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Care manager: la risposta assistenziale all’invecchiamento della popolazione tra assenze e ritardi.

Daniela Sardodi
Daniela Sardo
Pubblicato il: 11/09/2017 vai ai commenti

Competenze Avanzate - Le prese di posizione

I cambiamenti demografici in atto   mostrano  in maniera precisa ed ineluttabile lo scenario futuro: progressivo ed inarrestabile invecchiamento della popolazione con le inevitabili implicazioni di assistenza sanitaria ad un “esercito” di   malati cronici.

Questo  dato rende   sempre più urgente un ripensamento dei  modelli organizzativi-assistenziali    con la necessità d’introduzione di altre modalità lavorative  in grado di rispondere al cambiamento della domanda di salute e  di  favorire lo sviluppo di un nuovo Sistema Sanitario nel quale le cure Primarie svolgano  un ruolo strategico.

 

Per rispondere  a questo bisogno di salute, infatti,  ormai da un decennio si auspica l’introduzione  della figura dell’ infermiere care- manager in tutte le realtà assistenziali, in particolar modo nell’ambito delle Cure primarie.

Ma a tutt’oggi sono poche le realtà assistenziali che possono vantare la presenza di professionisti di questo tipo. Da questo punto di vista, l’Italia è ancora diversi passi indietro rispetto ad altri  modelli sanitari , come Stati Uniti e UK, in cui gli infermieri hanno da tempo un ruolo cruciale nel processo assistenziale, sicuramente maggiore che nel nostro Paese  dove prima che su limiti legislativi si combatte con retaggi di tipo culturale.  

«Lo sviluppo della nostra professione è necessariamente guidato dal dato epidemiologico: la popolazione invecchia e invecchia da malata», commenta Barbara Mangiacavalli,  Presidente della Federazione Nazionale IPASVI. «Diventerà sempre più necessario avere un ‘care manager’ di riferimento per aiutare le persone a invecchiare in buona salute: orientare il percorso di cura, prestare assistenza, guidare il malato e la famiglia».

 

Il care manager è infatti, colui che gestisce il processo di cura, che  si fa carico del percorso individuale di cura della persona malata, divenendo responsabile dell’effettiva continuità del percorso stesso   proprio perché è la figura  professionale  assistenziale più adatta a garantire  l’integrazione con gli altri servizi socio sanitari e  con altri professionisti . .Le competenze dell’infermiere Care manager  vengono acquisite mediante percorsi universitari con master e corsi di alta formazione.

 

 

E' dimostrato, inoltre,  che l’assistenza primaria ed un approccio preventivo e pro-attivo diretto ai malati cronici determina un miglioramento in termini di esiti e che,  ciò produce un significativo risparmio di risorse  (con riduzione del il tasso di ospedalizzazione e miglioramento dell’integrazione dell’assistenza ospedaliera  con quella sociale).

A questo dato va aggiunto che , secondo una ricerca del Censis, è in costante crescita il numero di persone che fa ricorso al supporto dell’infermiere e lo fa cercando un professionista qualificato munito di titolo e specifica preparazione; sono state ben 12 milioni le prestazioni infermieristiche richieste in un solo anno. Sempre secondo l’indagine, l’85% degli italiani dice di aver fiducia nella figura dell’infermiere.

 

Nonostante ciò la presenza dell’infermiere Care manager  nella realtà assistenziale italiana delinea uno schema a macchia di leopardo, con forti penalizzazioni delle regioni del sud del Paese.

Troppa lentezza nei processi di trasformazione: bisogna correre a i ripari, sveltire i processi di riorganizzazione dei modelli assistenziali in direzione realmente efficace per assistiti ed operatori , prima che con italica fatalità, si sia travolti dal fenomeno demografico dell’invecchiamento senza neanche la possibilità di dire: “ non potevamo immaginare…”.

 

 

Fonte: Corriere