Catetere vescicale. L’uso del lubrificante: quale tecnica va evitata e perché?
Il catetere vescicale a permanenza è un presidio comunemente usato durante l’ospedalizzazione. La più comune complicanza è l’infezione.
Le infezioni del tratto urinario associate catetere vescicale sono ancora un problema molto grave, (acronimo CAUTI), entro quattro settimane dall'inserimento del catetere, è prevedibile che le persone possano sviluppare batteriuria. Le motivazioni principali sono due, fungono da fonte di infezione i microrganismi residenti della flora colica e perineale del paziente e le mani (non pulite e contaminate) degli operatori sanitari.
Tali infezioni non soltanto prolungano l’ospedalizzazione, aumentando il costo della degenza, ma possono causare sintomi molto vari che vanno da un fastidio o bruciore locale a sepsi anche grave.
Tra le strategie di prevenzione delle CAUTI, due le tipologie di interventi che mirano a ridurre l’utilizzo inappropriato del CV:
- protocolli e interventi per diminuire inutili / non necessari posizionamenti di CV
- interventi che mirano ad una tempestiva rimozione dei CV inutili / non necessari.
Il posizionamento del catetere vescicale si rende necessario nelle seguenti situazioni:
- Ritenzione urinaria acuta o ostruzione delle vie urinarie.
- Monitoraggio della diuresi in pazienti critici.
- Favorire la guarigione di lesioni aperte sacrali o perineali in pazienti incontinenti.
- Prolungata immobilizzazione in pazienti che presentano trauma instabile toracico e/o spinale, politraumi come le fratture pelviche.
- Nel perioperatorio: in pazienti sottoposti a chirurgia urologica o di altre strutture contigue del tratto genito-urinario; in pazienti sottoposti a chirurgia maggiore, il catetere dovrebbe essere rimosso nel postoperatorio; in pazienti che necessitano durante l’intervento chirurgico, l’infusione di volumi importanti di liquidi o diuretici; la necessità del monitoraggio della diuresi durante l’intervento.
- Migliorare il comfort in pazienti nel fine vita.
Il cateterismo vescicale non è indicato nelle seguenti situazioni:
- come sostituzione di assistenza nei pazienti con incontinenza;
- per la raccolta di campioni di urina quando il paziente può urinare spontaneamente;
- nel postoperatorio senza appropriata indicazione.
Al momento della pianificazione dell’inserzione del catetere, l’infermiere deve documentate le indicazioni cliniche alla cateterizzazione, la data di inserzione, tipo di catetere e di sistema di raccolta e pianificare la data di rimozione.
Prima dell’inserzione:
- valutare se il paziente è allergico al latex e le dimensioni del catetere.
- Scegliere un catetere che minimizzi i traumi dell’uretra ricordandosi che è appropriato usare cateteri di piccole dimensioni. Solo i pazienti urologici necessitano cateteri di gauge maggiore.
Per l’inserzione:
- detergere il meato urinario con soluzione fisiologica sterile prima di inserire il catetere.
- Usare lubrificante sterile monodose, per evitare traumi e discomfort.
Per quanto riguarda l’uso del lubrificante, la letteratura scientifica, (Loveday et al. 2014) suggerisce che il gel andrebbe introdotto in uretra mediante una siringa senza ago e questo vale sia per il lubrificante anestetico sia non. La tecnica dello strofinamento della punta del catetere sul gel lubrificante, posto sul guanto sterile della mano non dominante dell’operatore, va evitata. Non ha nessun fondamento scientifico, il lubrificante fa effetto solo a contatto con la mucosa ed almeno 5 minuti dopo il suo posizionamento.
Per il mantenimento:
- Detergere il meato urinario durante l’igiene giornaliera; non è raccomandato l’uso di antisettici.
- Mantenere la sacca di raccolta sotto il livello della vescica ed impedirne il contatto con il pavimento.
- Svuotare la sacca di raccolta quando è piena per i 2/3, ciò aiuta a prevenire i traumi dell’uretra da trazione per il peso della sacca.
- Fissare il catetere all’addome o alla coscia del paziente per impedire traumi e sanguinamenti.
Per la sostituzione:
- La frequenza del cambio catetere dovrebbe basarsi su segni clinici: incrostazioni, perdite, sanguinamenti, infezioni associate al catetere stesso.
- Per i cateteri a lunga permanenza, ricordarsi che non ci sono evidenze a supporto del cambio del catetere in tempi stabiliti.
- Sostituire i cateteri vescicali a breve termine e/o le sacche di raccolta quando clinicamente indicato ed in linea con le raccomandazioni del produttore.
- Sostituire i cateteri a lunga permanenza secondo le raccomandazioni del produttore e secondo le esigenze individuali del paziente, ma prima che si verifichi l’ostruzione dello stesso.
Indicazioni per la rimozione
- Lasciare in situ il catetere vescicale solo per il tempo necessario. Valutare routinariamente il persistere delle condizioni che hanno richiesto il posizionamento del catetere vescicale.
Domande e risposte più frequenti sul catetere vescicale a breve permanenza
- In quale momento della giornata è preferibile rimuovere il catetere vescicale a breve permanenza?
Gli autori di una recente revisione Cochrane, che includeva maggiormente studi condotti in popolazione chirurgica, concludevano che la rimozione di notte (22:00-24:00) del catetere a breve permanenza (durata inferiore a 14 giorni) rispetto la rimozione al mattino presto (6:00-8:00) determinava i seguenti esiti
- riduzione della durata del ricovero;
- risparmio di risorse economiche;
- maggiore volume di urina alla prima minzione
- prolungamento del tempo intercorso dalla rimozione del catetere alla prima minzione (solo uno studio incluso dimostrava il contrario).
Non risultano evidenze chiare rispetto al bisogno di ricateterizzazione e vi sono evidenze limitate che la rimozione di notte eviti la ricaterizzazione nella fascia oraria compresa tra le 20:30 e le 3:00.
- È una buona pratica clinico-assistenziale rimuovere precocemente il catetere vescicale a breve permanenza?
E’ evidenziato che la rimozione precoce sembra ridurre i tempi di ospedalizzazione.
- I cateteri vescicali a breve permanenza impregnati di argento riducono la batteriuria?
La revisione Cochrane di Schumm et al. (10) afferma che i cateteri impregnati di argento riducono il rischio di batteriuria asintomatica associata al catetere, rischio di infezioni sintomatiche del tratto urinario.
- I cateteri vescicali a breve permanenza impregnati di antibiotico riducono la batteriuria?
La revisione Cochrane di Schumm et al. afferma che i cateteri impregnati di antibiotico riducono il rischio di batteriuria asintomatica associata al catetere nei pazienti con cateterismo inferiore a una settimana, ma futuri studi dovranno valutare la riduzione del rischio di infezioni sintomatiche del tratto urinario.
- Esistono cateteri vescicali standard migliori di altri nel ridurre il rischio di batteriuria nei pazienti adulti ospedalizzati con catetere vescicale a breve permanenza?
Nessun catetere standard è migliore di un altro in termini di riduzione del rischio di batteriuria. Il catetere al silicone potrebbe determinare minori effetti collaterali uretrali negli uomini (sensazione di bruciore, uretriti).
- È una buona pratica clinico-assistenziale effettuare la profilassi antibiotica nei pazienti con catetere vescicale a breve permanenza?
Non vi sono prove sufficienti per concludere sull’efficacia dell’uso della profilassi antibiotica nella cateterizzazione a breve permanenza.
Domande e risposte più frequenti sul catetere vescicale a lunga permanenza
- È buona pratica clinico-assistenziale, nella cateterizzazione a lunga permanenza, effettuare i lavaggi vescicali?
Una revisione, condotta con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle soluzioni liquide iniettate nel catetere vescicale a lunga permanenza (durata superiore a 28 giorni) per prevenire o per trattare un’ostruzione del catetere stesso, concludeva che non vi sono prove di efficacia a sostegno del lavaggio routinario del catetere vescicale.
- È buona pratica clinico-assistenziale effettuare la profilassi antibiotica nei pazienti con catetere vescicale a lunga permanenza?
Non vi sono prove sufficienti per concludere sull’efficacia dell’uso della profilassi antibiotica nella cateterizzazione a lunga permanenza (superiore a 14 giorni).
- Quale tipo di catetere a lunga permanenza è migliore nel ridurre le infezioni del tratto urinario associate a cateterismo?
Le prove di efficacia sono insufficienti per fornire indicazioni per la pratica clinico assistenziale.
Da: Quaderni di Italian Journal of medicine