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Assegno unico, cambiano gli importi. La guida e le novità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/01/2023 vai ai commenti

Leggi e sentenzeProfessione e lavoro

La legge 1 aprile 2021, n46 “Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale. (GU Serie Generale n.82 del 06-04-2021), ha previsto l’istituzione dell’assegno unico, che unifica e in parte potenzia i contributi oggi esistenti a sostegno dei nuclei con figli a carico.

Cos’è l’assegno unico, a chi spetta

L’assegno unico è anche “universale” in quanto spettante a tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza a 21 anni), senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore Isee.

L’assegno unico nasce per:

  • favorire la natalità;
  • sostenere la genitorialità;
  • promuovere soprattutto l'occupazione femminile.

L’assegno è:

  • riconosciuto per  ciascun  figlio minorenne  a  carico.  Il  beneficio  decorre  dal  settimo mese di gravidanza. Per i figli successivi al secondo, l'importo dell'assegno è maggiorato;
  • riconosciuto con un importo  inferiore  a quello riconosciuto per i minorenni, per ciascun figlio maggiorenne a carico,  fino  al  compimento  del  ventunesimo  anno  di  età  con possibilità di corresponsione dell'importo direttamente  al  figlio, su sua richiesta, al fine  di  favorirne  l'autonomia. 

Quando è riconosciuto l’assegno per figlio maggiorenne

L'assegno  è concesso solo nel caso in cui  il  figlio  maggiorenne  frequenti  un percorso di  formazione  scolastica  o  professionale,  un  corso  di laurea, svolga un tirocinio ovvero un'attività lavorativa  limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato  importo  annuale, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l'impiego o un'agenzia per il lavoro o svolga il servizio  civile universale;

Figli disabili 

E’ riconosciuto  un assegno  mensile  di  importo  maggiorato rispetto agli importi relativi ai figli a carico minorenni e maggiorenni,  in  misura  non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento per ciascun figlio  con  disabilità   con  maggiorazione  graduata  secondo   le classificazioni  della  condizione  di  disabilità. Allo stesso va riconosciuto l’assegno  senza maggiorazione, anche  dopo  il compimento del ventunesimo anno di età, qualora  il  figlio  con disabilità risulti ancora a carico.

Requisiti di accesso all’assegno:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro  dell'Union europea, o suo familiare, titolare del diritto  di  soggiorno  o  del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione  europea  in  possesso  del  permesso  di soggiorno UE per soggiornanti di lungo  periodo  o  del  permesso  di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale
  • essere soggetto al pagamento  dell'imposta  sul  reddito  in Italia
  • essere residente e domiciliato  con  i  figli  a  carico  in Italia per la durata del beneficio
  • essere stato o essere residente in  Italia  per  almeno  due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un  contratto di lavoro a tempo indeterminato  o  a  tempo  determinato  di  durata almeno biennale.

Al riconoscimento dell’assegno unico, restano in vigore:

  • i Bonus asilo nido
  • i bonus per forme di assistenza presso la propria abitazione
  • le detrazioni fiscali per alcune delle spese sostenute in favore dei figli a carico: ad esempio per le spese sanitarie e farmaceutiche, per l’istruzione e per le attività sportive

Gli aiuti sono stati eliminati, perché inglobati nell’assegno unico sono:

  • il Premio alla nascita
  • l’Assegno di natalità
  • l’Assegno ai nuclei familiari con almeno 3 figli minori
  • l’Assegno per il nucleo familiare
  • alcune detrazioni per carichi di famiglia
  • il Fondo di sostegno alla natalità
  • l’Assegno temporaneo per i figli.

Gli importi

Ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro, spetta per ogni figlio minore un assegno base di 175 euro.

Questo valore decresce al crescere dell’ISEE, fino a stabilizzarsi a 50 euro mensili a figlio per ISEE pari o superiori a 40.000 euro.

A questa base si sommano varie maggiorazioni per:

  • ogni figlio successivo al secondo;
  • famiglie numerose;
  • figli con disabilità;
  • madri di età inferiore ai 21 anni;
  • nuclei familiari con due percettori di reddito.

Una maggiorazione temporanea è, inoltre, prevista per i nuclei familiari con ISEE inferiore a 25.000 euro.

Come fare domanda

Per il 2022, le domande potevano essere inoltrate tramite l'INPS o gli Istituti di patronato a partire dal 1° gennaio fino al 30 giugno senza correre il rischio di perdere alcuna mensilità a partire da marzo, mese in cui sono iniziate le erogazioni per il 2022. 

Alla domanda, che va presentata con procedura online semplificata accedendo al sito INPS con SPID, CIE o CNS o tramite patronato, deve essere allegata la certificazione ISEE per ottenere l'importo mensile più adeguato alla situazione familiare. 

Inoltrata la domanda l'erogazione è riconosciuta a partire dal mese successivo, salvo casi particolari e l'accredito dell'importo avviene sull'IBAN del beneficiario o con bonifico domiciliato. 

 

Assegno unico figli genitori separati

Con specifico riguardo ai genitori separati / divorziati e a chi fra i due può richiedere effettivamente la prestazione, però, bisogna andare a vedere come è regolato l’affidamento del figlio, ovvero:

  • in caso di affidamento condiviso, l’Assegno andrà in pari misura (50 e 50) ad entrambi i genitori e, quindi, potranno richiederlo entrambi;
  • in caso di affidamento esclusivo ad uno dei due, l’Assegno andrà interamente al genitore che lo detiene il quale sarà l’unico a poter presentare la richiesta INPS.

Sul punto, peraltro, l’INPS è intervenuta con il Messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022, offrendo chiarimenti sulla presentazione e la gestione delle domande dell’Assegno Unico Universale da parte dei genitori separati o divorziati (oltre che per i figli maggiorenni).

Si precisa che anche nelle ipotesi di minore in affidamento temporaneo o preadottivo ai sensi della legge n. 183/1984, occorre distinguere l’ipotesi dell’affido esclusivo a uno soltanto dei genitori da quello condiviso ad entrambi i genitori esercenti la responsabilità genitoriale.

L’Assegno viene sempre erogato interamente al solo genitore che detiene l’affidamento esclusivo del figlio e, in caso di affidamento condiviso, a metà tra entrambi i genitori. Ciò deve risultare o da un provvedimento del giudice o da un accordo scritto tra le parti.

Ma attenzione, ci sono due casi particolari:

  • l’assegno viene sempre erogato a un solo genitore se il giudice, nel provvedimento che disciplina la separazione di fatto, legale o il divorzio dei genitori, ha disposto che dei contributi pubblici usufruisca uno solo dei genitori. Ciò potrebbe avvenire anche in caso di affidamento condiviso;
  • gli stessi genitori possono stabilire che il contributo venga interamente erogato solo a uno dei due, attestando in procedura l’accordo tra le parti e, anche qui, a prescindere che l’affidamento del figlio sia esclusivo o condiviso.

Assegno unico 2023. Cambiano gli importi

Dal 1° marzo 2023 infatti coloro che nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di Assegno unico e universale per i figli a carico , accolta e in corso di validità, beneficeranno dell’erogazione d’ufficio della prestazione da parte dell’INPS, senza dover presentare una nuova domanda.

Per la quantificazione dell’Assegno unico resta, per tutti i beneficiari, l’obbligo di presentare la nuova DSU per il 2023, per rinnovare l’ISEE . In assenza di una nuova DSU , correttamente attestata, l’importo dell’Assegno unico sarà calcolato a partire da marzo 2023 con riferimento agli importi minimi previsti

 

Di quanto aumenta l’assegno unico?

L’importo base dell’assegno unico va da un massimo di 175 euro a un minimo di 50 euro per i figli minorenni, e da 85 euro a 25 euro per i maggiorenni (entro i 21 anni di età). Ogni anno viene aggiornato in base all'inflazione. Quest'anno la rivalutazione provvisoria applicata alle pensioni è stata del 7,3%, ma per l’assegno unico si attenderà il tasso definitivo che sarà comunicato a metà di gennaio. Secondo le previsioni dovrebbe esseretra il 7,5% e il 7,8%. 

 

Agli aumenti del ricalcolo dovuto all'inflazione si sommano anche quelli previsi dalla legge di Bilancio 2023 che ha stabilito:

  • per tutti i figli di età inferiore a 1 anno spetta una maggiorazione del 50% della quota base;
  • per i figli successivi al secondo la maggiorazione del 50% spetta fino al compimento dei 3 anni, ma solo per chi ha un Isee inferiore a 40.000 euro;
  • la maggiorazione forfettaria di 100 euro spettante a chi ha almeno 4 figli, sale a 150 euro;
  • nel frattempo, le maggiorazioni per figli disabili come modificate dal governo Draghi vengono rese strutturali. 

Allo stesso tempo, ci sarà un ulteriore aumento di 50 euro al mese per le famiglie con almeno 4 figli alla maggiorazione forfettaria prevista dalla manovra.