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Infermieristica teatrale: a gennaio una 4 giorni di full immersion per operatori sanitari (ECM)

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 25/10/2014 vai ai commenti

EditorialiNurSind dal territorio

di Chiara D'Angelo

Un modo “diverso” per implementare le proprie capacità relazionali con i pazienti; è questo che l’Infermieristica Teatrale vuole offrire agli infermieri.

 

Dall’esperienza personale di Andrea Filippini, infermiere con la passione per il teatro, è nata una serie di corsi di formazione ECM per infermieri in cui, attraverso l’assimilazione delle basi dell’arte teatrale (coscienza del corpo, immedesimazione, improvvisazione, uso della voce, concentrazione, coordinamento di gruppo) si vuole fornire ai partecipanti delle specifiche abilità comunicative, che permettano, applicate nelle corsie, di riqualificare e migliorare la comunicazione con i pazienti, principalmente, ma anche all’interno dell’organizzazione.

 

Un percorso che ben si differenzia dalla più conosciuta “clownterapia”, perché non si ripropone di portare l’allegria in ospedale, ma bensì di aprire nuovi canali comunicativi con il paziente attraverso l’uso delle tecniche teatrali.

 

Da questa idea di Andrea Filippini sono nati nel 2007 i primi corsi ECM che, ad oggi, hanno formato oltre 800 operatori a Firenze, Cuneo, Vercelli, Como, Cremona, Campobasso, Isernia e Prato (grazie alla collaborazione dei rispettivi Collegi IPASVI) e l’avvio di laboratori per gli studenti di infermieristica a Roma (La Sapienza), Modena, Reggio Emilia, Milano (Bicocca) e Piemonte Orientale.

 

Il progetto all’interno delle università vorrebbe approdare ad una tesi di ricerca, che sintetizzi il risultato rilevabile del miglioramento della qualità comunicativa in un’equipe ospedaliera che frequenti per un anno le attività dei laboratori di infermieristica teatrale.

 

Nel frattempo Andrea e i suoi collaboratori continuano a proporre la propria esperienza attraverso i corsi di formazione e, in questo ambito, organizzano un’interessantissima iniziativa per il prossimo gennaio.

 

Nell’ex convento delle Clarisse di Caramanico Terme (PE) si svolgerà infatti la prima “Residenza di Infermieristica Teatrale”: due edizioni (una infrasettimanale ed una nel week end) di un percorso di 4 giorni in cui, all’interno della ex struttura monastica, i partecipanti verranno “immersi” nella infermieristica teatrale attraverso lezioni, laboratori, momenti conviviali e serate musicali.

 

L’assoluta professionalità, esperienza e preparazione dei docenti (Andrea Filippini stesso, Enzo Di Michele, Armando Fragassi, Christian Graziani, Lorenzo Marvelli, Pietro Monacelli e Giulio Zella) renderà l’esperienza assolutamente unica e altamente qualificante.

 

Le iscrizioni all’evento (accreditato ECM) sono aperte fino al 30 novembre e prevedono un numero limitato di partecipanti e l’invio delle domande di partecipazione (con i dati anagrafici, i recapiti, curriculum vitae e breve esposizione delle proprie motivazioni) all’indirizzo email info@infermieristicateatrale.it

 

Per informazioni più dettagliate, sia sul corso (domanda di partecipazione, tempi, termini, costi, ecc) che sull’infermieristica teatrale più in generale, è possibile visitare il sito del progetto all’indirizzo www.infermieristicateatrale.it.

 

 

Nel primo semestre del 2008 Andrea ha potuto sperimentare le sue idee presso l’ospedale Tiziano Terzani di Emergency a Lashkar Gah, nel Sud dell’Afghanistan. Una scelta consapevole, che lo ha certamente segnato, ma che gli ha anche confermato la validità del suo progetto e dei suoi intenti. Da questa esperienza è nato un libro-diario: “Afagnistan, Agfanistan, Afganistan”.

«Questo libro – dichiara Andrea Floppy Filippiniè il diario di come ho perso la mia innocenza (…) per sempre. (…)Al mio ritorno dall’Afganistan ho cercato di reinserirmi in società, nella mia vita di tutti i giorni, ma è stato faticoso, molto faticoso, perché portavo la guerra dentro di me. Allora ho deciso di dare il mio personale contributo alla pace pubblicando il mio “diario”. Ciò che avevo scritto allora per fissare le mie emozioni, per condividere con chi amo le mie esperienze, doveva vedere la luce, per mettere il mio mattone nell’umana rivoluzione contro la guerra. Perché non è importante come ci chiamiamo, ma ciò che pensiamo, diciamo e facciamo». «Spero che la gente legga il mio libro, perché glielo consiglia qualcun altro, io credo nel passaparola, non nella pubblicità».

Il libro è distribuito solo ed esclusivamente nelle librerie del circuito nazionale, il cui elenco è disponibile sul sito (www.acrossalive.com), insieme ad una scheda in cui è indicata la città dove risiede ogni copia numerata. (Fonte: Cross Line, Collettivo umano per la Libera Informazione)