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Clonati i primati toccherà agli infermieri?

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 27/01/2018

AttualitàEditoriali

 Avevo ragione, mi ricordavo bene. Il tema della clonazione mi aveva affascinato da subito. La notizia della pecora Dolly mi aveva colpito nel 1996, anche inquietato ma all'epoca, ancora studiavo per diventare infermiere e non mi ero certamente accorto del valore potenziale di quella notizia. Le prima avvisaglia di quanto quella lontana notizia del 1996 potesse tornare utile alla causa infermieristica la ebbi nel 2003, quando redattore della famosissima e mitica rivista Radio Corsia (dissacrante organo di informazione della Segreteria NurSind Sassari dell'epoca), colsi l'occasione per ironizzare su una iniziativa della federazionIl pezzo di Radio Corsiae centrale Ipasvi, ricorrendo al paradosso della clonazione di infermieri sulla scia di quanto accaduto sette anni prima con la pecora Dolly appunto. Trovai davvero straordinario l'accostamento pecora-infermiere e all'ora lo ritenevo l'unico possibile, per molte ragioni che ancora oggi sostengo, era esilarante proporre che la clonazione dell'infermiere si originasse da un ovino. Ho ritrovato quell'articolo e ho riso come quando lo scrissi. Anche perché alcuni contenuti e riferimenti di quel pezzo, sono di un'attualità disarmante: salari al palo, costi, ECM, Berlusconi......

 

E mi è tornato prepotentemente alla memoria perché tutti avrete sentito la clamorosa notizia di un nuovo esperimento che aprirebbe definitivamente la porta alla clonazione umana.

La protagonista non è più una pecora, non siamo più in Inghilterra patria che in questi anni ha accolto transumanze di infermieri italiani. Questa volta ci troviamo in Cina e l'animale clonato è un primate, precisamente due macachi cui sono stati assegnati due amabili nomi che stanno intenerendo tutto il mondo: Zhong Zhong il cui nome mi ricorda piuttosto i fumetti di Batman e Robin e una loro fulminea azione e Hua Hua che mi rimanda invece alle scorribande di Jimi Hendrix e alla sua chitarra con effetto wa wa della magnifica Voodoo Child.

In Cina sono riusciti ad ottenere un risultato straordinario pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell, in cui i ricercatori comunicano al mondo una notizia che ha avuto immediata risonanza non tanto per la natura dell'esperimento e il mammifero scelto, quanto per ldifficoltà tecniche superate e soprattutto perché per la prima volta, l'esperimento ha avuto successo ottenendo cloni vivi di primati non umani in buona salute. Tanti animali e tanti mammiferi sono stati clonati dopo Dolly, ma essere riusciti nella clonazione di un primate, mammifero al cui ordine, come noto, appartiene anche l'uomo, ha da un lato fatto esultare e dall'altro allarmato la comunità scientifica e civile (non parliamo di quella cattolica), nonostante siano arrivate le rassicurazioni degli scienziati, il cui unico scopo sarebbe quello di ottenere animali dal patrimonio genetico identico da utilizzare per la ricerca scientifica nella lotta alle malattie.

 

La discussione sugli scenari che la portata di questo esperimento apre è aperta ma io, come nel pezzo del 2004, ho già immaginato ministri della sanità e direttori generali sfregarsi le mani e allargare le maglie dei finanziamenti a società che oggi potrebbero chiamarsi ad esempio ClonInf. Centri specializzati nella clonazione dell'infermiere perfetto: quello che non devi pagare, quello che può lavorare 24 di fila senza stacco di 11 ore, quello che non sbaglia mai che non si ammala mai, quello che non ha bisogno di 104, art. 21, ferie, permessi, maternità, pause, tempo tuta, tempo consegna, rappresentanza sindacale e che non sarà necessario chiamare Dottore, togliendo finalmente molti da tale imbarazzo. Un infermiere perfetto clonato e replicato all'infinito al solo costo di produzione e sostentamento che come evocato nel pezzo di allora, risolverà tutti i problemi di bilancio della sanità italiana.

 

Andrea Tirotto

 

di seguito il pezzo pubblicato su Radio Corsia nel 2004

 ClonIp Radio Corsia 2004.pdf