ASL 1 Abruzzo, NurSind proclama lo stato di agitazione: Tre nomine illegittime
Il sindacato denuncia nuove strutture amministrative create in violazione delle regole mentre si tagliano servizi essenziali e si aggrava il deficit.
ASL 1 Abruzzo: NurSind in stato di agitazione contro le nomine volute dall'ex DG Ferdinando Romano
AVEZZANO – Si alza l’ennesimo polverone sulla ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Questa volta a puntare il dito contro la gestione aziendale è il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, che ha proclamato ufficialmente lo stato di agitazione e chiamato in causa la Prefettura di L’Aquila. Al centro della contestazione vi sono tre delibere — n. 2138/2022, n. 93/2023 e n. 1560/2024 — con cui l'ex direttore generale Ferdinando Romano avrebbe istituito nuove strutture amministrative e nominato coordinatori senza i requisiti previsti, generando un ulteriore carico economico su un bilancio già in profondo rosso.
Il sindacato, per voce della segretaria provinciale Samantha Boccia, ha denunciato una gestione definita "illegittima e dannosa", aggravata dal contesto in cui è maturata: tagli ai servizi essenziali, aumento delle tasse per i cittadini e rischio concreto di commissariamento della sanità regionale.
“È inaccettabile — si legge nella nota ufficiale del NurSind — che mentre si chiudono reparti e si riducono i servizi sanitari, vengano istituite tre nuove strutture amministrative con altrettanti incarichi di coordinamento, affidati peraltro a funzionari privi dei requisiti necessari, gli stessi che hanno redatto gli atti da cui hanno tratto vantaggio”.
Il sindacato ha portato la questione al tavolo della Prefettura, dove un rappresentante regionale ha ribadito la totale illegittimità delle delibere in questione, sollecitando la ASL 1 ad annullarle d’ufficio. Tuttavia, ad oggi, nessuna revoca è stata disposta, lasciando immutato l’onere economico a carico dell’azienda sanitaria.
Un paradosso, sottolinea il NurSind, che si consuma mentre la Regione Abruzzo tenta disperatamente di rientrare dal disastro finanziario che ha portato la sanità regionale sull’orlo del collasso.
Il sindacato promette battaglia, anche legale se necessario, e non esclude ulteriori iniziative di protesta se non verrà dato seguito alla richiesta di revoca delle delibere contestate. La palla ora passa alla ASL 1 e ai vertici regionali: si attende un segnale concreto di discontinuità.