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Infermieri merce per gli appalti. Tra i contratti interinali solo 6 medici

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/05/2021

AttualitàCronache sanitarie

Il precariato (lavori flessibili: tempo determinato, interinale, lavori socialmente utili, formazione lavoro) si eÌ€ ridotto negli anni - andrebbe del tutto stabilizzato - ma resta ancora evidente, soprattutto nell’ambito delle Professioni sanitarie, in cui spesso le aziende utilizzando personale che fa capo a Cooperative per evitare di pesare sulla voce di spesa “personale” e caricare quella “beni e servizi”, con un incremento di spesa peroÌ€ (per i compensi legati alle agenzie) che raggiungono anche il +18 per cento.

E’ quanto descritto dall’ultimo rapporto OCSE, pubblicato dalla FNOPI, in occasione della giornata internazionale dell’infermiere 2021.

Quello che affligge oggi maggiormente la categoria infermieristica, sono i contratti di somministrazione, interinali.

Lavoro interinale

Da quanto emerge dai dati OCSE, gli infermieri sono il 40% di tutti i lavoratori interinali del SSN: dalla tabella di seguito si evince come il lavoro interinale, quindi esternalizzato o appaltato, tra le figure sanitarie, sia di appannaggio infermieristico, infatti mentre il numero dei contratti interinali che riguardano i medici sono solo 6, il numero degli infermieri con contratto di somministrazione  arriva quasi a quota tremila.

 

 

 

Il personale di esternalizza attraverso un'agenzia interinale, se invece ci si affida a cooperative e ditte si deve appaltare un servizio completo. Spesso i servizi appaltati non sono servizi e i costi dell'azienda invece di diminuire aumentano. A rimetterci sono i lavoratori, assunti tramite partita iva, che scontano paghe basse e minori diritti. Loro diventano la merce di questi appalti.

  • Ogni infermiere appaltato all’azienda costa in media 34 euro l’ora, a fronte dei 29 euro previsti se l’infermiere è direttamente assunto dall’azienda
  • Ad ogni infermiere in appalto delle 34 euro l’ora vanno in media dai 14 ai 17 euro l’ora, a fronte dei 21 che vanno agli infermieri assunti direttamente.

Quella di assumere infermieri tramite cooperative  è una pratica cominciata molto prima del Covid, e che con l’esigenza di assumere per fronteggiare la pandemia, si è incrementata.

Ad oggi le cooperative gestiscono interi reparti ospedalieri.

Perché ci si ostina ad appaltare infermieri? Perché sono un affare politico ed economico. Politico perché si creano bacini di voto interni, esterni con l’amministrazione regionale; economici perché le risorse regionali destinate al SSN finiscono ad amici e parenti che gestiscono le coop.

Ed infine sono una truffa allo Stato: l’azienda, truffa apertamente lo Stato usando personale sotto schiavitù a cui non vengono pagate né malattia né ferie e il loro compenso è totalmente dedotto dalle tasse e molte cooperative per loro concezione non versano nulla in Italia.

Contratti flessibili

L’ultimo Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, relativo al 2019, indica un totale di 44.493 unitaÌ€ di personale assunto con contratti flessibili nel Servizio Sanitario Nazionale (che eÌ€ uno dei comparti del Pubblico impiego dove l’utilizzo di questa metodologia eÌ€ piuÌ€ frequente).

La maggioranza si trova nel personale non dirigente (professioni sanitarie) con 31.684 unità contro le 6.538 del personale dirigente medico e le 1.643 del personale dirigente non medico.

Tra le professioni sanitarie poi, quella infermieristica assorbe il 33% del totale dei lavori flessibili (soprattutto concentrati sulle donne che rappresentano il 78% circa della categoria) e il 46% del personale con lavoro flessibile tra i non dirigenti.