Infodemia: la pandemia parallela che mette a rischio la nostra salute
L’infodemia, un neologismo derivato dalla fusione di “informazione” ed “epidemia”, si riferisce a una sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che si diffondono rapidamente, rendendo difficile per le persone distinguere la verità. Questo fenomeno non è nuovo, ma la sua diffusione è stata enormemente accelerata dall’uso dei social media e delle tecnologie digitali, raggiungendo il suo apice durante la pandemia di COVID-19.
La proliferazione dell’infodemia è alimentata da un circolo vizioso in cui la ricerca di risposte chiare in un contesto di incertezza spinge le persone a condividere rapidamente informazioni, indipendentemente dalla loro veridicità. A differenza delle classiche “fake news”, l’infodemia include una vasta gamma di contenuti:
- Disinformazione: informazioni false create e diffuse con l’intento di ingannare.
- Malainformazione: informazioni false condivise senza un intento malevolo, spesso da persone che credono che siano vere.
- Notizie parzialmente vere: informazioni corrette decontestualizzate o mescolate con dettagli non veritieri.
Questo mix confuso rende il processo di verifica delle informazioni un compito arduo. Gli algoritmi dei social media, progettati per massimizzare il coinvolgimento, tendono a privilegiare contenuti che generano forti reazioni emotive, che sono spesso proprio i contenuti falsi o esagerati.
Le conseguenze dell’infodemia sono profonde e multifattoriali, influenzando diversi aspetti della società.
- Salute pubblica
Durante la pandemia di COVID-19, la disinformazione ha portato a comportamenti rischiosi, come il rifiuto dei vaccini o l’uso di rimedi non scientificamente provati, mettendo a repentaglio la salute e la vita delle persone. Questo ha indebolito le campagne di sanità pubblica e ha ostacolato la risposta globale alla crisi.
- Polarizzazione sociale
L’infodemia spesso amplifica le divisioni sociali e politiche. Le teorie del complotto, alimentate da informazioni fuorvianti, possono creare una profonda sfiducia nelle istituzioni, nei media tradizionali e nella scienza, rendendo più difficile il dialogo costruttivo e la cooperazione.
- Erosione della fiducia
Quando le persone sono costantemente bombardate da notizie contrastanti, perdono fiducia sia nei media che nelle figure di autorità. Questo può portare a un senso di disorientamento e impotenza, e rende più difficile per le istituzioni democratiche e sanitarie comunicare efficacemente con il pubblico.
Contrastare l’infodemia richiede un approccio multidimensionale che coinvolga individui, piattaforme digitali e istituzioni.
- Sviluppo del pensiero critico
La capacità di analizzare criticamente le informazioni è la prima linea di difesa. Prima di credere o condividere una notizia, poniti le seguenti domande:
- Fonte: Chi ha creato questa informazione? È una fonte autorevole e affidabile?
- Contesto: L’informazione è stata decontestualizzata? C'è una parte della storia che manca?
- Prova: Ci sono prove che supportano questa affermazione?
- Ruolo delle piattaforme digitali
Le aziende tecnologiche stanno introducendo misure per limitare la diffusione di contenuti dannosi, come avvisi di fact-checking, rallentamento della condivisione di post virali e rimozione di contenuti palesemente falsi che violano le loro politiche. Tuttavia, l’efficacia di queste misure è ancora oggetto di dibattito.
- Cooperazione istituzionale
Governi, organizzazioni sanitarie e media tradizionali devono collaborare per fornire informazioni chiare, precise e tempestive. L’investimento nel giornalismo di qualità e nella comunicazione scientifica accessibile è fondamentale per riconquistare la fiducia del pubblico.
L’infodemia è una minaccia persistente che richiede uno sforzo congiunto per essere affrontata. La promozione di una cultura della verifica e la valorizzazione delle fonti attendibili sono passaggi cruciali per costruire una società più resiliente e informata.
Sito utile: https://www.who.int/health-topics/infodemic#tab=tab_1