Infermieri. Si recano a lavoro anche se colpiti da sindrome influenzale. L’allarme.
L’autunno con tutti i suoi colori, porta con sé anche la para-influenza.
Quanti di voi, investiti da fare da eroe, si sono recati a lavoro con febbre e tosse?
Sono 4 su 10 gli operatori sanitari che colpiti da malattie simili-influenzali si recano a lavoro: tosse, febbre, mal di gola, dolori articolari, i classici sintomi dell’influenza di stagione, che non hanno impedito a medici ed infermieri di recarsi lo stesso a lavoro e prestare assistenza.
(da Doctor33)
La ricerca guidata da da Sophia Chiu, del National Institute for Occupational Safety and Health presso i Centers for Disease Control and Prevention di Cincinnati, Ohio, è americana, ma sicuramente rapportabile alla realtà italiana.
Dei 1.914 intervistati:
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414 (21,6%) hanno riferito di aver sofferto di una patologia simil-influenzale
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183 (41,4%) hanno dichiarato di aver lavorato per una durata media di 3 giorni mentre erano ammalati.
I ricercatori hanno scoperto che il personale ospedaliero ha avuto maggiore probabilità di lavorare ammalato (49,3%), seguito da coloro che lavoravano in un ambulatorio (45,7%) e in strutture di lungodegenza (28,5%).
Medici(67,2%), Farmacisti(63,2%) ed infermieri (37,9), le figure professionali che in percentuale si sono recate a lavoro, pur affetti da sindrome influenzale.
Le motivazioni: non sentirsi abbastanza male da stare a casa, l'obbligo professionale, la difficoltà di trovare una sostituzione, il non pensare di essere contagioso, il fatto di perdere la retribuzione.
Naturalmente lo studio va rapportato alle condizioni di lavoro statunitensi, che non sono quelle italiane. Ecco perché perdere la retribuzione potrebbe non essere aderente alla nostra realtà, mentre è perfettamente compatibile “la difficoltà di trovare una sostituzione”.
Un comportamento questo, che potrebbe sembrare innocuo, ma che non lo è: le statistiche indicano che i pazienti esposti a un operatore sanitario ammalato hanno cinque volte più probabilità di presentare un'infezione associata alla sanità.
Le infezioni da influenza sono associate a migliaia di decessi negli Stati Uniti ogni anno.
A seconda dei tipi e dei sottotipi tipici di influenza in circolazione da stagione a stagione, il tasso annuo della morte associata ad influenza varia da 1,4 a 16,7 morti per 100.000 persone dal 1976-2007.
La maggior parte delle morti associate all'influenza si verificano negli adulti di età ≥ 65 anni, con un tasso medio di 66,1 morti per 100.000 persone.
Circa 19,1 milioni di persone con malattia da influenza hanno cercato assistenza medica e 974.000 persone sono state ricoverate in ospedale durante la stagione 2014-2015.
Gli ospedali sono quindi immensi focolai infettivi, e il fatto che anche gli operatori sanitari contribuiscano ad alimentare questo è preoccupante.
I ricercatori suggeriscono che i datori di lavoro, al fine di tenere sotto controllo le infezioni, istituiscano di prassi la richiesta di esami clinici e test virali, con sette giorni di assenza obbligatoria per coloro che sono positivi all'influenza, o introducendo un congedo per malattia pagato.
Ph credit: La stampa: l'Eco di Bergamo