Iscriviti alla newsletter

Gli insegnanti potranno somministrare i farmaci. Ecco il progetto del Miur chiaro esempio di abuso di professione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 25/02/2019 vai ai commenti

AttualitàNursing

Il protocollo siglato, dal Ministro della Salute Giulia Grillo di concerto con il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il 20 Febbraio scorso, è solo l’ultimo atto di un progetto iniziato ancor prima in via sperimentale, e che ha trasferito agli insegnanti una competenza esclusiva dell’Infermiere: la somministrazione dei farmaci.

“Benessere a scuola”, è un progetto che a partire da dicembre 2018 ha riguardato in una prima fase tre Regioni: Liguria, Abruzzo, Calabria. Coinvolgerà 60 scuole (20 per ciascuna delle tre Regioni) primarie e secondarie di I e II grado, circa 31.000 studenti e 3.900 docenti.

Il progetto rivolto a docenti, famiglie e studenti, ha il nobile obiettivo di incrementare l’attenzione dei ragazzi alla cura del proprio corpo, delle proprie abitudini di vita e della propria affettività, migliorare la vivibilità e il clima sociale all’interno delle scuole, costruire collaborazioni costanti e durature con le famiglie, prevenire casi di disagio e di abbandono scolastico, e fornire indicazioni socio-sanitarie ai docenti e formarli sulla somministrazione di alcuni farmaci che i giovani potrebbero dover assumere in caso di patologie specifiche, dare assistenza medica e primo soccorso per migliorare la sicurezza a scuola.

La responsabilità della somministrazione dei farmaci prescritti è senza dubbio di competenza specifica dell’Infermiere, a mente segnatamente del D.M. n. 739, 14/09/1994, art. 1, comma 3, punto d. (profilo professionale dell’infermiere).

In quanto funzione caratterizzante e complessa, essa non può quindi essere attribuita a nessuna altra professione, pena della violazione dell’art. 348 C.P. (esercizio abusivo professione protetta).

 

Si continua ad usare ed abusare della professione infermieristica in tutti i campi, in nome del risparmio economico e mettendo a rischio la salute dei pazienti, in questo mettendo a rischio dei bambini, pensando che basti un corso di formazione per poter somministrare dei farmaci.

 

L’infermiere scolastico, una realtà consolidata all’estero, fa fatica a decollare, tranne che in qualche scuola virtuosa della toscana.

Eppure, dovrebbe essere parte del processo di territorialità delle cure. La cronicizzazione delle malattie non è solo un processo legato all’invecchiamento della popolazione, ma caratterizza anche l’infanzia e l’adolescenza.

È stato stimato che alterazioni croniche dello stato di salute interessano il 10-30% dei bambini, a seconda dei criteri utilizzati.

Esempi di malattie croniche sono l'asma, la fibrosi cistica, le cardiopatie congenite, il diabete mellito, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività e la depressione. Esempi di invalidità fisica permanente sono il mielomeningocele, le alterazioni dell'udito o alterazioni della vista, le paralisi cerebrali infantili e la perdita di funzionalità di un arto.

L’importanza dell’infermiere scolastico è inoltre avvertita dalla popolazione; in merito, da quanto rilevato dall’Osservatorio civico Professione Infermieristica, i cui dati sono stati presentati al Primo Congresso Nazionale Fnopi nel marzo del 2018, l’84,04% della popolazione intervistata, riterrebbe utile avere un infermiere disponibile nei plessi scolastici.

 

L’infermiere scolastico

La commissione parlamentare dell’Andalusia, a partire dall’anno scolastico 2017-2018, ha introdotto la figura dell’infermiere scolastico riconoscendone di fatto il ruolo di promotore della salute.

La deputata spagnola Marta Escrivà, sostenitrice di questa figura sanitaria, ne ha riconosciuto la capacità di portare avanti il progetto globale di salute dei bambini, realizzare campagne di prevenzione e sensibilizzazione alle sane abitudini; ovvero gestire e realizzare progetti di promozione di stili di vita sani e di prevenzione rispetto ad:

  • alimentazione
  • abuso di alcool
  • attività motoria
  • educazione all’affettività e sessualità

L’ infermiere scolastico è inoltre fondamentale per la gestione degli studenti affetti da malattie croniche (ad esempio asma, allergie e diabete) che non può essere demandata alle insegnanti, anche perché non hanno una specifica formazione in ambito sanitario.

 

Anche all’interno delle scuole americane vi è la figura dello School Nurse che è responsabile della salute degli studenti iscritti presso l’istituto scolastico dove svolge il suo lavoro.

Si occupa di garantire prestazioni di primo soccorso, effettua test di screening e indirizza gli studenti verso medici specialisti in caso di sospetto di patologie.

Somministrare farmaci che gli studenti devono assumere nell’orario scolastico ed è responsabile della segnalazione di abusi su minori e maltrattamenti in famiglia, oltre che garantire il supporto psicologico agli studenti.

 

Paesi che sono anni luce avanti ad un’Italia che chiede ma dove le istituzioni non rispondono.

Se pensiamo a quale lungo e tortuoso percorso ha compiuto l’Infermiere di famiglia perché venisse ufficializzato e riconosciuto, e quanto ancora la sua presenza sia disomogenea in tutto il territorio italiano, non è difficile comprendere come con l’infermiere scolastico siamo ancora agli albori.

 

da OrizzonteScuola