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Panico al Pronto Soccorso di Prato: il NurSind rilancia l’allarme sicurezza

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 20/08/2025

NurSind dal territorioToscana

Falso allarme pistola, caos tra i pazienti e sanitari. Il sindacato: "Aggressioni in aumento, servono tutele reali".

PRATO 20 agosto 2025 – Momenti di terrore nella notte tra lunedì e martedì al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santo Stefano di Prato. Un uomo, in evidente stato di alterazione dovuta a sostanze stupefacenti, ha iniziato a urlare contro tre cittadini cinesi che attendevano le cure per ferite da arma da taglio, gridando che uno di loro fosse armato di pistola.

Il falso allarme ha scatenato il panico tra pazienti, accompagnatori e personale sanitario: in pochi secondi si è verificato un fuggi fuggi generale. Gli agenti di polizia, già presenti per gestire l’uomo esagitato, hanno verificato immediatamente che nessuno dei pazienti fosse armato. L’episodio si è concluso senza conseguenze gravi, ma ha lasciato dietro di sé un clima di forte paura e tensione.

La denuncia del NurSind

A raccontare la notte di caos è Roberto Cesario, segretario territoriale del NurSind di Prato, che sottolinea come l’accaduto sia solo l’ennesimo segnale di un problema mai risolto: la sicurezza del personale sanitario.

“È stata una notte di paura per i lavoratori del pronto soccorso. Le aggressioni, verbali e fisiche, sono purtroppo in costante aumento. Non si tratta solo di episodi che lasciano ferite fisiche, ma anche traumi psicologici che possono portare a disturbi post-traumatici e persino alla scelta di cambiare lavoro”, afferma Cesario.

Il sindacato delle professioni infermieristiche ricorda il lavoro con la Prefettura e ringrazia la prefetta La Iacona per l’impegno nel rafforzare la vigilanza. Sono già state introdotte alcune misure, come il pulsante di emergenza che permette l’intervento immediato delle forze dell’ordine e la presenza di due guardie giurate fisse in pronto soccorso.

Ma per il NurSind non basta:

“Abbiamo ottenuto risultati importanti, ma serve un passo ulteriore: l’apertura di un posto di polizia in pronto soccorso attivo 24 ore su 24. Oggi il presidio è operativo solo dalle 8 alle 20, mentre le aggressioni avvengono quasi sempre di notte. Ho scritto anche al ministro Piantedosi: i colleghi devono lavorare in sicurezza, non nel terrore”.

Un fenomeno in crescita

Il caso di Prato si inserisce in un contesto nazionale in cui le aggressioni a infermieri e medici continuano a crescere, soprattutto nei pronto soccorso e nei reparti di psichiatria, con conseguenze che spesso si trasformano in vere emergenze per chi opera in prima linea.

Il NurSind, conclude Cesario, continuerà a portare avanti la battaglia per tutelare i professionisti della sanità: “Il diritto alla cura dei cittadini non può prescindere dal diritto alla sicurezza dei lavoratori”.