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Mauro Di Fresco, Presidente dell'ADI, risponde alle Dieci Domande

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Pubblicato il: 21/06/2014

Dieci Domande

Pensare la nostra professione per la nostra professione: DIECI DOMANDE AGLI INFERMIERI

Progetto InfermieristicaMente - NurSind

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PENSARE LA NOSTRA PROFESSIONE PER LA NOSTRA PROFESSIONE

Progetto InfermieristicaMente - NurSind: DIECI DOMANDE AGLI INFERMIERI

a cura di Chiara D'Angelo

Risponde Mauro Di Fresco, presidente dell'ADI

Professore a contratto di Diritto del Lavoro Sanitario

I e II Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma "Sapienza"

Scienze Giuridiche, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Formazione di Diritto Pubblico

Master di II livello della Corte Suprema in Diritto Sanitario

Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma, registro dei Praticanti - Pubblici Dipendenti

Rappresentante dell’Università di Roma Comitato per il Fenomeno del Mobbing

Responsabile della Sezione di Diritto Sanitario della rivista giuridica “La Previdenza”

Presidente dell’Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico (ADI)

 

1. Quali sono per te i problemi più rilevanti che oggi hanno gli infermieri

Il timore di subire ritorsioni per pensarla diversamente dagli altri, l’ignoranza dei propri diritti e del funzionamento della giustizia italiana che catalizzano il timore, la rassegnazione della propria condizione lavorativa per abbandono di chi dovrebbe tutelarli.

 

2. Come risolvere questi problemi, cioè con quali idee, proposte e progetti

L’ Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico nasce in risposta a questi problemi.

Il timore è la paura di quello che non si conosce.

Il timore si combatte con la conoscenza. Diversi nostri soci ci hanno ringraziato per aver spiegato in termini giuridici quello che gli stava accadendo. La conoscenza li ha liberati dal timore ed hanno potuto affrontare, così, la vicenda, in piena libertà e coscienza.

 

3. Quali soluzioni organizzative si dovrebbero adottare per mettere in campo una qualche azione collettiva

La strategia risolutiva, ed è un’opinione personale, la stiamo già attuando con un sindacato infermieristico.

Il sindacato opera legalmente, quando deve, attraverso l’A.A.D.I. ce in questo caso si attiva con i propri avvocati.

Anche le consulenze legali sia agli infermieri che allo stesso sindacato vengono fornire dall’A.A.D.I..

Il sindacato assolve il proprio ruolo istituzionale all’interno dell’ambiente di lavoro attraverso la contrattazione, la vigilanza del rispetto delle norme e nell’accogliere le richieste dei propri iscritti.

Il sindacato, però, non è un ufficio legale né il sindacato può pensare di assolvere compiutamente le richieste dei propri iscritti indicando studi legali che, sovente, vengono sostituiti ogni qualvolta non si è contenti del lavoro svolto (es. nel caso in cui uno studio perda un ricorso). Rivolgersi ad un unico studio legale che nel tempo si aggiorna creando know-how del diritto infermieristico, a lungo termine produrrà un bene ed un vantaggio incomparabili.

L’A.A.D.I. nasce da un gruppo di infermieri laureati in giurisprudenza ed altre scienze giuridiche ed economico-politiche che concentrano la conoscenza del diritto specialistico in materie sanitarie.

L’esperienza ultraventennale che accomuna molti di loro è oggi spendibile in termini di risultati e progettualità futuristiche per la professione infermiere.

 

 4. Quali iniziative collettive si renderebbero necessarie

idem come sopra

 

 5. “Unità, Progetto, Politica” per te cosa significano

Ricordando che anche il sindacato è un’associazione non riconosciuta finché il governo non varerà una legge costituzionale sull’art. 39.

 

6. Cosa pensi della proposta di organizzare gli Stati Generali degli Infermieri

Prima di attuare gli Stati Generali (che brutta parola) si dovrebbero chiarire i ruoli dei diversi operatori assistenziali.

Se si vogliono integrare gli organici degli infermieri per garantire manovalanza per il giro letti e per rispondere ai campanelli, non sono d’accordo.

Il Collegio IPASVI ha spesso barattato la qualità con la quantità degli infermieri, forse per l’ovvia equivalenza: massa = iscritti = potere = carriera dei dirigenti IPASVI.

Noi non siamo d’accordo.

Io, che lavoro in ospedale tra i pazienti e non ho cercato una stanza dove rinchiudermi, non sono d’accordo.

Gli organici vanno rivalutati secondo le specifiche competenze.

Gli OSS facciano gli OSS e non gli impiegati e gli infermieri facciano quello che fanno i nostri colleghi stranieri.

Vedo l’infermiere più come ecografista, per esempio, che come pulitore dell’ecografo.

Vedo l’infermiere più come aiuto endoscopista che come disinfettore dell’endoscopio.

Vedo l’infermiere più come triagista che come vigile urbano in sala d’aspetto.

Chiariamo prima le mansioni e poi vedremo meglio come riorganizzare gli organici.

Ma la politica “tutti dentro poi vediamo cosa vi facciamo fare” non la condivido!

 

7. Cosa si dovrebbe fare per prepararli adeguatamente

Svecchiare la cultura universitaria che non fa altro che riproporre vecchi modelli assistenziali del dopo-guerra.

Riscrivere i testi eliminando la pedicure, la manicure e il lavaggio dei capelli.

Adeguare le nuove conoscenze scientifiche alla professione infermiere impedendo che gli studenti passino il tirocinio a distribuire fette biscottate, posate e banane.

 

8. Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Collegi

Fate largo ai giovani. La vostra epoca è morta.

 

9. Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Sindacati

Uscite dagli uffici, rinunciate alle posizioni organizzative.

Gli infermieri non sono stupidi, fanno gli stupidi finché gli conviene, ma sanno molto bene chi è colluso e chi è onesto.

Ieri ho parlato con alcuni colleghi di un ospedale romano, furiosi perché i sindacati, tutti, hanno stipulato un accordo decentrato che prevede l’inserimento arbitrario da parte del coordinatore delle ferie d’ufficio qualora non si raggiunga il monte ore mensile previsto.

In pochi mesi gli infermieri si sono ritrovati con tutte le ferie consumate.

Vi pare normale?

Ovviamente si stanno cancellando dai sindacati.

Questo è quello che chiedo ai sindacati: non vendete i diritti degli infermieri, il gioco durerà poco.

 

10 . Mi descrivi succintamente la tua idea di infermiere del terzo millennio?

Un infermiere che ha studiato all’università il diritto civile, penale, disciplinare e del lavoro, nel senso che lo riguarda.

Un infermiere che sa scrivere e che sa parlare.

Un infermiere che conosce le proprie competenze e che sappia dove finisce la tolleranza e la collaborazione e dove inizia il rispetto e la pretesa.