Iscriviti alla newsletter

Lavorare come infermiere in Emergency, l'esperienza di Giulia

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 18/01/2023

Dieci DomandeLe interviste

La nostra professione è caratterizzata dalla varietà di ambiti con cui è possibile confrontarsi, dall’area emergenziale a quella riabilitativa il ventaglio di opportunità esperienziali è vasto e ho sempre pensato che questo fosse un valore aggiunto di questo meraviglioso lavoro. Tra le esperienze possibili ce ne sono alcune molto particolari come quella di lavorare in Emergency. Fondata da Gino Strada e Teresa Sarti nel 1994 questa associazione indipendente e neutrale è nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Oggi continua la sua missione con una grande varietà di progetti in Italia e all’estero, dal 1994 ha lavorato in 20 Paesi e curato 12 milioni di persone.

Oggi vorrei riportare un’intervista ad una collega infermiera, la dott.ssa Giulia Marotta, che ha lavorato dal 2012 al 2017 per Emergency all’interno di due differenti progetti sul territorio siciliano.

Come è iniziata la tua avventura in EMERGENCY?
Avevo da poco conseguito la laurea in Infermieristica. Ho iniziato a lavorare in una struttura residenziale ma volevo impegnarmi nel sociale. Nel 2012 in Sicilia i gruppi di volontari EMERGENCY erano molto attivi. Proprio in quegli anni aumentava il numero di persone sbarcate nei nostri porti. Nel 2012 a Siracusa i project coordinator di EMERGENCY stavano facendo colloqui per assumere infermieri da impiegare nei progetti dell’associazione. È stato subito amore, passione, dedizione. Nel 2012 il primo progetto cui ho partecipato come staff si occupava dell’accompagnamento degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia nel Sistema sanitario nazionale. Per i successivi tre anni, ho fatto parte dello staff sanitario per l’assistenza ai migranti appena sbarcati nella Sicilia orientale e che si trovavano nei centri di prima accoglienza. Ho lavorato con EMERGENCY fino al luglio 2017. Oggi non faccio più parte dello staff dell’associazione ma stare in EMERGENCY è stata un’esperienza che ha segnato il mio approccio al lavoro.

Come definiresti la tua esperienza come infermiera all’interno di EMERGENCY?
Un infermiere può essere molte cose: può impegnarsi in infiniti ambiti e imparare innumerevoli procedure, acquisire abilità specialistiche in molte aree dell’assistenza. C’è un denominatore comune che non può mancare: l’umanità nelle relazioni con i pazienti. L’esperienza con EMERGENCY, l’aiuto fornito alle persone appena sbarcate e la dedizione che mettevamo in quello che facevamo, ha plasmato la mia personalità, soprattutto quella professionale, in maniera indelebile. L’esperienza con EMERGENCY è il mio comune denominatore ancora oggi.

Quale è il ruolo dell'infermiere durante uno sbarco e successivamente?
Durante lo sbarco l’infermiere collabora con le figure istituzionali presenti che si trovano al porto (Asp (Azienda sanitaria provinciale), USMAF (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), Croce Rossa, forze dell’ordine) per offrire una prima assistenza sanitaria alle persone soccorse. Alcuni arrivano in condizioni gravissime e, dopo i controlli eseguiti a bordo della nave da USMAF, sono trasferiti direttamente ai nosocomi. Con lo staff sanitario di EMERGENCY ci siamo occupati di offrire assistenza ai molti che, subito dopo lo sbarco, presentavano traumi legati al viaggio e al periodo passato in Libia. Segni di torture, ferite d’arma da fuoco, ustioni, sindromi da raffreddamento, colpi di calore, patologie croniche scompensate, disidratazione, donne in gravidanza e bambini piccoli con le loro problematiche erano all’ordine del giorno. Lavoravo con uno staff composto da medici, infermieri, mediatori culturali e psicologi. Seguivamo i pazienti dal porto ai centri di prima accoglienza e, in alcuni casi, al loro inserimento nel Sistema sanitario nazionale. Nelle giornate peggiori
con temperature molto alte, arrivavano anche 400-500 persone. Era compito dell’infermiere occuparsi del triage di chi, dopo i controlli istituzionali, si presentava al nostro ambulatorio mobile in cerca di assistenza, aiuto, supporto sanitario e psicologico.

Come è evoluta in questi ultimi anni la situazione degli sbarchi?
Il progetto di EMERGENCY di assistenza socio-sanitaria ai migranti durante gli sbarchi nella Sicilia orientale si è concluso. Anche dopo questa data, EMERGENCY non ha smesso di monitorare la situazione. Dal 2022 l’associazione ha una sua nave, la Life Support, per effettuare attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più pericolosa al mondo.

Per chi volesse approcciarsi ad un’esperienza lavorativa con Emergency è possibile visionare le posizioni aperte nei vari progetti e i requisiti minimi richiesti sul sito dell’associazione cliccando qui.