Nursind, infermieri in agitazione: da un anno senza rimborsi, salta l’assistenza SLA
Cagliari, 1 agosto 2025 – I protagonisti di questa storia sono da una parte i 130 pazienti con disabilità gravi o patologie invalidanti degenerative come la sla, la sclerosi multipla, distrofie muscolari, pazienti oncologici, bambini con malattie genetiche ecc..., dall'altra, legati a doppio filo in questa triste vicenda, ci sono 35 infermieri e 15 medici anestesisti rianimatori dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera (ASL) di Cagliari.
Cosa è accaduto a queste figure di professionisti sanitari ai quali è legato il destino e la salute di questi delicati pazienti, lo racconta e lo denuncia Fabio Ledda, infermiere di alta specializzazione che da 18 anni si occupa di questi pazienti a domicilio, ed è dirigente del sindacato NurSind e attualmente anche presidente RSU Asl 8 Cagliari: “Dopo due tentativi di conciliazione e raffreddamento dello stato di agitazione tra il personale infermieristico del sindacato NurSind e l’ASL 8 di Cagliari, a causa della mancata o parziale retribuzione dei servizi svolti da un anno a oggi nell’assistenza domiciliare del personale infermieristico con alta specializzazione, non si è arrivati a una soluzione. Questo porta solo a una terribile conseguenza: ovvero il rischio di interruzione del servizio ai pazienti, che va avanti ormai da decenni, e che ha evitato fino a oggi il ricovero di persone con disabilità gravi e patologie invalidanti degenerative, tutti portatori di cannula tracheostomica ed eventuale sonda Peg per l’alimentazione, in ventilazione meccanica”.
Secondo Ledda, l’Azienda non ha dato risposte risolutive davanti alla segreteria della Prefettura e i rappresentanti della segreteria del sindacato degli infermieri NurSind, inoltre “non è stata in grado di fornire soluzioni - ha affermato il dirigente sindacale - per il prosieguo del servizio di assistenza domiciliare, mettendo in difficoltà i lavoratori che al momento non hanno garanzie di copertura assicurativa e autorizzazione Aziendale per recarsi a domicilio dai pazienti.
Questo significa lasciare a breve scoperte da assistenza 130 famiglie, che hanno necessità sia a livello sanitario che psicologico, inoltre non sarebbero più alleggerite le strutture ospedaliere che vedrebbero i pazienti arrivare in struttura. Va da sé comprendere il disagio che si viene a creare e il rischio che si fa correre a questi pazienti costretti al trasporto fuori casa”.
Per queste ragioni, il NurSind porta avanti lo stato di agitazione e chiede che l'Azienda risolva in tempi brevi questa situazione drammatica.