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Infermieri. Prelievo a scopo diagnostico dal Catetere venoso periferico. E’ possibile farlo?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/03/2019 vai ai commenti

Nursing

Elettroliti, glicemia, enzimi cardiaci, sono tutti esami diagnostici che durante la giornata di un paziente ricoverato, possono essere ripetuti più volte, con la problematica non indifferente di dover bucare lo stesso altrettante volte.

E’ anche vero che il paziente potrebbe essere dotato di un patrimonio vascolare che non si confà alle ripetute punture, e di avere a disposizione solo il catetere venoso periferico precedentemente posizionato.

E’ usuale usare il cvp per prelevare i campioni destinati agli esami ematici diagnostici, un modus operandi dettato dall’esigenza di preservare il patrimonio vascolare del paziente, dall’impossibilità di reperire un altro accesso, ridurre il lavoro dello staff infermieristico, prevenire il rischio di puntura accidentale.

Ma il prelievo di campione ematico prelevato dal Cvp può inficiare il risultato diagnostico? C’è la possibilità che il campione si emolizzi?

 

Uno studio, pubblicato sulla rivista “Assistenza infermieristica e ricerca”, ha provato a valutare se i campioni ematici prelevati da CVP hanno un tasso di emolisi maggiore rispetto a quelli prelevati con tecnica classica, e se il prelievo da CVP altera i risultati degli esami di laboratorio. 

 

Risultati

Le metanalisi concordando nel dichiarare che i prelievi eseguiti da ago hanno un rischio inferiore di emolisi. Con l’ago si riduce il rischio dell’84%, e il prelievo da CVP aumenta del 7% il rischio di

Il prelievo da CVP non comporta però l’alterazione della lettura della maggior parte degli analiti.

I prelievi da CVP aumentano il rischio di emolisi del sangue, ma possono essere usati per i prelievi a scopo diagnostico, con l’eccezione dei prelievi dei gas nel sangue.

Qualora vi siano impossibilità ad eseguire un prelievo con ago e non vi siano alternative nel reperire il campione ematico da CVP vi sono alcune accortezze che l’operatore potrebbe utilizzare per ridurre ulteriormente il rischio di emolisi del campione, e in ogni caso, dato che l’emolisi non sembra alterare la maggioranza degli analiti, il prelievo da CVP sembrerebbe non controindicato.

 

Tecnica di aspirazione da CVP:

Sospensione dell’infusione da CVP, lavaggio con un 1ml di NAcl 0,9%, dopo 2 minuti eliminazione di 2ml di sangue e prelievo.

 

Da: Si può eseguire un prelievo

a scopo diagnostico da un catetere

venoso periferico?

 

Stefano Benso

CPSI, Direzione Sanitaria Ospedale S. Croce, Moncalieri (TO)

Per corrispondenza: Stefano Benso, steobenso@inwind.it