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Ospedali senza OSS né infermieri: la denuncia choc di NurSind a Lucca

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/05/2025

NurSind dal territorioToscana

 

LUCCA – Ospedali e servizi territoriali della provincia di Lucca sono in seria difficoltà. A denunciarlo è NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che punta il dito contro una cronica carenza di personale: infermieri, operatori sociosanitari (OSS) e ostetriche sono ormai insufficienti a garantire un'assistenza sicura e dignitosa.

La situazione è critica. Stiamo assistendo a un peggioramento costante che mette a rischio la salute dei cittadini e la sicurezza degli stessi operatori sanitari”, dichiara Roberto Pasquinelli, segretario territoriale NurSind Lucca.

Secondo il sindacato, l’apertura di nuovi servizi e l’espansione di quelli esistenti, senza un corrispettivo incremento di organico, ha finito per aggravare una condizione già al limite. Il personale viene spostato da un reparto all’altro per tappare falle continue, a discapito della continuità e della qualità dell’assistenza.

Negli ospedali San Luca, San Francesco e Santa Croce, il quadro appare particolarmente drammatico. “Siamo al collasso. Gli infermieri sono costretti a sostituire gli OSS, svolgendo mansioni inferiori e subendo un demansionamento che annulla il loro ruolo professionale”, denuncia Pasquinelli. In molte aree mediche e chirurgiche, il progressivo svuotamento del ruolo dell’OSS ha ridotto gli infermieri a esecutori di compiti base, compromettendo la gestione dei bisogni complessi dei pazienti.

Una delle criticità più gravi riguarda la ventilata rimozione degli OSS nel turno notturno di una cellula chirurgica, dove rimarrebbe un solo infermiere per 14 pazienti. “Una decisione inaccettabile che mette in pericolo la sicurezza dei ricoverati e scarica tutto il peso su un solo operatore”, commenta Pasquinelli.

Problemi simili emergono nella dialisi della Valle del Serchio e nel servizio CAL di Barga, dove la riduzione del personale minaccia la sorveglianza continua dei pazienti dializzati. L’unico OSS in servizio dovrà assentarsi per motivi di salute, senza che sia stato individuato un sostituto.

Le unità operative di degenza lavorano con organici ridotti all’osso, imponendo turni estenuanti e carichi di lavoro insostenibili. “Il personale è stremato. Si moltiplicano gli eventi sentinella e aumentano gli episodi di aggressione al personale sanitario”, riferisce il segretario.

Anche nelle aree di emergenza e urgenza la situazione non migliora. I nuovi punti territoriali previsti a Borgo a Mozzano e Montecarlo non sono ancora attivi, mentre l’unico PET territoriale a Piazza al Serchio sopravvive grazie al sacrificio di soli tre infermieri, la metà del necessario.

Il Pronto Soccorso, già in difficoltà per carenza di organico, non riesce a garantire il supporto all’emergenza territoriale, costringendo a continui spostamenti di personale da altri servizi della Valle del Serchio.

NurSind punta il dito anche contro alcune riorganizzazioni aziendali che, a loro dire, peggiorano ulteriormente la qualità dell’assistenza. È il caso dei trasferimenti dalla terapia intensiva alla sub-intensiva, dove il rapporto infermiere/paziente passa da 1 a 2 a 1 a 4, nonostante la gravità clinica dei ricoverati.

Criticità analoghe emergono nella cosiddetta “cellula A2”, reparto di alta intensità assistenziale per pazienti con gravi problemi respiratori. “Il rapporto infermiere/paziente dovrebbe essere di 1 a 4. Ma l’azienda ha deciso di operare con soli due infermieri per 12 pazienti: un rapporto di 1 a 6, semplicemente insostenibile”, sottolinea Pasquinelli.

L’organizzazione, denuncia ancora il sindacato, è sempre più caotica: gli infermieri sono costretti ad assistere ogni tipo di paziente senza percorsi formativi mirati e senza una logica gestionale chiara, con un conseguente aumento del rischio clinico.

La risposta dell’Azienda sanitaria, che prevede l’assunzione a tempo determinato di 180 operatori da suddividere tra quattro province, è giudicata totalmente inadeguata. “Solo a Lucca mancano oltre 100 infermieri, 50 OSS e 15 ostetriche. Questi numeri non bastano nemmeno a garantire i servizi attuali, figuriamoci a coprire i nuovi”, avverte Pasquinelli.

NurSind chiede un intervento immediato da parte dell’Azienda USL e il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali. “Non possiamo più accettare compromessi sulla pelle dei cittadini e dei professionisti. La salute non può essere sacrificata sull’altare dell’efficienza”, conclude il segretario.