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Infermieri Asl Asti. Dal 2018 ad agosto 2019 sono 50.000 le ore lavorate in straordinario

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La Redazione
Pubblicato il: 25/10/2019 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioPiemonte

Per NurSind Asti il dato evidenzia chiaramente una carenza d’organico cronica

 

50mila ore lavorate tra straordinari ancora da rimunerare e ore pagate ma fatte in regime di extra, cioè come prestazioni aggiuntive. E’ questo l’allarmante dato che da solo evidenzia lo stato di carenza di personale infermieristico all’interno dell’Asl di Asti.

“Ci hanno risposto afferma Gabriele Montana di NurSind Asti – che in Asl At non esiste una carenza d’organico. Ci spieghino allora come mai gli infermieri astigiani sono costretti ad un surplus tale di ore lavorate oltre a quelle stabilite secondo contratto. Sono veri questi numeri? O nascondono qualcosa? Se non sono necessarie nuove assunzioni, come mai ci sono 50.000 ore oltre il normale monte ore stabilito dai contratti di lavoro? Vengono letti questi numeri, o la Direzione non è in grado di affrontare questa situazione?”.

L’allarmante dato di 50.000 ore, riferito all’anno 2018 e che comprende anche i mesi del 2019 fino al 31 agosto, è stato infatti fornito dalla stessa Asl di Asti.

Ma il numero è inesorabilmente destinato a salire nel corso degli ultimi mesi dell’anno e ciò mostra chiaramente come tutti gli infermieri debbano lavorare ben oltre quello che stabilisce il normale contratto di lavoro.

Ma per comprendere a fondo la situazione di carenza non servono i numeri, basta una semplice visita nei vari reparti dell’Asl di Asti per accorgersi dell’emergenza.

Il Commissario dell’Asl Asti – Giovanni Messori Ioli – ha dichiarato che lo studio RN4CAST è stato svolto in ambiente anglosassone dove il ruolo dell’infermiere non è coadiuvato dagli Oss (operatori socio sanitari). “A tal propositoafferma Vicenzo Torchia, vice coordinatore regionale NurSind Piemonte – vogliamo precisare che lo studio RN4CAST, a livello mondiale ed europeo, ha messo in evidenza collegamenti e relazioni negli ambiti della competenza, della prestazione e della sicurezza dei pazienti misurando indicatori specifici di outcome, questo grazie al coinvolgimento di moltissimi nosocomi d’Italia, Piemonte compreso. I risultati della ricerca italiana sono stati presentati dalla Prof. Loredana Sasso dell’Università degli Studi di Genova ed hanno messo in evidenza diversi aspetti delle cure in relazione all’assistenza infermieristica. In Italia sono stati coinvolti 13 regioni, 30 aziende sanitarie e ospedaliere, per un totale di 40 ospedali, circa 3.700 infermieri e 3.700 pazienti”.

E’ bene sottolineare poi che le figure di supporto (Oss) – in gravissima carenza in Asl Asti – non sono presenti in molti reparti nel turno notturno.

Per fare un semplice esempio, di notte, nelle medicine vi sono 48 degenti gestiti da 4 infermieri senza OSS (rapporto 1:12) e non 1:9,5 come sostenuto dal Commissario dell’Asl Asti – Giovanni Messori Ioli.

Nel reparto di ortopedia, invece, con 48 pazienti vi sono tre colleghi infermieri senza OSS (rapporto 1:16), quindi ben distante dall’ideale di 1:6 indicato dallo studio RN4CAST. Ed ancora, nei reparti di lungodegenza e geriatria non ci sono Oss di notte, ed il rapporto infermieri/pazienti è di 1:17 per la lungodegenza e 1:14 per la geriatria.  

Vogliamo inoltre precisare al Commissario dell’Asl Asti che lo studio RN4CAST è stato effettuato sulle degenze dei reparti medico e chirurgico, quindi non ha nulla a che vedere con la rianimazione o i reparti di terapia semi-intensiva che Giovanni Messori Ioli ha illustrato, cioè i pochi casi in Asl At in cui la normativa è rispettata.

 “In merito alle parole a contorno della situazione espresse da alcune organizzazioni sindacali poi – conclude il segretario territoriale NurSind di Asti, Gabriele Montana – ci sentiamo di affermare che alcune persone hanno perso sempre più il ruolo e le energie per essere la controparte delle direzioni finendo per essere un pezzo di questo sistema. Basti vedere le dichiarazioni fatte da alcuni sindacalisti che si schierano più dalla parte dell’Azienda che dal lato dei lavoratori, ovvero gli infermieri che dovrebbero difendere. Cinquantamila ore tra straordinari ancora da rimunerare e ore pagate come prestazioni aggiuntive: questo è il dato tangibile della carenza che andrebbe analizzato invece di affermare con fermezza che è in Asl AT non è necessario assumere infermieri prima ancora di aver valutato la questione”.

Alla luce di tutto ciò, in assenza di celeri e tempestive assunzioni infermieristiche e di personale di supporto (Oss), NurSind si vedrà costretto a proclamare lo stato di agitazione con conseguente organizzazione di assemblee sindacali in orario di servizio della durata di più ore al giorno, per un numero indefinito di giorni.