Chi sono gli Infermieri che partecipano ai maxi concorsi? L’identikit svelato in uno studio
Gli ultimi dieci della storia della sanità sono stati caratterizzati dal blocco del turnover, imposto dal decreto legge 112/2008, che prevedeva l’assunzione del 10% del personale cessato nell’anno.
A questo drammatico stop, si è aggiunto il piano di rientro delle Regioni in deficit e l’impossibilità di assumere ed infine la Legge Fornero che ha ridotto l’uscita dal mondo del lavoro, impedendo l’entrata di nuove risorse.
Tra il 2009 ed il 2016 il SSN ha perso 12 mila infermieri.
Il risultato delle scelte scellerate della politica sanitaria, ha determinato la riduzione dei bandi di concorso, e la partecipazione di massa ai pochi indetti, ultimo in ordine di tempo, i 5 posti di infermiere messi a bando dall’ospedale Humanitas Gradenigo, al quale hanno partecipato 3000 candidati.
Un vero e proprio business quello che gira intorno ai maxi concorsi che non sono più uno strumento utile di selezione, e che puntualmente vengono annullati per le diverse irregolarità e la mancata trasparenza , tipiche dei palazzetti affollati, dove è difficile gestire migliaia di persone.
Visto l’impegno economico di un concorso che poi finisce nelle aule di tribunale, la nuova tendenza è quella riunire le aziende ospedaliere in consorzi, bandendo concorsi aggregati, unici per tutto il territorio,
Lo studio preso in esame, si pone come obiettivo, quello di descrivere il profilo socio- demografico, la durata del percorso di studi e le esperienze lavorative pregresse, di una coorte di infermieri iscritti ad un concorso della regione Lombardia.
Per la ricerca è stato costruito un questionario ad hoc di 38 domande, somministrato a tutti in candidati, prima dell’inizio delle prove selettive.
Risultati
Dei 8.069 iscritti alla prova, si sono presentati in 6.566(82%) e di questi 6.365, il 97%, ha compilato il questionario.
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Il 64% erano donne
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l’84% celibi/nubili
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il94% senza figli
l’età media è di 26,5 anni e la residenza è in egual misura al Nord ed al Sud Italia.
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Il 98% aveva conseguito una laurea in infermieristica
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l’1% il diploma universitario
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il 44% ha concluso il corso di studi in tre anni, il 35% nei due anni successivi, il 9% tra i cinque e i sette anni, il 12% oltre i sette anni
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il 10 % dei candidati aveva un titolo post base, un master in coordinamento, ed il 57% la laurea magistrale
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il 43% ha sostenuto più concorsi ed il 9% è in attesa di chiamata da graduatoria a tempo indeterminato
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ad un anno dalla laurea lavora l’80% del campione
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il 20% del campione che proviene dal Sud, dopo la laurea in infermieristica, per un periodo di 6 mesi, ha svolto attività diverse da quella di infermiere
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il 4% ha svolto o svolge attività lavorativa all’estero.
Le motivazioni che hanno spinto i candidati a partecipare al concorso:
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il 36%, l’opportunità che offre la struttura rinomata
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il 22%, il numero dei posti offerti
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il 22%, assenza di concorsi nella propria regione di residenza
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l’11%, primo concorso dopo la laurea
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il 10%, il disagio lavorativo nel posto di lavoro attuale
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il 9%, possibilità di accedere alla mobilità verso atri Enti
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il 9%, ospedale vicino al domicilio
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il 2%, è la struttura dove il candidato si è formato.
Rilevante la volontà di riavvicinarsi a casa.
Nemmeno per i candidati i megaconcorsi sono uno strumento utile alla selezione degli infermieri: il 61% sarebbe favorevole a sostituire il concorso con il corso-concorso, che ha una forte valenza formativa e permette di immettere il candidato direttamente all’impiego a tempo indeterminato.
da:
Profilo formativo, motivazionale e occupazionale di una coorte di infermieri iscritti ad un maxiconcorso
Roberto Accardi,1 Silvia Pazzaglia,2 Antonella Demarchi,2 Barbara Sappa,1 Dario Laquintana3 1Responsabile Infermieristico Area UOC Direzione Professioni Sanitarie - Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano 2Dirigente Professioni Sanitarie 3Direttore Professioni Sanitarie Per corrispondenza: Dario Laquintana, dario.laquintana@policlinico.mi.it