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Clorexidina vs acqua e sapone: quale differenza nella prevenzione del piede diabetico?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/07/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

 

Un anno di igiene quotidiana con salviette alla clorexidina non ha ridotto il rischio di nuove infezioni o ulcere del piede nei pazienti diabetici ad alto rischio, rispetto al semplice utilizzo di acqua e sapone. Lo rivela uno studio clinico randomizzato condotto negli Stati Uniti su una popolazione di veterani, sollevando interrogativi sull’efficacia di alcuni interventi preventivi comunemente adottati nella pratica infermieristica.

Il contesto: perché il piede diabetico è una priorità clinica

Le ulcere del piede rappresentano una delle complicanze più frequenti e gravi del diabete, colpendo fino al 25% dei pazienti nel corso della loro vita. Queste lesioni croniche possono degenerare in infezioni gravi, osteomielite e amputazioni, con un impatto enorme sulla qualità della vita e sul sistema sanitario.

La prevenzione gioca quindi un ruolo cruciale. In questo scenario si colloca lo studio americano, che ha messo alla prova un intervento semplice e ampiamente utilizzato: il lavaggio quotidiano dei piedi con salviette disinfettanti alla clorexidina.

Lo studio: disinfettante vs. sapone e acqua

Il trial ha coinvolto 175 veterani americani con diabete, tutti con alto rischio clinico di sviluppare una nuova ulcera del piede. I partecipanti, di età pari o superiore a 18 anni, sono stati assegnati in modo casuale a uno dei due gruppi:

  • Gruppo intervento: utilizzo quotidiano di salviette contenenti clorexidina al 2%;

  • Gruppo controllo: utilizzo quotidiano di salviette imbevute di acqua e sapone.

Entrambi i gruppi hanno ricevuto educazione all’autogestione del piede e promemoria settimanali per rafforzare l’aderenza al protocollo. Il periodo di osservazione è durato 12 mesi.

I risultati: nessun beneficio significativo

Al termine dell’anno, 12 partecipanti su 88 (14%) del gruppo clorexidina e 14 su 87 (16%) del gruppo controlloavevano sviluppato una nuova complicanza al piede (ulcera, infezione o altra lesione). Il tempo mediano alla comparsa della complicanza è stato di 232 giorni per entrambi i gruppi.

Non è stata riscontrata alcuna riduzione statisticamente significativa del rischio tra chi usava la clorexidina e chi si limitava ad acqua e sapone.

Anche i test microbiologici hanno confermato l’assenza di differenze: la resistenza batterica alla clorexidina, misurata alla fine dello studio, non è aumentata nei partecipanti che l’hanno utilizzata quotidianamente.

Tollerabilità e aderenza

Un dato positivo emerso è che l’intervento è stato ben tollerato: nessun evento avverso è stato attribuito all’uso delle salviette, e 145 partecipanti hanno mantenuto l’aderenza per tutta la durata dello studio. Tuttavia, l’efficacia clinica dell’intervento rimane in discussione.

Limiti e considerazioni sulla generalizzabilità

Gli autori sottolineano alcune limitazioni importanti:

  • La popolazione era composta quasi esclusivamente da uomini, in larga parte afroamericani, rendendo difficile l’estensione dei risultati ad altre fasce di pazienti;

  • I criteri di inclusione erano ampi, e non è stato possibile selezionare esclusivamente pazienti con un’ulcera recentemente guarita;

  • Inoltre, non sono stati esclusi pazienti con arteriopatia periferica moderata o severa, che è una delle principali cause di complicanze ischemiche non prevenibili tramite igiene topica.

Implicazioni per la pratica infermieristica

Per gli infermieri, il messaggio è chiaro: l’uso quotidiano di salviette disinfettanti non offre un vantaggio clinico rispetto alla semplice igiene con acqua e sapone nella prevenzione di nuove lesioni del piede nei pazienti diabetici ad alto rischio.

Le vere priorità restano:

  • l’educazione strutturata all’autocura del piede;

  • la valutazione regolare della cute e della circolazione;

  • l’intervento tempestivo alla comparsa dei primi segni di complicanza;

  • la gestione delle comorbidità vascolari.

In un’epoca in cui si punta all’efficacia clinica e all’appropriatezza, questo studio invita a riflettere sull’utilizzo di dispositivi costosi ma non necessariamente efficaci, e rafforza il ruolo centrale dell’infermiere nell’educazione e nella sorveglianza attiva del paziente diabetico.

 

da: Rosenberg, K. Chlorhexidine, soap and water are equally effective for prevention of diabetic foot ulcers. Am. J. Nurs.. 2025;125(7):56. doi:10.1097/AJN.0000000000000096a.