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Basta un like su Facebook per essere sospesi dal lavoro. La sentenza del TAR

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La Redazione
Pubblicato il: 23/12/2020 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Esplicitare la propria approvazione con un like su Facebook, alla notizia del suicidio di un detenuto, legittima la sospensione dal lavoro, in quanto il like in questione , è manifestazione di disprezzo per la vita e viola i doveri gravanti su chi svolge una funzione pubblica.

A stabilirlo il TAR  Lombardia con la sentenza 2365/2020.

I fatti

Il ricorrente, Vice Commissario ordinario appartenente al Corpo di Polizia penitenziaria, veniva  sanzionato con la sospensione dal servizio per la durata di un mese, in quanto in data 15 febbraio 2015, nel commentare la notizia del suicidio di un detenuto avvenuto nella Casa di reclusione di Milano-Opera sul sito Facebook inseriva  l’applicazione predefinita corrispondente a “mi piace” (c.d. like), alla quale hanno fatto seguito ulteriori commenti di stampo negativo da parte di altri appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria; tutto ciò ha avuto una rilevante risonanza mediatica. Avviato il procedimento disciplinare, sul presupposto della violazione da parte del ricorrente dell’impegno morale assunto con il giuramento e dei doveri degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, lo stesso si concludeva con l’irrogazione della sanzione della sospensione dal servizio di un mese attraverso il provvedimento del 29 luglio 2015.

Il ricorrente ritenendo la sospensione illegittima, ne chiedeva l’annullamento.

 

Il TAR Lombardia

Il TAR conferma la sospensione, legittimando la valutazione del like come "inequivoca manifestazione di approvazione o compiacimento per l'evento infausto accaduto”. Ritiene inoltre condotta del ricorrente come contraria alla dignità della persona e dei detenuti, nei confronti dei quali un Vice Commissario dovrebbe assumere un ruolo attivo nel loro percorso di rieducazione e come tutto contraria al giuramento e ai doveri che il personale della Polizia penitenziaria è tenuto a rispettare anche quando è fuori servizio.