Nel 2050 10 milioni di morti nel mondo per infezioni non trattabili
Si sta svolgendo, in questi giorni, il 9° Forum Sistema Salute alla Stazione Leopolda di Firenze, un luogo privilegiato del confronto per l’innovazione e la sostenibilità del sistema salute italiano.
Il forum è un evento unico, creativo, stimolante al cui programma stanno lavorando con passione e intelligenza giovani di ogni età ed esperienza. Relatori, facilitatori, futuristi, esponenti della cultura della scienza e della politica, artisti, giornalisti e comunicatori di assoluto livello nazionale e internazionale che si sono posti l’obiettivo di trasformare l’evento in una preziosa esperienza che darà i suoi frutti.
Tra i numerosi relatori è intervenuta Fabrizio Gemmi, Coordinatore dell’Osservatorio per la Qualità ed Equità, dell’Agenzia Regionale di Sanità Toscana.
“L’antimicrobico resistenza - dichiara Fabrizio Gemmi - è una delle sfide attuali più gravi per la salute a livello globale. Si riferisce alla capacità dei microrganismi, di sviluppare resistenza agli agenti antimicrobici, rendendo così le infezioni più difficili da trattare. Si stima che nel 2050 saranno 10 milioni i morti nel mondo dovuti alle infezioni non trattabili, superando anche le morti per cancro”.
“L’antimicrobico resistenza è aggravata dall’uso inappropriato e eccessivo di antibiotici in ambito medico, veterinario e agricolo, che favorisce la selezione di ceppi resistenti - spiega Fabrizio Gemmi -. Affrontare questo fenomeno richiede un approccio globale che include la promozione di pratiche di prescrizione responsabili, la ricerca di nuovi antimicrobici e strategie preventive, come la vaccinazione e il miglioramento delle pratiche igieniche”.
“In questi anni si è compresa la necessità di affrontare questo problema secondo il paradigma della 'Planetary Health', una visione integrata della salute umana, dell’ecosistema e delle interazioni tra i due. Questo paradigma riconosce che la salute del pianeta e quella delle persone sono interconnesse e che i cambiamenti ambientali, sociali ed economici possono influenzare la diffusione delle malattie e la resistenza agli antimicrobici - sottolinea il Coordinatore dell’Osservatorio per la Qualità ed Equità dell’Ars Toscana -. L’uso sostenibile degli antimicrobici, insieme alla promozione di comportamenti responsabili nei confronti di questi farmaci, rappresentano gli obiettivi più immediati da raggiungere”.
“Anche nel nostro Paese l’attenzione all’uso degli antimicrobici e al controllo delle infezioni è aumentata, e i tassi di resistenza in alcune categorie di batteri mostrano segnali di miglioramento - spiega Gemmi -. Ad esempio, in Toscana, tra gli enterobatteri la resistenza ai carbapenemi in “Klebsiella pneumoniae” passa dal 37% del 2017 al 20% del 2023 (per l’Italia nel suo insieme il miglioramento è molto meno marcato, dal 30% al 26%) e quella ai fluorochinoloni in 'Escherichia coli' diminuisce dal 51% al 32% (per l’Italia, dal 45% al 34%). Tra i batteri Gram positivi, la resistenza alla meticillina in “Staphylococcus aureus” scende, nel medesimo periodo, dal 33% al 18%”.
“A fronte di questi successi - aggiunge Fabrizio Gemmi -, ottenuti grazie ad azioni che comprendono il monitoraggio puntuale dell’Amr (Ars Toscana con la rete dei laboratori di Microbiologia), l’organizzazione regionale AID (Antimicrobial stewardship, controllo delle Infezioni e Diagnostic stewardship) e l’attuazione del Piano nazionale di contrasto antibiotico-resistenza, anche in Toscana altre forme di antimicrobico resistenza, come quelle registrate negli enterococchi e in “Pseudomonas”, mostrano un andamento non definito. C’è ancora molto da fare per contrastare efficacemente, su base mondiale questo fenomeno, che è aggravato dalla scarsa attenzione da parte dei governi, dagli spostamenti delle persone per viaggi internazionali e migrazioni, dalla crisi climatica e idrica, dai ridotti investimenti in prevenzione”.