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Barone (NurSind): Aggressioni contro gli infermieri, emergenza senza fine

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 02/09/2025

LazioNurSind dal territorio

02/09/2025

L’allarme di Stefano Barone, segretario territoriale del NurSind Roma e dirigente nazionale, al Messaggero: "+135% in due anni"

Sanitari sempre più numerosi, ma anche sempre più esposti.
Nel Lazio, nei primi sei mesi del 2024, si sono registrate 655 nuove iscrizioni all’Albo (635 infermieri e 20 infermieri pediatrici), a fronte di 296 cancellazioni. Numeri che confermano la forza della professione, con oltre 50 mila iscritti complessivi nella Regione. Ma a fronte di questo “esercito”, permane un dato drammatico: le aggressioni in corsia continuano ad aumentare.

Nel suo intervento, riportato dal Messaggero, Stefano Barone, segretario territoriale del NurSind a Roma e componente della segreteria nazionale, ha denunciato un trend allarmante:

"Nel biennio 2023-2024 le violenze fisiche e verbali contro il personale ospedaliero sono aumentate del 135%."

I dati parlano chiaro: nel 2024 gli episodi di violenza certificati dall’Osservatorio sulla Sicurezza delle Professioni Sanitarie hanno raggiunto quota 1.156, coinvolgendo 1.840 operatori sanitari. Un incremento del +43% negli episodi e del +50,9% negli operatori coinvolti rispetto all’anno precedente.

Gli infermieri risultano le figure più colpite, in particolare nei pronto soccorso, dove si concentra oltre il 41,5% delle aggressioni denunciate. Non mancano segnalazioni dai servizi psichiatrici (263 episodi), dagli studi medici (93) e dagli ambulatori territoriali (quasi 200).

Qualche segnale positivo arriva dalla riapertura dei presidi delle forze dell’ordine all’interno degli ospedali, che ha contribuito a contenere il fenomeno. Tuttavia, come sottolinea Barone, l’emergenza rimane:

"Cinque aggressioni al giorno nel Lazio non possono essere considerate un dato fisiologico. Occorrono misure di tutela reali e immediate per chi quotidianamente garantisce la salute dei cittadini."

Il quadro conferma quanto ribadito più volte dal NurSind: senza sicurezza, la professione infermieristica rischia di diventare insostenibile.