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L’infermiere e l’emergenza: cosa fare nei primi 60 secondi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/09/2025

FormazioneProfessione e lavoro

 

La tempestività dell’intervento infermieristico nei primi 60 secondi di un’emergenza clinica è riconosciuta come un determinante cruciale per l’outcome del paziente. Questo breve intervallo rappresenta una finestra temporale in cui l'infermiere è chiamato ad applicare competenze avanzate di assessment rapido, decision-making e comunicazione efficace. Secondo l’European Resuscitation Council (ERC, 2021), una risposta precoce e coordinata può aumentare sensibilmente la sopravvivenza in caso di deterioramento clinico improvviso.

1. Valutazione iniziale rapida: sicurezza, percezione clinica e scenario

Il primo passo fondamentale è l’analisi situazionale: riconoscere i segnali precoci di pericolo, garantire la sicurezza della scena e attivare la propria "lettura clinica" dell’evento.

Secondo De Meester et al. (2013), la capacità infermieristica di identificare precocemente il deterioramento clinico attraverso segnali non verbali o minimi cambiamenti comportamentali può ridurre drasticamente il tasso di eventi avversi evitabili.

Azioni da compiere entro 10 secondi:

  • Valutare la sicurezza dell’ambiente per operatore e paziente

  • Osservare coscienza, posizione, colore, rumori

  • Identificare se si tratta di una situazione potenzialmente letale (arresto, dispnea grave, trauma maggiore)

 

2. Approccio ABC sistematico: tecniche di valutazione clinica rapida

L’utilizzo del metodo ABC (Airway, Breathing, Circulation), validato in ambito di emergenza intraospedaliera, consente una valutazione standardizzata e replicabile.

A – Airway (Vie aeree)

  • Valutare pervietà delle vie aeree

  • Rimuovere ostruzioni (corpi estranei, vomito)

  • Posizionare il capo (estensione del collo) se necessario

B – Breathing (Respirazione)

  • Osservare frequenza, ritmo e simmetria dei movimenti toracici

  • Ascoltare la respirazione e identificare suoni anomali (stridori, rantoli)

  • Monitorare saturazione periferica di ossigeno (SpO2)

C – Circulation (Circolo)

  • Verifica del polso carotideo o radiale

  • Controllo della pressione arteriosa (se disponibile)

  • Valutazione della cute (colorito, temperatura, tempo di riempimento capillare)

In caso di incoscienza e assenza di respiro normale, iniziare immediatamente la Rianimazione Cardiopolmonare (RCP) secondo le linee guida ERC (2021).

 

3. Attivazione del sistema d’emergenza e gestione dell’équipe

La comunicazione tempestiva e strutturata è un elemento chiave. L’utilizzo dello strumento SBAR (Situation, Background, Assessment, Recommendation) migliora la chiarezza, la rapidità e l’efficacia della trasmissione delle informazioni.

Azioni da compiere entro 30-45 secondi:

  • Chiamata del team emergenza (codice blu, medico reperibile)

  • Comunicazione chiara della posizione e della situazione

  • Assegnazione di ruoli se presente altro personale infermieristico (ossigeno, carrello d’urgenza, defibrillatore)

 

4. Interventi infermieristici salva-vita immediati

A seconda del quadro clinico, l’infermiere può:

  • Iniziare ossigenoterapia ad alti flussi

  • Posizionare il paziente (es. Trendelenburg, decubito laterale, posizione di sicurezza)

  • Preparare un accesso venoso (se autorizzato) e predisporre i presidi per l’intubazione o la defibrillazione

  • Applicare il monitor multiparametrico per stabilire baseline clinica

 

5. Simulazione e addestramento: il ruolo della formazione avanzata

La formazione infermieristica deve prevedere esercitazioni in scenari ad alta fedeltà, capaci di riprodurre il contesto emotivo e decisionale dell’emergenza reale. Studi recenti (Lavoie et al., 2022) dimostrano che i professionisti addestrati con simulazione ripetuta sono più rapidi, sicuri e precisi nelle prime fasi dell’intervento.

L’adozione di strumenti come il NEWS2 (National Early Warning Score) aiuta a riconoscere precocemente i segni di deterioramento clinico, riducendo il tempo tra riconoscimento e intervento (Royal College of Physicians, 2023).

 

 

I primi 60 secondi di un’emergenza non sono semplici secondi: sono una sequenza strutturata di decisioni critiche che solo un infermiere competente, addestrato e consapevole può affrontare con efficacia.

L’infermiere in quei momenti non agisce solo con tecnica, ma con prontezza mentale, leadership, capacità comunicativa e responsabilità etica. Ogni secondo conta. Ogni gesto può fare la differenza.

 

Bibliografia

  • European Resuscitation Council (ERC). (2021). Guidelines for Resuscitation 2021. https://erc.edu

  • De Meester, K., Verspuy, M., Monsieurs, K. G., & Van Bogaert, P. (2013). Clinical deterioration of hospitalised patients: A cohort study. Acta Clinica Belgica, 68(2), 100–105.

  • Lavoie, P., Pepin, J., Cossette, S., & Boyer, L. (2022). Effectiveness of clinical simulation on critical thinking and self-confidence: A meta-analysis. Nurse Education Today, 111, 105326.

  • Royal College of Physicians. (2023). National Early Warning Score (NEWS2) – Updated Guidance. https://www.rcplondon.ac.uk

  • Leonard, M., Graham, S., & Bonacum, D. (2004). The human factor: the critical importance of effective teamwork and communication in providing safe care. Quality and Safety in Health Care, 13(suppl_1), i85–i90.