Pronto soccorso sotto assedio: a Monterotondo infermiere aggredito da un paziente
Il NurSind Roma chiede più sicurezza: "Servono posti di polizia anche negli ospedali periferici"
Momenti di paura e violenza nella notte al pronto soccorso dell’ospedale Santissimo Gonfalone di Monterotondo.
Un giovane paziente di 19 anni, già in carico al reparto SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura), ha dato in escandescenza devastando il pronto soccorso e ferendo un infermiere che tentava di calmarlo.
L’episodio si è verificato poco dopo la mezzanotte di lunedì 1° settembre. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si sarebbe presentato in stato confusionale, presumibilmente a causa di un abuso di farmaci antidepressivi. Dopo i prelievi di routine, avrebbe rifiutato di eseguire un elettrocardiogramma, iniziando ad agitarsi.
La tensione è degenerata: il ragazzo ha imbracciato un estintore, scaricandolo nel triage, e successivamente ha sfondato la vetrata dell’accettazione con un paletto di transenna. Nel caos, un infermiere è rimasto contuso e refertato.
All’arrivo dei Carabinieri, il paziente si era già dileguato. Solo più tardi si è scoperto che aveva danneggiato anche un’area in cantiere del nuovo pronto soccorso.
Sulla vicenda è intervenuto il NurSind di Roma, attraverso le parole del segretario territoriale Stefano Barone:
"Voglio esprimere la mia più profonda solidarietà a tutto il personale sanitario per il coraggio, la professionalità e la compostezza dimostrate in una situazione tanto difficile quanto inaspettata. Fatti come questi non dovrebbero accadere. Non possiamo continuare a lavorare con la paura di essere aggrediti da un momento all’altro".
Alla sua voce si è unito anche il segretario aziendale del NurSind ASL Roma 5, Alessandro Rossini, che ha ribadito:
"Siamo accanto ai colleghi aggrediti e a tutto il personale del pronto soccorso di Monterotondo. La misura è colma: pretendiamo interventi immediati. È inaccettabile che chi lavora per garantire cure e assistenza debba rischiare quotidianamente la propria incolumità. Servono presidi fissi delle forze dell’ordine anche negli ospedali periferici, non solo in quelli più grandi".
Il sindacato ribadisce dunque la richiesta di posti di polizia nei pronto soccorso come misura concreta e non più rinviabile per garantire sicurezza a operatori sanitari e cittadini.
Una denuncia forte che segue di poche ore l’intervista rilasciata da Stefano Barone al Messaggero, pubblicata anche su Infermieristicamente.it, in cui aveva già evidenziato l’allarmante incremento di aggressioni ai danni degli infermieri e degli operatori sanitari.