miocardiopatia. Uno strumento, indispensabile per orientare le scelte di  amministratori, politici, aziendali e per i professionisti sanitari impegnati nella cura dei pazienti. Le strategie curative/assistenziali devono concentrarsi sulla misurazione degli out-come  e di esito delle cure e assistenza; sono questi gli indicatori utili a identificare e sviluppare la qualità delle cure nei pazienti a rischio di Morte Cardiaca Improvvisa.

Tuttavia, gli esperti sostengono che saranno necessarie  ulteriori ricerche per ricavare e validare modelli di calibrazione del  rischio di morte cardiaca improvvisa. Ciò nonostante, gli studiosi raccomandano ai professionisti della salute di raccogliere la sfida e di sviluppare le  misure di outcome, per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa; in considerazione anche di future revisioni della performance della qualità delle cure e assistenza.

 

 

Fonte

 

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